Digital divide: il modello di collaborazione pubblico-privato di Lepida un aiuto concreto per le aziende

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Il ‘modello Lepida’, equo, semplice e lineare, consente di affrontare e risolvere problemi che ognuno dei partner da solo non potrebbe dirimere, oltre che di ripartire i costi in modo che diventino affrontabili per ciascuno dei soggetti.

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Lepida

La banda larga è ormai riconosciuta come un elemento determinante per la crescita e la produttività delle aziende, ancor più di quelle imprese che hanno già la sfortuna di operare in territori disagiati. Un digital divide estremamente penalizzante per il business ma che può essere superato grazie agli strumenti e al modello di collaborazione messi a punto da Lepida Spa e già in corso di realizzazione in diverse aree.

 

Per agevolare il business delle aziende in situazione di divario digitale, Lepida, sulla base degli obiettivi del PitER, opera innanzitutto per sostenere lo sviluppo del sistema dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture – di concerto con operatori e con le stesse imprese interessate ma anche con Enti e soggetti esterni, Associazioni di categoria e Camere di Commercio.

 

Con l’obiettivo di dare connettività “giusta” – adeguata alle necessità delle aziende, che hanno bisogno di connessioni veloci, di affidabilità e di qualità tecnica elevata e costante – Lepida ha quindi messo a punto un modello di collaborazione pubblico-privato equo, semplice e lineare, che assegna a ciascun partner compiti, oneri e “onori” e consente di affrontare e risolvere problemi che ognuno dei partner da solo non potrebbe dirimere, oltre che di ripartire i costi in modo che diventino affrontabili per ciascuno dei soggetti.

 

Ecco come funziona: una volta stabilito se le aree produttive siano davvero in digital divide (aree in cui non è disponibile una connettività di almeno 30 Mbps con la tendenza verso i 100Mbps, elevata affidabilità, simmetria, scalabilità, a costi analoghi a quelli di aree più avanzate tecnologicamente nel territorio nazionale), il Comune o l’associazione tra imprese segnala la situazione a Lepida per iscritto. A questo Lepida fa le verifiche e propone le soluzioni tecnologiche. La soluzione e i relativi costi sono presentati alle aziende residenti nell’area produttiva, che in questo modello compartecipano ai costi. In questo modo, il Comune mette a disposizione le proprie infrastrutture (pubblica illuminazione, reti di comunicazione già predisposte, ecc.), le aziende finanziano la fibra e Lepida fornisce banda o trasporto agli operatori interessati a fornire il servizio.

La rete diventa di proprietà del pubblico, in comodato d’uso alle aziende che hanno compartecipato al costo, mentre Lepida Spa si occupa di coordinare tutta l’iniziativa, fino alla fase di collaudo e reperimento degli operatori che forniranno il servizio.

Sulla base degli accordi che Lepida Spa ha stretto con diversi operatori di telecomunicazione per superare il divario digitale, anche in questo caso gli operatori si impegnano a fornire il servizio a costi non eccedenti il 20% rispetto al costo di banda o trasporto equivalente offerto da Lepida.

 

Allo stato attuale, i progetti di connettività sono stati conclusi a  Tredozio, dove sono già state accese alcune aziende, e sono in corso, a diversi “step”, nei Comuni di Bobbio, Quattro Castella, Modigliana. In fase di definizione Felino, Lesignano de’ Bagni, Rimini, Sala Bolognese, Castello d’Argile, Unione dei Comuni della Bassa Romagna e Unione della Romagna Faentina. (A.T.)