Facebook, l’acquisizione di WhatsApp una scelta obbligata

di Paolo Anastasio |

La maxi acquisizione da 19 miliardi di dollari consentirà al social network di entrare nel mondo dell’instant messaging. L’obiettivo di Mark Zuckerberg è non perdere il treno dei teenager e guadagnare utenti extra Usa dove WhatsApp è più diffuso.

Stati Uniti


Mark Zuckerberg

Facebook non aveva altra scelta, l’acquisizione del concorrente WhatsApp per 19 miliardi di dollari era una via obbligata per il social network di Mark Zuckerberg. Il boom delle app di instant messaging in stile WhatsApp, che dichiara 27 miliardi di messaggi al giorno, stava drenando troppi utenti giovani annoiati da Facebook. Per questo il social network si è visto costretto a correre ai ripari, acquisendo il più grande di tutti e cavalcare l’onda degli OTT, che sta mettendo in crisi i ricavi delle telco.  


Tutti i numeri dell’operazione

Pe quanto riguarda l’operazione, Facebook ha finanziato l’operazione sborsano il 35% in contanti. 4 miliardi in contanti, 12 miliardi in azioni Facebook e 3 miliardi sempre in azioni che saranno pagati più avanti.

 

Si tratta della maggior acquisizione nella storia di Facebook, che aveva acquisito Instagram per un miliardo di dollari. WhatsApp dichiara un milione di nuovi utenti al giorno. Il servizio a pagamento, sottoscritto dal 22% degli utenti (il resto continua ad usarlo gratis) porta nelle casse 100 milioni di dollari all’anno.

 

Secondo Juniper Research, Facebook non acquisisce la compagnia in ragione dei ricavi che genera, pari ad un modesto 3,9% rispetto a quelli di Facebook.

 

Facebook rileva la app di instant messaging per entrare in nuovi mercati dove il suo Messenger non è popolare. L’obiettivo è anche quello di conquistare nuovi teenager e competere con big del calibro di Skype (Microsoft), iMessage (Apple), Viber (Rakuten). A breve, secondo Juniper Research, anche Amazon si doterà di un player nell’arean dell’instant messaging. Fra i papabili ci sono Kik Messenger e Tango.

 

Il modello di business di Facebook è basato sull’advertising, al contrario di WhatsApp, ma l’azienda ha fatto sapere che non vi saranno messaggi pubblicitari sulla app. Per lo meno fino a quando non raggiungerà un miliardo di utenti, risultato che ai ritmi attuali potrebbe essere raggiunto nell’agosto del 2015. 

 

Sequoia Capital, che dal 2011 ha versato 60 milioni nelle casse di WhatsApp, che conta 55 dipendenti, incasserà 3,4 miliardi di dollari dall’operazione, che verranno usati per mantenere una quota compresa fra il 17% e il 19% nella società. 

Alle prese con una forte emorragia di utenti giovani, in ritardo nel mercato del mobile, Facebook ha puntato sulla app di instant messaging più popolare e diffusa anche fuori dagli Usa, con 400 milioni di utenti mensili, che si aggiungono così al miliardo e 200 milioni di utenti iscritti al social network.

 

WhatsApp, che costa 99 centesimi di dollaro all’anno, rappresentava una minaccia troppo grande per Mark Zuckerberg: meglio assorbirla che assistere alla migrazione di massa dei suoi utenti nelle file del rivale. Questa la tesi di Businessinsider.com, secondo cui il prezzo pagato da Zuckerberg è giusto, per garantirsi l’ingresso dalla porta principale nel mondo di teenager finora precluso del messaging.

 

Per anni Facebook ha tentato di fare le stesse cose che fa WhatsApp: ad esempio, lanciando Messenger, la sua App di messaggistica istantanea, con 350 milioni di iscritti. Ma Messenger non è stata in grado di frenare il boom di WhatsApp.

 

Secondo Businessinsider.com, WhatsApp ha un appeal particolare, di cui Facebook è priva: la sua audience è internazionale, prevalentemente extra Usa. Lo zoccolo duro di Facebook, al contrario, si trova negli Usa mentre l’espansione internazionale è decollata da poco tempo.

 

C’è poi da dire che l’instant messaging sta raggiungendo gli stessi volumi degli Sms, erodendo quote di mercato alle telco, come sottolinea lo stesso Zuckerberg nel comunicato stampa ufficiale dell’operazione.

 

Un altro aspetto di forte appeal è che WhatsApp consente agli utenti di comunicare tramite Wi-Fi: un vantaggio competitivo per Facebook, che in questo modo potrà accaparrarsi nuovi utenti in quei paesi più arretrati, dove il roll out delle reti mobili di nuova generazione va a rilento in ritardo e dove l’utenza non può permettersi di spendere per Sms e chiamate in mobilità.

 

Il settore dell’instant messaging, infine, sta crescendo in modo esponenziale. Viber è stata rilevata qualche giorno fa dalla giapponese Rakuten per 900 milioni di dollari. Snapchat ha rifiutato una serie di maxi offerte intorno ai 3 miliardi di dollari, tra i pretendenti c’era anche Facebook. Player più piccoli come Kik e Line stanno drenando utenti annoiati di Facebook.