Tlc: tagli ai costi per 100 mld di euro per tornare a crescere e investire

di Alessandra Talarico |

Le telco non sono riuscite ad attuare una trasformazione significativa nonostante la pressione sui ricavi che ha spinto molte aziende a vendere asset e ad aumenti di capitale forzati negli ultimi due anni. Lo dicono gli analisti di AlixPartners.

Europa


Telecom

Il settore europeo delle telecomunicazioni appare ‘ingessato’ di fronte ai cambiamenti che ne hanno stravolto le fondamenta, causando un calo dei ricavi che prosegue costante da diversi anni.

La concorrenza sempre più agguerrita e un radicale mutamento delle abitudini dei consumatori – sempre più orientati verso l’uso di servizi web-based che drenano i ricavi delle telco – unite alla forte pressione regolamentare e alla crisi economica hanno frenato pesantemente gli investimenti nelle reti di nuova generazione. Per invertire il trend, dicono gli analisti di AlixPartners, bisogna tagliare i costi per almeno 100 miliardi di euro.

Per gli analisti, secondo un’analisi riportata dal Financial Times, gli operatori tlc devono andare oltre gli attuali piani di taglio dei costi e concentrarsi su una ben più significativa riduzione dei costi per fissare le basi di una nuova crescita dei ricavi.

 

Le considerazioni di AlixPartners si basano su un’indagine condotta presso i dirigenti europei del settore, in Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

Dall’indagine è emerso che circa il 60% degli executive vorrebbe mettere in atto ‘radicali’ tagli dei costi, ma più dei due terzi ha ammesso che l’approccio aziendale alla riduzione dei costi non ha subito cambiamenti negli ultimi 5 anni. Quasi tutti gli executive hanno pianificato una strategia di riduzione dei costi per i prossimi 12-18 mesi.

Più della metà degli intervistati prevede un aumento degli investimenti nelle infrastrutture 4G ma solo un terzo attende “ritorni importanti” sul capitale investito nei servizi dati fissi e mobili.

 

Secondo AlixPartners, le compagnie telefoniche non sono riuscite ad attuare una trasformazione significativa nonostante la pressione sui ricavi che ha spinto molte aziende alla vendita di asset preziosi per il business e ad aumenti di capitale forzati negli ultimi due anni.

 

Per Eric Benedict, managing director di AlixPartners, “Questo mette in luce le immense sfide in essere per gli operatori europei di telecomunicazioni, che sono oggi i parenti poveri dei loro cugini nordamericani. Al fine di arginare il calo delle entrate, devono ammettere una difficile verità: che i loro modelli di business devono essere radicalmente ridisegnati e ulteriormente semplificati”.

 

Lo studio evidenzia quindi che questo mix di pressioni strutturali, strategiche e regolamentari, unito ai bassi rendimenti finanziari contribuirà all’intensificazione delle operazioni di fusione e acquisizione nel Vecchio Continente. Un trend già in essere e che vede Vodafone, ad esempio, protagonista di una serie di importanti acquisizioni nel settore del cavo.