Web company e tasse: il Fisco francese reclama 1 miliardo di euro da Google

di Raffaella Natale |

Il Ministro Fleur Pellerin resta cauto. Il governo si trincera dietro il segreto fiscale. Ma i fatti sono già noti da tempo. Ora verso la conclusione della vicenda?

Francia


Google

Google multata con la cifra record di 1 miliardo di euro dal fisco francese, per sanare la propria posizione contributiva e chiudere così l’indagine aperta nel 2011 sulle sue pratiche di ottimizzazione fiscale. La notizia riportata in esclusiva dal sito Lepoint.fr, che cita fonti governative e parlamentari, non è stata smentita dal governo che non ha potuto confermare la cifra perché il dossier è coperto dal segreto fiscale. Il tutto in linea con la previsione del Ministero del Bilancio secondo la quale nel 2014 si sarebbero raccolti 2 miliardi di euro aggiuntivi grazie alla caccia agli evasori.

Il Ministro all’Economia Digitale, Fleur Pellerin, ha dichiarato su France 5 che sulla vicenda “…non c’è niente di nuovo”, aggiungendo che si tratta di “…di informazioni note, già pubblicate un anno fa. Non c’è quindi niente da dichiarare”.

 

In Italia, proprio per contrastare le pratiche di profit-shifting delle multinazionali di internet, con la Legge di Stabilità è stata introdotta la cosiddetta Web Tax, promossa dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, l’on. Francesco Boccia (Pd).

Sulla vicenda che riguarda Google France, stamani l’on. Sergio Boccadutri (Sel), membro della Commissione Bilancio della Camera, ha commentato: “Quando ho sostenuto la cosiddetta Web Tax insieme a Francesco Boccia molti  hanno criticato l’iniziativa perché mal si conciliava con l’Europa.

Intanto – prosegue – a quanto si apprende dalla stampa d’oltralpe, ieri il fisco francese avrebbe multato per un miliardo di euro Google, con motivazioni legate sostanzialmente al profit shifting: il colosso del web ha pagato tasse in Irlanda su guadagni avvenuti in Francia. Adesso, quindi, se i critici di allora fossero coerenti dovrebbero portarsi il passaporto per passeggiare all’ombra della Tour Eiffel, visto che evidentemente anche la Francia è fuori dall’Europa. A parte gli scherzi, quando ci renderemo conto che un’economia globale non può comunque consentire un furto legalizzato all’erario e nei fatti una concorrenza sleale alle aziende che innovano e pagano le tasse in Italia?”.

 

Ma torniamo a Parigi: da Google France nessuna replica.

 

E’, infatti, cosa nota che in Francia ci sia un’indagine aperta su Google sin dal 2011 che riguarda la presunta evasione del gigante americano. La fuga di notizia potrebbe quindi riguardare direttamente le autorità tributarie che hanno in mano il dossier che con ogni probabilità dovrebbe essere chiuso nei prossimi giorni.

 

Prevedibile l’atteggiamento cauto del Ministro all’Economia digitale che nella sua dichiarazione a France 5 fa riferimento alla notizia pubblicata nel 2012 dal giornale francese Le Canard Enchaîné e ripresa da Key4biz che asseriva: “La Direzione generale delle imposte ha chiesto tramite raccomandata al gigante americano di pagare circa 1 miliardo di euro per quattro esercizi contabili”.

Durante la conferenza stampa tenuta subito dopo le indiscrezioni del Canard, l’allora Ministro al Bilancio Jérôme Cahuzac confermava le trattative in corso con Google sulla somma che il gruppo deve all’erario francese, precisando che, nell’ipotesi la compagnia decidesse di portare tutto in tribunale, il governo disporrebbe di “…elementi ampiamente convincenti…” perché la giustizia confermi la correttezza dei provvedimenti in atto.

 

All’epoca dei fatti, nell’ambito degli accertamenti delle autorità tributarie d’Oltralpe sulle pratiche di ottimizzazioni fiscale delle web company americane, Amazon confermò invece di aver ricevuto dal fisco la richiesta a pagare 198 milioni di euro di tasse non versate.

 

L’indagine sulle pratiche fiscali di Google risale, infatti, a tre anni fa. Il 30 giugno 2011 le autorità perquisirono la sede francese della web company, sequestrando diversi documenti. Nel mirino del fisco, i sistemi usati da Google che, grazie a un passaggio di denaro dai Paesi Bassi alla sua sede di Dublino in Irlanda, riesce a bypassare le tasse, pagandole al minimo. Il sistema è anche noto come ‘panino olandese o doppio irlandese’: la quasi totalità del fatturato di Google dichiarato in Irlanda, dopo un passaggio nei Paesi Bassi attraverso una società intermediaria, viene trasferita nel paradiso fiscale delle Bermude dove ha sede la divisione Google Ireland Holdings.

 

Secondo i documenti ufficiali depositati presso la cancelleria del Tribunale, che l’agenzia Afp ha potuto visionare, Google France ha dichiarato per l’anno 2012 un fatturato di 192,9 milioni di euro e un utile netto di 8,3 milioni di euro.

Dal documento si rileva anche che le imposte sul reddito pagate da Google France per questo esercizio ammontano a 6,5 milioni di euro.

 

In Francia, stando a diverse stime degli analisti, la società americana avrebbe realizzato un fatturato tra 1,25 e 1,4 miliardi di euro solo per il 2011, grazie soprattutto alla pubblicità.  

 

Il governo ha più volte annunciato una legge per contrastare le pratiche di ottimizzazione fiscale che permettono ai giganti americani del web di non pagare (o farlo al minimo) le tasse.

Nel mirino delle autorità francesi ora non solo Google, ma anche Amazon, Apple, Facebook e LinkedIn.