Datagate: Ok dalla Commissione Libe del Parlamento Ue alla testimonianza di Edward Snowden

di Alessandra Talarico |

Ieri, intanto, il Commissario Ue Viviane Reding ha ringraziato Snowden per le sue rivelazioni che hanno fatto comprendere l’esistenza di ‘un grosso problema’ in merito alla protezione dei dati dei cittadini europei.

Europa


Edward Snowden

Via libera dalla Commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo alla proposta di invitare Edward Snowden – la talpa del Datagate – a testimoniare a un’audizione nell’ambito dell’inchiesta che la stessa Commissione ha avviato lo scorso luglio sullo scandalo delle intercettazioni a opera della National Security Agency americana.

L’Ok alla partecipazione di Snowden in videoconferenza è arrivato grazie a 36 voti favorevoli. Due i voti contrari e un astenuto.

 

La data dell’audizione non è ancora stata stabilita ma l’obiettivo degli europarlamentari sarebbe di svolgerla prima del voto di febbario del Parlamento europeo sul rapporto della commissione Libe sullo scandalo Datagate, preparato dal relatore Claude Moraes. Resta però il fatto che Snowden, attualmente in Russia, potrebbe anche rifiutare l’invito.

 

L’apparizione video di Snowden era prevista per il 19 dicembre, ma era poi stata rinviata perchè alcuni europarlamentari avevano contestato le modalità di svolgimento. Si sarebbe infatti trattato di un videomessaggio in cui Snowden avrebbe risposto alle domande dei rappresentanti dei diversi gruppi politici del Parlamento europeo sulle attività di spionaggio dell’NSA nei diversi paesi europei.

Moraes aveva assicurato che le domande dei rappresentanti sarebbero state “rigorose ed equilibrate, andando a toccare le questioni che interessano maggiormente i cittadini”, ma lo stesso gli eurodeputati conservatori, per acconsentire a dare il via libera all’invito, hanno voluto ulteriori rassicurazioni che la partecipazione di Snowden sarà “in diretta e interattiva”.

 

Ieri, intanto, il Commissario Ue alla giustizia, Viviane Reding, ha ringraziato pubblicamente Edward Snowden per le sue rivelazioni sulle attività di spionaggio dell’NSA in Europa – tra le più eclatanti le intercettazioni del cellulare privato del Cancelliere tedesco Angela Merkel e del Vaticano – nel corso di un dibattito su Twitter (#AskReding) con diversi blogger europei. Alla domanda dell’italiana Arianna Ciccone sull’opportunità che l’Europa conceda asilo politico a Snowden, la Reding ha risposto che la Ue, non essendo un singolo Stato ma un’unione di Paesi con regole differenti, non può concedere asilo, ma ha anche sottolineato che “…quando sono state pubblicate le sue rivelazioni io ho detto “grazie Mr Snowden”, perché fino ad allora avevo avuto grosse difficoltà a convincere, soprattutto le istituzioni europee, che avevamo  un grande problema da risolvere sul piano internazionale in merito alla protezione dei dati”.

Fino a ora – ha aggiunto – i nostri interlocutori d’oltreoceano hanno sempre affermato che sarebbe stato impossibile per gli utenti europei ricorrere in giustizia negli Usa per l’abuso dei loro dati personali perché il Congresso si sarebbe rifiutato di modificare la Costituzione, ma grazie a Mr Snowden direi che le cose sono cambiate e ora c’è maggiore attenzione alle nostre richieste di reciprocità”.

 

La scorsa settimana, anche il New York Times si è schierato dalla parte della talpa, sottolineando che con le sue rivelazioni “ha reso al suo Paese un grande servizio” e che è giunto il momento per gli Stati Uniti di “offrire un patteggiamento o una forma di clemenza per permettergli di tornare a casa” perché Snowden merita una “vita migliore di un esilio permanente”.