Telecom Italia, Giuseppe Vegas: ‘Italiana o spagnola non importa, ciò che conta è offrire servizi competitivi’

di Alessandra Talarico |

Monito del presidente Consob: ‘Le scatole cinesi non funzionano più, perché fanno male all'economia del Paese’.

Italia


Giuseppe Vegas

Che Telecom Italia sia “spagnola o italiana” poco importa al presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che in un’intervista a L’Espresso ribadisce che l’importante è che la società “offra buoni servizi a prezzi competitivi e che i risparmiatori non siano danneggiati”.

“Se arriva Vodafone o un altro, ha i soldi e lancia un’Opa, ben venga”, anche se potrebbe porsi a quel punto “un problema di Antitrust”, ha aggiunto Vegas per poi sottolineare quello che per lui è il messaggio che dovrebbe emergere dall’intera vicenda Telecom Italia e cioè che “le scatole cinesi non funzionano più, perché fanno male all’economia del Paese”.

“Se ci accorgiamo – ha aggiunto – che un soggetto, che sta nella solita scatola cinese, ha acquistato azioni al doppio del valore di mercato, beh, ci andiamo giù pesanti. E se facciamo domande o ispezioni, è più rischioso mentire nelle risposte formali. Magari scattano le contraddizioni e salta il tappo”.

 

Vegas si è quindi detto favorevole a una doppia soglia Opa, come proposto dal presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti, purchè le due soglie, una ordinaria e una ridotta per le public companies, siano “entrambe fisse” dato che le soglie mobili presentano un doppio svantaggio: “i rischi di contenzioso e un’alea di incertezza per il mercato”.

 

Sulla modifica della soglia Opa, Mucchetti non intende darsi per vinto e, nonostante l’arretramento dell’esecutivo sulla questione, ha presentato un nuovo emendamento, stavolta alla Legge 126 sulle misure in materia di regioni ed enti locali, che sarà votato in Commissione Finanze al Senato.

 

L’emendamento, che era stato già presentato alla Legge di Stabilità ma giudicato inammissibile e bocciato per “estraneità di materia”, introduce una seconda soglia per far scattare l’Opa in caso di ‘controllo di fatto’ tra il 15% e il 30%. Per “controllo di fatto” si intende il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie, di amministratori che abbiano poteri tali da esercitare un’influenza dominante sulla gestione sociale. Attualmente la soglia è una sola, fissata al 30%.

 

Il 24 ottobre il ministero dell’Economia si era impegnato a tradurre in legge l’emendamento “in tempi brevissimi” ma il Governo non sembra avere questo tema in cima alla sua agenda. Più volte il viceministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, ha espresso perplessità sull’opportunità di procedere ora a una modifica della legge sull’Opa. Riforma che è “necessaria”, per Catricalà, ma non in questo momento, sia per non prendere decisioni affrettate legate alla contingenza sia per non dare l’idea di voler cambiare le regole in corso di partita – con riferimento, nello specifico, all’accordo tra Telco e Telefonica per il controllo di Telecom Italia – con un’operazione che avrebbe anche ripercussioni negative sull’immagine del Paese, che invece ha forte necessità di attrarre investimenti stranieri.