Roaming: anche per l’Europarlamento i costi extra per usare il cellulare all’estero devono essere azzerati entro il 2015

di Alessandra Talarico |

Francesco de Angelis: ‘Sono queste le decisioni che i cittadini si aspettano dall’Ue: dal 2015 i cittadini potranno finalmente beneficiare dell’abbattimento di una delle ultime frontiere esistenti tra Stati membri’.

Unione Europea


Data roaming

Le tariffe di roaming devono essere azzerate entro il 2015: è quanto chiedono gli eurodeputati della Commissione industria del Parlamento europeo che hanno votato oggi all’unanimità una risoluzione che mira, appunto, all’abolizione dei costi aggiuntivi per usare il cellulare all’estero. Tariffe che il Commissario Neelie Kroes ha più volte definito ‘inique e noiose’.

 

Il testo della risoluzione, presentata da Pilar del Castillo (Ppe, Spagna), Francesco de Angelis (S&D/Pd, Italia), Amelia Andersdotter (Verdi, Svezia) e Evžen Tosenovsky (Conservatori, Rep.Ceca), sottolinea come i “margini di profitto sbilanciati sul roaming” non solo creano costi eccessivi per i consumatori ma ostacolano anche la crescita e la prosperità, oltre che essere contrari al concetto di mercato unico digitale.

 

Il voto unanime esprime dunque forte sostegno alle bellicose intenzioni del Commissario Kroes, che più volte ha sottolineato la necessità di abolire il roaming ‘una volta per tutte’.

 

“Dobbiamo assicurarci che il mercato telecom funzioni e che le persone non abbiano più paura di usare il cellulare all’estero per chiamare o navigare su internet quando sono all’estero”, ha affermato il relatore della risoluzione Jens Rohde, sottolineando che Usa e India, ad esempio, hanno già abolito le tariffe di roaming.

 

“L’abolizione completa e definitiva delle tariffe roaming in Europa è più vicina”, ha commentato l’eurodeputato del Pd Francesco De Angelis. “Sono queste le decisioni che i cittadini si aspettano dall’Ue: dal 2015 i cittadini potranno finalmente beneficiare dell’abbattimento di una delle ultime frontiere esistenti tra Stati membri”.

 

Grazie agli interventi messi atto dalla Commissione a partire dal 2007, che si sono tradotti nell’imposizione di massimali per le tariffe sia delle chiamate in entrata e uscita che, in ultima istanza, anche per il traffico dati (internet mobile), i costi del roaming sono stati gradualmente ridotti nel corso degli anni.

A partire dal 1° luglio, il costo per effettuare e ricevere una chiamata dall’estero è sceso, rispettivamente, a 24 e 7 centesimi al minuto per poi passare, dal 1° luglio 2014, a 19 e 5 centesimi, ossia 35 centesimi in meno rispetto ai tetti imposti dalle norme vigenti.

Inviare un sms non può costare più di 8 centesimi e non più di 6 centesimi da luglio 2014, raggiungendo così un prezzo inferiore di 11 centesimi rispetto a quello imposto attualmente.

Complessivamente, il perfezionamento del regolamento sul roaming — considerando le chiamate, gli SMS e il trasferimento dati — rappresenterà per i consumatori un risparmio del 75% rispetto ai prezzi del 2007, che si traduce, in soldoni, in un risparmio di circa quindici miliardi rispetto al costo degli stessi servizi ai prezzi del 2007.

Il vantaggio non è solo per i consumatori ma anche per le compagnie, in quanto allontana il fattore “paura” dal mercato, favorendone la crescita.

 

La risoluzione della Commissione industria sarà votata nella prossima riunione plenaria del Parlamento europeo (9-12 settembre), ma l’iniziativa non trova il sostegno di tutti gli Stati membri: contro l’abolizione del roaming si è schierata, ad esempio, la Francia. Per il ministro francese all’economia digitale Fleur Pellerin, “la fine del roaming in Europa sarebbe un colpo molto duro per i margini degli operatori”.

 

Una posizione, questa, condivisa dal regolatore del mercato: per il direttore generale dell’Arcep, Benoît Loutrel, “non si può decretare la fine del roaming. è un risultato a cui si arriverà con la realizzazione del mercato unico digitale, non uno strumento” per realizzarlo.