Economia digitale, Enrico Letta: ‘Non daremo tregua agli evasori fiscali’

di Raffaella Natale |

Domani il Consiglio europeo discuterà di evasione e paradisi fisali. Oggi in Senato Letta ha illustrato la posizione del governo, annunciando l’apertura di nuovo cantiere di lavoro per la tassazione nell'economia digitale.

Italia


Enrico Letta

Nella giornata dell’audizione di Tim Cook al Senato USA per rispondere dell’accusa ad Apple d’aver eluso tasse per 74 miliardi di dollari, a pochi giorni dalla riconvocazione dei vertici di Google ad Amazon davanti alla Commissione parlamentare britannica per le loro pratiche ‘scorrette’ (Leggi Articolo Key4biz), la questione dell’evasione fiscale approda al Consiglio europeo di domani.

Oggi al Senato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è entrato nel merito della questione, illustrando ai parlamentari che domani si discuterà anche del grande tema della lotta alla frode e all’evasione fiscale internazionale.

 

“In questa difficile stagione  – ha detto Letta – in cui tutti gli Stati membri chiedono sacrifici pesanti ai propri cittadini per il risanamento delle finanze pubbliche, la lotta all’evasione e alla frode fiscale è anzitutto imperativo morale, dovere ineludibile, senza dimenticare che si tratta di un elemento essenziale per assicurare l’equità e la fiducia nell’efficienza del sistema fiscale”.

 

L’aspetto centrale della discussione domani riguarderà l’affermazione del principio dello scambio automatico d’informazioni fiscali come standard di trasparenza nelle relazioni tra Stati membri all’interno dell’Unione e tra l’Unione e i Paesi terzi. Si tratta di estendere in questo campo la collaborazione tra autorità fiscali, includendo tutte le tipologie di redditi attraverso una revisione della direttiva del 2011 sulla cooperazione amministrativa.

Il Consiglio europeo dovrà conferire alla Commissione il mandato ad avviare negoziati con Paesi terzi per rafforzare gli accordi in materia di cooperazione fiscale.

 

“Noi vogliamo – ha sottolineato il presidente del Consiglio deli Ministri – che il Consiglio decida una serie di priorità d’azione per il futuro nel campo dell’evasione e della frode fiscale, a partire dall’attuazione del piano d’azione della Commissione per rafforzare la lotta alla frode fiscale, presentato nel dicembre 2012, e delle raccomandazioni agli Stati membri sulle pratiche fiscali aggressive e sulla buona governance fiscale nei confronti dei Paesi terzi”.

 

Letta ha poi indicato che si aprirà infine un nuovo cantiere di lavoro per quanto riguarda gli aspetti legati alla tassazione nell’economia digitale, sui quali il governo francese anticipando i tempi è già al lavoro sulle proposte contenute nel Rapporto Lescure (Leggi Articolo Key4biz) e quelle indicate dalla Commissione Colin & Collin.

 

Il premier ha ribadito che il Governo italiano sostiene pienamente l’obiettivo di rafforzare gli strumenti di lotta alla frode e all’evasione fiscale internazionale: “Il problema ha dimensioni sempre più globali e dunque impone risposte coordinate a livello internazionale; per questo l’Unione deve promuovere i principi della trasparenza fiscale, nonché dimostrare la propria leadership, mettendo in atto misure efficaci di contrasto alla frode e all’evasione. Su questi temi non sono più ammesse timidezze. Occorre un’azione che non dia tregua all’evasione e alla frode e che contrasti in modo determinato il riciclaggio di denaro all’interno dell’Unione e nei rapporti con i Paesi terzi, attraverso l’identificazione dei beneficiari effettivi, anche in presenza di società, trust o fondazioni”.

 

Per Luciano Uras (Sel), “…è necessario definire perimetri prioritari di indagine finalizzati alle azioni di contrasto, soprattutto preventivo piuttosto che repressivo, per ambiti omogenei in relazione alla categoria dei soggetti, alle modalità di elusione ed evasione, alle professioni di supporto di tali attività illecite (…) Sappiamo quali sono coloro che non contribuiscono in modo adeguato allo sforzo e al sostegno dello Stato e dell’Unione europea per affrontare la crisi. Non sono certo i lavoratori dipendenti, che danno più di tutti avendo meno di tutti”.

 

Loredana De Petris (Sel) ha sottolineato la necessità di un piano di azione per contrastare la frode e l’evasione fiscale anche attraverso la definizione dei paradisi fiscali mentre Giuseppe Vacciano (M5S) ha indicato l’importanza per l’Italia di recuperare “il gap che lo separa dagli altri Stati dell’Unione sul tema del contrasto all’evasione, al riciclaggio e alla frode fiscale”.

 

 

Vito Crimi (M5S), intervenendo in merito alla lotta alla frode e all’evasione fiscale, ha evidenziato l’importanza di “un’azione congiunta di contrasto e di moral suasion rivolta ai cosiddetti paradisi fiscali da parte degli Stati membri dell’Unione; la necessità di adeguare le normative comunitarie alle nuove forme di riciclaggio e ai nuovi protagonisti di tale fenomeno; la necessità di un coordinamento delle politiche fiscali a livello sovranazionale, volto alla semplificazione e alla standardizzazione delle pratiche di governance”.

 

“E’ necessario – ha concluso Crimi – dare piena e completa attuazione all’agenda digitale, una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, adottata il 17 giugno 2010 per proseguire ed innovare la strategia di Lisbona, necessaria, oltre che per sviluppare un mercato unico digitale, anche per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, per contrastare con efficacia l’aumento della criminalità informatica e le relativi frodi, informatiche e non, come le cosiddette frodi “carosello”, e la piaga dell’evasione fiscale”.

 

Letta ha apprezzato gli interventi specie quello del senatore Vacciano che ha condiviso “dalla prima all’ultima parola”.

“Il problema  – ha poi spiegato – è che su questo punto e su questo tema a livello europeo vi è un’ipocrisia insostenibile: è l’ipocrisia legata alla necessità di dire delle cose sui paradisi fiscali e di sapere che queste stesse cose, quando si applicano, hanno conseguenze che ad alcuni non piacciono, perché si trasformano in perdite di guadagni facili, che alcuni si sono costruiti grazie a un sistema che, rispetto a questi temi, si è dimostrato ed è insostenibile, soprattutto in tempi di globalizzazione e di capacità di trasferimento di informazioni“.

 

“Non ho dubbi – ha concluso Letta – che anche sui due temi che lei ha toccato, che devono essere applicati al nostro Paese (dall’autoriciclaggio al falso in bilancio), dobbiamo fare molto di più. Si tratta, infatti, di temi rispetto ai quali considero assolutamente fondamentale la capacità di riformare il nostro sistema in termini di correttezza, regolarità e trasparenza per far sapere all’estero che se si viene in Europa e in Italia le regole vigenti funzionano.”