Startup, cosa intende fare il nuovo Governo per le imprese innovative?

di Raffaella Natale |

Al momento mancano una serie di decreti attuativi che riguardano l’ecosistema delle startup. Provvedimenti importanti per ripartire, visto che il numero delle aziende continua a crescere.

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Le startup si rivolgono al governo Letta e, all’indomani dell’incontro formale nell’abbazia di Spineto dove sono stati annunciati alcuni punti fondamentali del nuovo programma da realizzarsi in 100 giorni (Leggi Articolo Key4biz), si dicono immediatamente disposte a collaborare sul piano della creazione dei posti di lavoro, specie per i giovani, sul quale il nuovo premier intende puntare.

Ieri Letta in conferenza stampa ha detto chiaramente, richiamando anche il suo discorso alla Camere per ottenere la fiducia (Leggi Articolo Key4biz) che la missione di questo governo è d’intervenire su casa, lavoro per i giovani, ed economia. Indicando che ci saranno decreti legge e atti normativi per gli italiani che vogliono lavorare. Un pacchetto d’iniziative che preveda una serie di agevolazioni, sburocratizzazioni e incentivazioni per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia italiana.

 

Per queste ragioni l’associazione considera vitale dare prosecuzione a quanto avviato dal precedente Governo tecnico in tema di startup, spiegando che “Non si tratta di proteggere un settore in fase di forte affermazione in Italia e in tutto il mondo, ma piuttosto di cambiare e rinnovare la mentalità del nostro Paese”.

Italia Startup ritiene, infatti, che digitalizzazione del sistema pubblico e privato e creazione di nuove imprese innovative siano due facce della stessa medaglia: portare cioè valore e innovazione all’ecosistema industriale, politico e sociale italiano, dando una formidabile opportunità in termini di nuova occupazione. Con particolare attenzione a quella giovanile, ma senza dimenticare, ribadisce l’associazione, quella riguardante i tanti manager e funzionari, dotati di eccellenti competenze, che oggi già si trovano o rischiano di trovarsi senza un lavoro.

 

“Il mondo sta cambiando in modo drammaticamente veloce – ha commentato Riccardo Donadon, Presidente di Italia Startup – L’innovazione si sta diffondendo a un ritmo non prevedibile e non è solo di natura tecnologica, ma anche sociale. Sta riguardando il dna stesso della nostra società. Questo processo sta creando opportunità immense, mai viste prime, soprattutto per i giovani ed è fondamentale quindi far prendere loro coscienza dell’importanza del ruolo che possono giocare nella corsa verso la digitalizzazione che si sta vivendo in ogni settore“.

 

Mai come oggi, ha detto ancora Donadon, i giovani sono un asset fondamentale proprio per la loro naturale predisposizione verso le tecnologie digitali e verso l’utilizzo dei media sociali. Mai come in questo momento, ha sottolineato, la crisi sta portando le aziende a cercare nuovi modelli di business, aprendole a sperimentazioni innovative.

Per Donadon, “la parola chiave è contaminazione. Tra modelli tradizionali e modelli innovativi. E questi ultimi sono spesso frutto del lavoro di tante startup presenti sul territorio italiano. Le aziende consolidate, di settori maturi, soprattutto del Made in Italy, sono chiamate a investire in startup”.

 

Ma per fare questo, ha aggiunto Donadon, bisogna creare le condizioni per chi vuole investire, siano esse imprese o investitori.

Donadon ha concluso, sostenendo che “Il mondo industriale e finanziario, startup incluse, attendono segnali concreti dal nuovo Governo per riportare alla ribalta un tema che costituisce un asset competitivo importante per il nostro Paese”.

 

Dall’insediamento del nuovo governo effettivamente s’è saputo poco e niente del futuro dell’Agenda digitale e di tutti i provvedimenti contenuti nel Decreto Crescita 2.0, convertito in legge lo scorso dicembre, specie dopo i rilievi della Corte dei Conti allo Statuto dell’Agenzia dell’Italia digitale (Leggi Articolo Key4biz).

A parte la dichiarazione del neo Ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato con la quale ha fatto sapere che dell’Agenda digitale mi occuperò personalmente”, ancora tutto tace.

L’80% delle norme contenute dal Decreto Crescita 2.0 sono leggi auto-attuative, ma il restante 20% ha bisogno di un decreto per essere applicato.

Da qui i timori delle aziende che operano sul mercato dell’economia digitale. Al momento mancano, per l’appunto, ancora i provvedimenti attuativi che riguardano l’ecosistema delle startup che sono in fase di forte decollo e hanno bisogno del giusto sostegno.

 

Stando agli ultimi dati raccolti da InfoCamere, sono 668 al momento quelle che si sono iscritte all’apposito registro.

La maggior parte di queste imprese sono collocate al centro-nord dell’Italia. Le regioni più attive sono Lombardia (120 startup), Piemonte (83) e Veneto (81), in coda alla classifica Umbria (5) e Basilicata (4), fanalino di coda Valle d’Aosta (3). La maggior parte di queste startup riguarda il settore dei software e dell’informatica, ricerca e sviluppo, industria manifatturiera…

 

S’attende anche il Regolamento Consob in materia di crowdfunding, dopo la chiusura della consultazione pubblica (Leggi Articolo Key4biz).

Parliamo della raccolta di capitali di rischio da parte di startup innovative tramite portali online e l’Italia sarà il primo Paese europeo ad avere una normativa ad hoc. Una ragione di più per non mollare e proseguire sulla via del rilancio della digital economy.