Sparatoria davanti a Palazzo Chigi, scoppia la polemica dopo l’intervista al figlio undicenne di Preiti

di Raffaella Natale |

Il Garante Privacy Antonello Soro: ‘No alla strumentalizzazione dei minori’. Condanna anche da parte del presidente dell’ODG Iacopino.

Italia


Sparatoria a Palazzo Chigi

Scoppia la polemica per l’intervista televisiva strappata al figlio, di soli 11 anni, di Luigi Preiti, che ieri ha sparato davanti a Palazzo Chigi, ferendo due carabinieri Giuseppe Giangrande e Francesco Negri, mentre i ministri del governo Letta giuravano.

Il Garante per la Privacy, Antonello Soro, è intervenuto con una nota ufficiale, per invitare i media a “non strumentalizzare i minori”, spiegando che “l’esercizio del diritto di cronaca non deve accrescere le sofferenze dei soggetti più indifesi”.

 

Un gesto di disperazione, di follia, non sappiamo cosa abbia spinto Preiti a prendere in mano una pistola e a fare fuoco. Dopo il tragico accadimento i giornalisti si sono scatenati per ricostruire le dinamiche di quanto successo e per raccogliere quanti più particolari possibili sulla vita di Preiti.

 

Ma è giusto l’accanimento? E’ giusto cercare a tutti i costi lo scoop anche quando questo significa intervistare un bambino di soli 11 anni?

 

Il Garante ha invitato i media a valutare con la massima attenzione e responsabilità l’effettiva necessità di riferire dettagli e particolari non essenziali ai fini di una corretta informazione.

In particolare, Soro ha chiesto agli organi d’informazione e ai siti web d’astenersi dal pubblicare e diffondere dettagli eccessivi e immagini che possano ledere la dignità delle persone coinvolte, richiamando tutti al doveroso rispetto delle garanzie poste a tutela dei minori dal Codice deontologico dei giornalisti e dalla Carta di Treviso. 

E’ sempre necessario – ha ricordato Soro – tutelare la personalità dei minori, soprattutto quando non sono direttamente coinvolti in fatti di cronaca, considerando sempre il diritto del minore alla riservatezza come prioritario”.

 

Condanna anche da parte di Enzo Iacopino, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

“E’ informazione registrare che un ragazzo vuole bene al padre? Francamente credo di no”, ha detto senza mezzi termini Iacopino.

C’è bisogno di recuperare umanità e di consentire a un giovane di 11 anni, terza vittima dell’agguato davanti a palazzo Chigi, di non subire ulteriori danni. Questa ricerca del particolare estremo ad ogni costo e questa voglia di sensazionalismo non aggiungono alcun elemento utile alla ricerca delle ragioni che hanno provocato una tragedia dalle dimensioni ancor non ben definite‘.

 

Monito anche da parte di Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: “E’ inaccettabile il comportamento di certa stampa che in preda a un’irresistibile ricerca di spettacolarizzazione della notizia rischia di strumentalizzare il ruolo di un minorenne in una vicenda drammatica come quella della sparatoria di ieri davanti Palazzo Chigi”.

“I mezzi d’informazione – ha sottolineato ancora Spadafora – hanno una grande responsabilità nei confronti dei bambini e degli adolescenti coinvolti in fatti di cronaca e devono pertanto garantire loro una particolare tutela non solo in termini di privacy ma anche e soprattutto di rispetto della loro sensibilità in momenti come questi. Una tutela da anteporre sempre e comunque al dovere d’informazione, tanto più se –  come in questo caso  –  la notizia non esiste. Non sono certamente queste le forme di ascolto che ci interessano“.

 

Pure il Consiglio Nazionale degli Utenti ha manifestato la propria riprovazione per l’intervista al figlio minorenne di Preiti.

Nessuna forma di cautela comunicativa (presunto filtro vocale) può giustificare la palese lesione alla tutela dei minori: l’identificazione del minore “in situazione di grave crisi” è scontata, né alcun “diritto di cronaca” può essere usato pretestuosamente in tale circostanza.

Il tutto in palese violazione del Codice di autoregolamentazione tv e minori recepito integralmente da una legge dello Stato (legge n. 112/2004).