Telecom Italia conferma le trattative con 3 Italia: ‘Ne parleremo nel Cda dell’11 aprile’

di Raffaella Natale |

L’Ad Marco Patuano, intanto, nega che al momento ci siano trattative per l’ingresso di fondi sovrani nel capitale di Telecom Italia.

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Si apprende direttamente da Telecom Italia, che “sono intercorsi contatti preliminari con il Gruppo Hutchison Whampoa per lo studio di una possibile integrazione con 3 Italia”.

Lasocietà ha chiarito, su richiesta della Consob, che “Lo stato assolutamente embrionale e preliminare dei contatti, impedisce di commentare ulteriormente la notizia”.

“L’argomento – si legge nella nota – sarà oggetto di rappresentazione verso il Consiglio di Amministrazione della Società nella riunione calendarizzata per il giorno 11 aprile”.

 

Sempre oggi l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, ha indicato gli elementi che avrebbero pesato sull’andamento del titolo, che ha toccato i minimi nei giorni scorsi: volatilità dei mercati, indebitamento e in qualche misura anche l’incertezza del quadro politico difficile da spiegare all’estero.

A margine dell’incontro Expovisions a Milano, Patuano ha dichiarato che “L’Italia in questo momento esprime molta volatilità che non è necessariamente un bene. Telecom Italia genera oltre l’80% del proprio free cash flow in Italia e in un momento macro come quello attuale non è certo un elemento di forza”.

Alla volatilità, ha continuato Patuano, si aggiunge “un importante livello di debito e in un momento di tensione macroeconomica le aziende con più debito sono più soggette ad essere prezzate a sconto“. Quanto all’incertezza politica “rientra nel tema macroeconomico che è fatto di tante componenti e non è facile spiegare la situazione all’estero“.

Infine, per quanto riguarda l’indebitamento di Telecom, Patuano ha sottolineato che “continuiamo a generare un livello di free cash flow estremamente importante. Il debito cinque anni fa era di otto miliardi più alto e il piano industriale indica che con questo free cash flow si arriverà a ridurre ulteriormente il debito. Telecom Italia deve continuare a lavorare”.

 

Smentite, invece, per il momento negoziazioni per l’ingresso di fondi sovrani nel capitale di Telecom Italia. Patuano ha detto senza mezzi termini che “Non ci sono negoziazioni di alcun tipo, se vogliono comprare vanno sul mercato, noi siamo una bella azienda“.

 

Il mercato è intanto in forte fermento per l’operazione con 3 Italia e gli analisti si domandano che conseguenze potrebbe avere questo ritorno di fiamma tra i due operatori tlc. Il mercato ha gradito la notizia al punto che ieri le azioni di Telecom Italia sono passate in mezz’ora da 0,54 a 0,58 euro, chiudendo all’8%.

 

Stando alle ultime voci, nel prossimo consiglio, il presidente Franco Bernabè dovrebbe chiedere ai consiglieri di valutare l’opportunità di approfondire il dossier sull’integrazione fra le due società e a quel punto è altrettanto probabile si prenda del tempo per valutare i contenuti di un eventuale piano Telecom-3.

 

Secondo La Repubblica, l’azienda del magnate Li Ka-Shing avrebbe affidato a Goldman Sachs e allo studio Bonelli Erede Pappalardo il compito di studiare l’eventuale integrazione con Telecom Italia (Leggi Articolo Key4biz).

 

Nessuno dei principali soci di Telecom, molti dei quali riuniti in Telco, si sbilancia sulle ipotesi, anche perché i dettagli di questa eventuale intesa non sono noti.

Forse, però, i grandi azionisti sono perplessi all’idea di un’integrazione fra le due realtà della telefonia in Italia.

 

Stando al parere degli gli analisti di Intermonte, “l’accordo avrebbe implicazioni positive per Telecom Italia, ma ci sono elementi che ci portano a pensare che difficilmente a queste condizioni si raggiungerebbe un’intesa, in particolare il fatto che H3G Italia possa avere una quota in Telecom superiore a Telco post operazione”.

 

La Consob tiene, intanto, gli occhi aperti.

 

Difficoltà evidenziate anche dagli stessi analisti di Cheuvreux, per via della forte diluizione degli azionisti che comporterebbe l’eventuale deal, a fronte di un modesto contributo agli utili: la fusione avrebbe, infatti, solo un piccolo impatto positivo sui numeri del gruppo, viceversa porterebbe a una sostanziale diluizione dell’equity.

 

3 Italia, alla quale pare siano interessate anche Wind e Vodafone, ha un fatturato di circa 2 miliardi di euro, un ebitda di 264 milioni e quasi 10 milioni di clienti. Negli ultimi due anni il gruppo avrebbe investito circa 1 miliardo di euro nella rete.

 

Illustrano, invece, i vantaggi dell’eventuale operazione tra Telecom Italia e 3, gli analisti della sim: “Crediamo che il valore dell’implementazione delle sinergie possa essere intorno a 3 miliardi. Assumendo una potenziale valorizzazione di 3 Italia a 2 miliardi, la creazione di valore si attesterebbe a circa 1 miliardo di euro o circa il 9% dell’attuale capitalizzazione di mercato”.

 

Gli esperti di Ubs, diversamente, indicano i possibili ostacoli dell’Antitrust, visto che Telecom Italia, se l’accordo fosse confermato, arriverebbe a una quota di mercato pari al 42%. Se a questo aggiungiamo poi 3 punta a essere il maggiore azionista di TI, dobbiamo considerare anche la possibile opposizione della politica italiana.