Tlc: i regolatori Usa favorevoli al consolidamento. Via libera alla fusione tra T-Mobile e MetroPcs

di Alessandra Talarico |

Secondo la FCC la combinazione delle due aziende apporterà benefici alla concorrenza e ai consumatori, accelerando la realizzazione di una rete LTE nazionale.

Stati Uniti


T-Mobile

Via libera dalle Autorità Usa alla fusione tra T-Mobile Usa (di proprietà di Deutsche Telekom) e MetroPcs, rispettivamente quarto e quinto operatore mobile degli Stati Uniti. La fusione dovrà ora essere approvata dagli azionisti di MetroPcs.

Mentre gli operatori Ue stanno cercando di ‘ammorbidire’ l’Antitrust europeo con l’obiettivo di ridurre il numero di operatori attivi all’interno dei diversi Paesi, la FCC – nel dare il via libera all’operazione – ha sottolineato che la fusione avrà per effetto quello di creare un player più forte e, quindi, di stimolare la concorrenza su un mercato sempre più dominato da AT&T e Verizon Wireless (joint venture tra Vodafone e Verizon Communications).

 

Dalla fusione nascerà una società per azioni di cui l’operatore tedesco Deutsche Telekom controllerà il 74%. Pur diventando il quarto operatore sul mercato, la nuova telco “non avrà la capacità di aumentare unilateralmente i prezzi o di danneggiare in altro modo la concorrenza a livello nazionale”, sottolinea la FCC, secondo cui, inoltre, la combinazione delle due aziende apporterà benefici ai consumatori accelerando la realizzazione di una rete LTE nazionale.

 

Anche secondo il Dipartimento di Giustizia, l’accordo non danneggerà i consumatori e potrebbe aumentare la concorrenza, dando a T-Mobile le dimensioni e la dotazione di spettro necessaria per competere su più larga scala.

Nel 2011, le autorità avevano invece bloccato il tentativo di AT&T di acquisire T-Mobile, ritenendo che la maxifusione da 39 miliardi di dollari avrebbe causato un’eccessiva concentrazione del mercato.

 

L’operazione dovrà ora essere approvata dai soci di MetroPCS il prossimo 12 aprile. Il board sostiene l’offerta di T-Mobile, definita conveniente e atta a risolvere i problemi della società dal punto di vista della mancanza di frequenze e di competitività, ma i due principali azionisti – Paulson & Co. e P. Schoenfeld Asset Management LP – si sono opposti pubblicamente all’accordo, chiedendo condizioni migliori, la ricerca di un altro acquirente o il mantenimento dell’indipendenza.