#Winextforum, Roberto Moriondo (Regione Piemonte): ‘Nuove tecnologie e trasparenza digitale per una vera eDemocracy’

di di Roberto Moriondo (Rappresentante delle Regioni nel Comitato di Indirizzo della AGID) |

Pubblichiamo di seguito il contributo di Roberto Moriondo (Regione Piemonte) a margine del workshop ‘Wi-Next Forum: il Wi-Fi oltre la siepe…’, tenutosi a Torino il 27 febbraio 2013.

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Roberto Moriondo

Quando Regione Piemonte, a partire dalla fine del 2004, ha definito e avviato il programma di diffusione della banda larga (WI-PIE), lo ha fatto con la consapevolezza che il settore pubblico è chiamato a svolgere un ruolo di primo piano nella modernizzazione dell’economia e della società europea e che, in particolare, il livello di governo regionale risulta luogo privilegiato di integrazione e coesione sociale.

 

Il meccanismo innescato si è posto l’obiettivo di costituire un ambizioso sistema che prevede la Rete al centro della competitività e delle possibilità di crescita dei sistemi economici piemontesi e si propone di dotare il Piemonte, regione territorialmente e demograficamente complessa, di una infrastruttura digitale. La grande autostrada digitale è in grado di connettere ad alta velocità e sviluppare servizi nuovi per il miglioramento della qualità di vita delle persone e per fare business.

 

Il Programma WI-PIE ha visto Regione Piemonte costruire e sviluppare con successo, nel corso degli ultimi 9 anni, una realtà innovativa per cittadini e imprese, attraverso tecnologie anche diverse da quelle terrestri (wireless e satellitari), offrendo nuove opportunità economiche, sociali e culturali per tutto il Piemonte.

 

Il modello di business proposto ha creato le condizioni per attrarre investimenti in Piemonte da parte di operatori anche intorno al promettente mercato innovativo della connessione fra oggetti: Internet delle cose guarda alla rete come luogo virtuale che permette lo sviluppo di nuovi servizi per le persone fondati sulla comunicazione e l’interazione tra le cose. Su tali tematiche sarà presto disponibile un primo esempio di piattaforma distribuita per lo sviluppo di servizi digitali innovativi sul territorio, costruita dalla società CSP – innovazione nelle ICT, partner di Regione. 

 

Supportati dalla banda larga, tali servizi di nuova generazione perseguono l’obiettivo di garantire la creazione di un ecosistema regionale che preveda la partecipazione di soggetti pubblici e privati, favorisca la crescita del sistema produttivo e trasformi il Piemonte in un’area tecnologicamente avanzata. Tra questi: il progetto sul servizio di monitoraggio telematico di soggetti fragili, sistema integrato per la sicurezza domiciliare privata e professionale, immagini radiologiche in rete, telemedicina nel Verbano Cusio Ossola (VCO).

 

Fare Internet of things vuole quindi dire produrre dati e metterli a disposizione, “liberarli” per poterli riusare, riaggregare e produrre nuove idee e business. Regione Piemonte, adottando i principi della Direttiva Europea sulla PSI, attua una concreta politica degli Open data e mette a disposizione il patrimonio informativo pubblico come asset immateriale per la crescita economica, lo sviluppo di nuove iniziative e valore aggiunto. Strumenti di questa importante e complessa iniziativa, prima in Italia a partire dal 2010, sono la Legge regionale 24/2011 con “Disposizioni in materia di pubblicazione tramite la rete internet e di riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell’amministrazione regionale”, le recentissime Linee Guida dell’ottobre 2012 “relative al riutilizzo e alla diffusione tramite la rete internet dei documenti e dei dati pubblici dell’amministrazione regionale”, la piattaforma dati.piemonte.it che, ad oggi, vanta quasi 400 data set pubblicati. Il sistema regionale degli Open data si sviluppa grazie al contributo del CSI Piemonte, gestore del portale dati.piemonte e del più ampio Open Team che vede coinvolti anche CSP Innovazione nelle Ict, Centro NEXA Internet&Società del Politecnico di Torino e Consorzio Top-ix – Torino Piemonte Internet Exchange.

 

Tutte le infrastrutture e gli strumenti di cui Regione Piemonte si è dotata hanno permesso di raccogliere anche la sfida dei Big Data,  miniera di informazioni da cui estrarre strutture di conoscenza e di sapere, profili di trend in atto, previsioni potenti ed efficaci per l’immediato futuro la cui importanza strategica è ormai risaputa. La selezione, elaborazione ed analisi di questa enorme massa di dati costituisce un vantaggio competitivo in grado di migliorare la produttività, proporre soluzioni e servizi innovativi, creare valore aggiunto. BIG DIVE (ottobre 2012 e prossimo giugno 2013), evento organizzato dal Consorzio TOP-IX, altro partner di Regione Piemonte, è stato primo programma nazionale che si è proposto di sostenere la crescita di una nuova generazione di sviluppatori e figure professionali multidisciplinari capaci di analizzare e usare i Big Data.

 

Il modello 2.0 rappresenta una forma evoluta ed allargata del Web, che diventa strumento non solo di comunicazione ma di  partecipazione, secondo una naturale evoluzione sociale in cui la rete è luogo da abitare e la comunità di cittadini digitali costruisce – attraverso l’approccio partecipativo – quel villaggio globale auspicato già dai padri dell’Umanesimo.

Regione Piemonte, con la L.R. 5/2011 e il relativo Regolamento di attuazione (n. 13/R del dicembre 2012), ha permesso l’accesso alla infrastruttura di rete nelle sedi regionali e concederà a breve contributi a soggetti per l’installazione di hot spot Wi-Fi nei luoghi pubblici. Favorire la parità di accesso alle informazioni e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione segna un ulteriore passo della rivoluzione culturale e di comunicazione che il Piemonte decide di gestire: il processo verso la trasparenza digitale e la partecipazione al Governo rappresentano un concreto progetto di eDemocracy.

 

La tecnologia veicola innovazione anche nei contenuti: la consapevolezza da parte della PA che presìdi tradizionali, come i siti istituzionali, siano terreni di incontro meno attuali, e l’evidente necessità di presidiare le piazze digitali con gli strumenti adeguati, costringe a portare i propri contenuti e i servizi in terra straniera, aprendo cosiddette “ambasciate” sulle piattaforme dei social network. I feedback della comunità, nonché il linking reciproco tra i profili delle PA, in grado di dare vita a reti di relazioni attraverso le quali gli enti rimangono in contatto e si scambiano informazioni, rappresentano il valore aggiunto dei principi di condivisione e collaborazione propri dell’Open Gov.

 

Una P.A 2.0è un’amministrazione che sceglie di utilizzare l’intelligenza collettiva attraverso le risorse a sua disposizione per migliorare la gestione interna e l’efficienza dei servizi offerti: tutto questo sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dagli strumenti del web 2.0, mettendoli al servizio di un nuovo approccio nei rapporti con il cittadino.

 

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