Telecom Italia approva piano 2013-15. Taglio al dividendo per ridurre il debito

di Alessandra Talarico |

Franco Bernabè: ‘Fiducia nel futuro grazie a nuove regole Ue sui prezzi del rame’. Per il 2013-15, focus su sviluppo tecnologico nel fisso e nel mobile in Italia e nel mobile in Brasile. Meno ottimista Marco Patuano, ‘2013 sarà anno difficile’.

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Franco Bernabè

Risultati operativi in linea con le attese per il gruppo Telecom Italia, che oggi ha anche aggiornato le linee guida del piano triennale 2013-2015, focalizzate su un’ulteriore riduzione dei costi volta a finanziare lo sviluppo tecnologico nel mercato della telefonia fissa e mobile in Italia e nel mercato della telefonia  mobile in Brasile – individuati come le tre aree chiave di crescita del Gruppo.

 

La società ha quindi annunciato il dimezzamento del dividendo che nel periodo 2013-2015 ammonterà a 450 milioni di euro all’anno, pari a 1,97 euro per le azioni ordinarie. Un montante che potrà tornare a crescere appena saranno raggiunti i target di riduzione del debito, riportato a fine 2012 a 28,27 miliardi di euro (-2,14 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2011). A fine anno, la società conta di riuscire a scendere al di sotto dei 27 miliardi.

 

La decisione di ritoccare il dividendo – ha spiegato il direttore finanziario, Piergiorgio Peluso, è una conseguenza della persistenza di una situazione macroeconomica decisamente difficile ma, assicura, è maturata “nell’interesse di tutti gli azionisti” ed è coerente con l’impegno volto alla riduzione del debito.

 

Il piano triennale prevede, inoltre, un rafforzamento patrimoniale – attraverso un programma di emissioni fino a 3 miliardi di euro di titoli di debito subordinati “ibridi” nell’arco di un periodo di 18-24 mesi – volto a supportare il piano di sviluppo tecnologico e nel contempo, a difendere la posizione patrimoniale del Gruppo.

 

A margine della presentazione dei risultati, il presidente Franco Bernabè si è detto fiducioso sul futuro delle telecomunicazioni europee, grazie anche “al nuovo approccio regolamentare delineato dalla Commissione Europea mirato a garantire la stabilità dei prezzi wholesale sul rame fino al 2020 e adeguati incentivi per gli investimenti sulle nuove reti in fibra”.

Tale impostazione, ha aggiunto, “ci permetterà di agire più efficacemente nello sfidante contesto competitivo che l’evoluzione dei servizi legati ad internet sta disegnando”.

Quanto alla possibilità di una rete unica per le tlc a livello europeo, Bernabè ha affermato che gli operatori non hanno ancora ricevuto indicazioni dalla Ue in tal senso. Si tratta comunque di decisioni che “richiedono tempi lunghi”.

In merito allo spin-off della rete, Bernabè ha precisato che “ci sono trattative in corso” e che l’opzione “resta interessante”, per poi precisare che Telecom Italia ha “iniziato 5 anni fa a organizzare l’open access, una struttura estremamente innovativa”.

 

Un po’ meno ottimista l’ad Marco Patuano, secondo cui anche il 2013 sarà un anno difficile per l’economia, “con la ripresa del PIL posticipata di un anno” e la spesa consumer che “continuerà ad essere negativa (-1,2%) per tutto l’anno”.

 

Per il 2013, la società punta a “ricavi stabili anno su anno, una riduzione percentuale dell’EBITDA ‘a singola cifra’ e una posizione finanziaria netta rettificata inferiore a 27 miliardi di euro” mentre le linee guida del piano 2013-2015 prevedono al 2015 “ricavi ed EBITDA in crescita media annua ‘a singola cifra’”.

Gli investimenti industriali cumulati saliranno a circa 16 miliardi di euro in tre anni e il rapporto posizione finanziaria netta rettificata su EBITDA reported sarà inferiore a 2 volte nel 2015.

 

Quanto ai risultati 2012, l’anno si è chiuso con ricavi per 29,5 miliardi di euro (-1,5% rispetto all’esercizio 2011); un EBITDA pari a 11,6 miliardi di euro (-4,2%), con un’incidenza sui ricavi del 39,5% (40,6% nell’esercizio 2011). Un calo legato prevalentemente alle performance sul mercato italiano, dove i ricavi – pari a 17.884 milioni di euro – hanno segnato una contrazione del 5,8%. In calo anche i ricavi della telefonia mobile che si attestano a 6,6 miliardi di euro (-7%). In crescita, invece, sia la controllata argentina (+564 milioni di euro) e che quella brasiliana (+134 milioni di euro).

Il free cash flow operativo si attesta 6,46 miliardi di euro, in aumento di 699 milioni di euro rispetto all’esercizio 2011.

 

Gli analisti attendevano ricavi a 29,648 miliardi, Ebitda a 11,821 miliardi e un debito netto rettificato a 28,4 miliardi.

 

Commentando i risultati Bernabè ha sottolineato che sono “ancora più significativi, perché ottenuti in un contesto economico molto complesso e condizionato dalla recessione ancora in atto e dal conseguente contesto di mercato in Italia, e dal rallentamento della crescita in Brasile ed Argentina”.

La solida generazione di cassa, ha proseguito, consentirà di ridurre ulteriormente il debito e contribuirà alla necessità di sviluppo delle infrastrutture di rete in Italia e all’estero, “un impegno che riteniamo fondamentale”.

 

Nel 2012 la società ha investito 5,2 miliardi di euro, dei quali poco più di 3 in Italia.