Mercato tlc: i ricavi all’ingrosso restano stabili, ma le telco devono ampliare le loro offerte per restare competitivi

di Alessandra Talarico |

Ovum sottolinea che diversi operatori – tra i quali Telecom Itala e il francese SFR – hanno aumentato i ricavi generati da altri settori ‘non-voice’ a un livello tale da compensare pienamente il declino del comparto voce.

Europa


telecomunicazioni

I ricavi del mercato europeo delle telecomunicazioni all’ingrosso sono rimasti stabili tra il 2010 e il 2011, nonostante la crisi economica, l’intensa concorrenza e gli interventi di regolamentazione. Lo rivela l’analisi annuale Ovum, secondo cui il valore del mercato europeo wholesale nel 2011 è stato di 36,2 miliardi di euro, in calo dello 0,5% rispetto all’anno precedente, e ha rappresentato l’11% dei ricavi complessivi dei maggiori operatori telecom europei.

 

Dall’analisi, basata sui risultati riportati dai 25 maggiori operatori Ue (tra i quali BT, Deutsche Telekom, FT-Orange e Telefonica), emerge un mercato estremamente concentrato. Nel 2011, i 4 principali grossisti di servizi di telecomunicazioni canalizzavano il 50% dei ricavi del settore, con i primi 10 responsabili di oltre il 75% dei ricavi totali.

Lo studio sottolinea inoltre che tutti i principali operatori hanno registrato un calo dei ricavi legati ai servizi voce e, mentre alcuni stanno mitigando l’effetto di questo declino allargando l’attrattiva dei servizi non-voice, “molti altri devono fare di più”, sottolinea l’analista David James.

“Molti operatori hanno già esteso il loro portfolio non-voice, offrendo nuovi servizi quali il carrier Ethernet, la distribuzione dei contenuti e l’hosting. Tuttavia – aggiunge l’analista – devono fare di più per attrarre e mantenere i clienti dei servizi mobili all’ingrosso e dei servizi non-voice”.

 

Il mobile wholesale, in particolare, è uno dei settori più in crescita e offre un significativo potenziale di crescita, ma richiede un portfolio più completo e flessibile, non centrato solo sulla flessibilità, spiega ancora Ovum, secondo cui anche il settore non-voice fisso offre maggiori opportunità di innovazione e differenziazione rispetto ai servizi voce.

 

Ovum sottolinea quindi che diversi operatori – tra i quali Telecom Itala e il francese SFR – hanno aumentato i ricavi generati da altri settori a un livello tale da compensare pienamente il declino del comparto voce. Non è stato così, invece, per BT, il principale operatore wholesale in termini di ricavi, che ha registrato un calo dei ricavi tra il 2010 e il 2011 come conseguenza del declino dei ricavi alla voce nel segmento fisso.

Solo Belgacom, nota infine la società di analisi, è riuscito ad aumentare i ricavi in questo comparto, mentre tutti gli altri player attivi nel settore non-voice all’ingrosso hanno registrato una crescita dei ricavi.

“Il calo dei ricavi dei servizi voce wholesale non mostra segni di rallentamento. I grossisti – soprattutto quella manciata che domina il mercato – devono muoversi per comprendere le esigenze dei loro clienti in fatto di servizi non-voice”, ha concluso James.