Agenda digitale, si va verso la fiducia. Corrado Passera: ‘Faremo di tutto per convincere il Parlamento’

di Raffaella Natale |

Le commissioni IX e X hanno licenziato il testo ritirando tutti i 400 emendamenti presentati e domani il dl andrà in Aula, così come modificato dal Senato.

Italia


Corrado Passera e Mario Monti

“Faremo di tutto per convincere il Parlamento ad accelerare l’approvazione” del Decreto Sviluppo bis. E’ quanto dichiarato oggi dal Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervenuto al seminario del Centro studi di Confindustria. Aggiungendo: “Sono confidente che ci s’impegnerà al massimo”.

 

Intanto il Ministro per i Rapporti col Parlamento, Piero Giarda, ha annunciato che sul Decreto, attualmente all’esame delle commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera, il  Governo è intenzionato ad apporre la questione di fiducia. L’Esecutivo dovrebbe chiedere il voto domani in Aula.

Giarda ha detto di avere già preannunciato “privatamente” al presidente Gianfranco Fini l’intenzione del Governo. La discussione generale sul provvedimento avrà inizio domani, dopo la votazione sulla pregiudiziale posta dall’Idv: quando verrà posta la fiducia ci sarà una nuova riunione dei capigruppo per stabilire il prosieguo dei lavori parlamentari. In particolare, bisognerà vedere se i gruppi concederanno la deroga alle 24 ore tra l’apposizione della questione di fiducia e la relativa votazione prevista dal regolamento.

 

Oggi, intanto le commissioni parlamentari IX e X hanno licenziato il testo ritirando tutti i 400 emendamenti presentati e domani il dl andrà in Aula, così come modificato dal Senato, per essere convertito in legge entro il 18 dicembre.

In sede di discussione nelle commissioni il Governo avrebbe, però, assicurato di impegnarsi affinché alcune proposte, contenute nei 400 emendamenti, siano “salvate”, confluendo nel ddl Stabilità.

 

Secondo Passera, per l’Italia “non ci sono scorciatoie” e il governo Monti insieme al Parlamento ha affrontato molti dei nodi che hanno impedito al paese di crescere per ragioni strutturali. Gli effetti delle riforme di questo esecutivo, ha detto ancora, si vedranno più in là. Il Ministro ha anche sottolineato: “Ci siamo dati un’agenda per la crescita che è stata realizzata mese dopo mese. E’ chiaro che il tema dello sviluppo e della creazione di posti di lavoro è la priorità numero uno ma non ci sono scorciatoie per affrontare tutte le ragioni strutturali che hanno impedito al paese di crescere”.

 

Oggi Paolo Gentiloni scriveva su Twitter che l’Agenda digitale ‘Purtroppo va approvato così’.

Mentre ieri Deborah Bergamini, relatrice della proposta di legge bipartisan sull’Agenda digitale firmata da Paolo Gentiloni (Pd), Roberto Rao (Udc) e Antonio Palimieri (Pdl), nella IX Commissione ha espresso il suo rammarico perché, visto l’incalzare dei tempi, s’è costretti ad affrontare “temi di fondamentale interesse per la crescita del Paese, senza poterne approfondire adeguatamente i contenuti, dal momento che il disegno di legge è stato trasmesso dal Senato soltanto in prossimità della scadenza del termine per la conversione in legge (il Decreto deve essere adottato entro il 18 dicembre pensa la sua decadenza, ndr)’.

 

Secondo la Bergamini, “Il disegno di legge manca di una visione d’insieme, giacché reca una serie di misure parziali che, per quanto utili, non consentono di realizzare l’obiettivo di fondo ossia quello di avvicinare il più possibile l’agenda digitale nazionale a quella europea”.

 

Pur riconoscendo che “il provvedimento reca alcune misure positive in materia di digitalizzazione della PA, di sviluppo della PEC, di sanità digitale – con l’introduzione del fascicolo sanitario digitale -, la Bergamini rileva come “vi siano poche disposizioni in materia di commercio elettronico e pochissime in materia di inclusione digitale, ancorché si tratti di un tema di fondamentale interesse per l’Italia, posto che una parte consistente della popolazione per ragioni strutturali o culturali non ha accesso alla rete”.

 

Anche sulle smart city, sul quale il Governo aveva condotto una consultazione pubblica, secondo la Bergamini “è venuto meno lo slancio iniziale e le disposizioni introdotte non risultano di elevato profilo, analogamente a quelle concernenti lo sviluppo dei contenuti digitali. Anche in merito alle Startup sottolinea una certa timidezza degli indirizzi assunti dal Governo che non appaiono rispondenti ai contenuti del predetto testo unificato”.

 

In conclusione, la Bergamini esprime “una tendenziale delusione per i contenuti del provvedimento, anche perché esso aveva inizialmente suscitato notevoli aspettative soprattutto da parte dei vari soggetti interessati al tema dell’agenda digitale”.