Telecom Italia: Borsa positiva su ipotesi ‘terza via’. Nessun commento dal Comitato esecutivo

di Alessandra Talarico |

L’ipotesi formulata da Il Sole 24 Ore prevede l’evoluzione di Open Access e l’aggiunta dell’equivalence of input all’equivalence of output (garantita già oggi) per arrivare a uno scorporo ‘de facto’, in maniera semplice e rapida e con il placet della Ue.

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Com’è consuetudine, prima di un cda particolarmente importante – quale sarà quello del prossimo 6 dicembre – si è riunito stamani il Comitato esecutivo di Telecom Italia, che ha presumibilmente cominciato a esaminare i dossier che arriveranno sul tavolo della prossima riunione del Consiglio.

Il condizionale è d’obbligo perché al termine della riunione, durata oltre 4 ore, nessuno dei partecipanti ha voluto rilasciare dichiarazioni, così come aveva tenuto la bocca cucita, ieri, anche l’imprenditore franco-tunisino Tarak Ben Ammar, consigliere Mediobanca, rispondendo semplicemente “Aspettate giovedì, il 6, quando c’è il Cda di Telecom” a chi gli chiedeva lumi sul futuro della compagnia.

 

I dossier da esaminare al prossimo cda sono in effetti diversi e tutti con un notevole impatto, non solo mediatico, sul futuro di Telecom Italia, a partire dalle avances del magnate egiziano Naguib Sawiris, che per entrare nel capitale della società ha messo sul piatto circa 3 miliardi di euro (Leggi articolo Key4biz).

Un’offerta che ha avuto un buon effetto sull’andamento del titolo, ma ha spaccato il fronte degli azionisti, ricevendo il parare favorevole di Intesa SanPaolo ma il pollice verso di Telefonica, Generali e Mediobanca.

 

I soldi di Sawiris, del resto, potrebbero tornare utili per un’acquisizione molto ghiotta, quella dell’operatore brasiliano GVT (gruppo Vivendi) che permetterebbe alla società di rafforzarsi sul mercato fisso carioca, dove Tim Brasil è il secondo operatore mobile con una quota del 26,79%. Il conglomerato media francese chiede per la controllata non meno di 7 miliardi di euro e l’operazione potrebbe non trovare d’accordo il socio industriale spagnolo, che in Brasile – con Vivo – è leader del mercato mobile. Proprio per allentare il peso di Telefonica – gravata da un evidente conflitto dì interesse – alcuni azionisti hanno risposto con favore all’ingresso di Sawiris nel capitale (Leggi articolo Key4biz).

 

A tenere banco il prossimo 6 dicembre sarà comunque anche il tema dello scorporo della rete. Un progetto dato per archiviato dalla stampa ma non dal management, che però non sembra avere ancora le idee chiare sulla via da seguire essendo, del resto, un percorso del tutto nuovo, mai esplorato da nessuna telco europea, benché funzionale in vista dell’agognato ridimensionamento del debito che nelle intenzioni dovrebbe scendere entro fine anno a 27,5 miliardi di euro dai 29,5 miliardi di fine settembre.

Il nodo, da diversi anni a questa parte, resta quello della valutazione dell’asset – Telecom Italia ne stima il valore in 15 miliardi, mentre la CDP non sembra disposta ad andare oltre i 9 – ma anche della gestione della newco in cui dovrebbe confluire la rete, visto che Telecom ha più volte ribadito di non voler in alcun modo rinunciare al controllo dell’infrastruttura (Leggi articolo Key4biz).

 

E intanto, le ipotesi sulle possibili mosse dell’azienda in questo senso si sprecano: l’ultima in ordine di tempo è stata avanzata stamani dal Il Sole 24 ore, che ha parlato di ‘terza via’.

L’ipotesi formulata dal quotidiano economico prevede in sostanza l’evoluzione di Open Access – la divisione nata nel 2008 a garanzia di una maggiore indipendenza e trasparenza della gestione della rete d’accesso  – e l’aggiunta dell’opzione dell’equivalence of input all’equivalence of output (garantita già oggi).

Secondo il Sole 24 Ore, infatti, garantendo l’equivalenza in ingresso così come avviene in uscita – applicando cioè ai concorrenti un prezzo fisso per l’affitto del doppino in rame e prezzi liberi, non orientati al costo, nella messa a disposizione della rete in fibra ottica – si arriverebbe a uno scorporo ‘de facto’, in maniera che più semplice e rapida non si può e soprattutto con il placet della Ue.

 

In Borsa, sulla scia di queste ipotesi, il titolo Telecom ha chiuso con un +1,45%.