ETNO: ricavi delle telco europee in calo per il terzo anno consecutivo, ma crescono gli investimenti

di Alessandra Talarico |

Luigi Gambardella (ETNO): ‘Il continuo aumento dell’uso dei social network e delle applicazioni OTT conferma il bisogno di nuovi modelli di collaborazione’.

Europa


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I ricavi complessivi degli operatori telefonici europei si sono attestati nel 2011 a 274,7 miliardi di euro, in calo dell’1,5% rispetto al 2010 e in un contesto di moderata ripresa economica (+4,2% il PIL nell’area).

Lo rivela un rapporto IDATE, che conferma il perdurare una crisi che non può più definirsi ciclica ma strutturale. È infatti il terzo anno consecutivo chiuso col segno meno per l’industria europea delle telecomunicazioni, che continua a perdere peso nel mercato globale: la market share delle telco del vecchio continente è scesa infatti in sei anni dal 31% al 25%.

In calo dell’8% i ricavi della telefonia fissa, mentre risultano più contenute (-0,6%) le perdite per il comparto mobile. Di contro, i ricavi della banda larga sono cresciuti del 4%.

 

In aumento (+5,2%) anche gli investimenti che nel 2011 si sono attestati a 45,5 miliardi. Una cifra considerevole se paragonata alla crescita del capex negli usa e in Asia (+1,4%).

 

Il declino, sottolinea IDATE, riguarda tutti i Paesi europei, eccetto i Paesi Bassi, la Romania e la Turchia, anche quelli che negli anni scorsi hanno tenuto bene la crisi come la Francia (-2.3% nel 2011 vs +0.8% nel 2008 e +0.9% nel 2009) e la Norvegia (-0.8% vs +2.3% e +2.1% per i due anni precedenti).

I ricavi sono risultati piatti (tra -0.5% e +0.5%) in sei paesi, mentre una perdita più marcata (intorno a -5%) si è registrata in Croazia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Ungheria.

 

A contribuire al calo di ricavi nella rete fissa, dove il numero di linee dal 2005 al 2011 è sceso del 22%, l’uso sempre più massiccio dei servizi VoIP, che contano 60,9 milioni di utenti (dato che esclude tra l’altro gli utenti di soluzioni OTT come Skype o Google Talk).

I servizi a banda larga rappresentano ormai più del 15% dei ricavi delle telco (rispetto al 7% del 2005), ma sono i servizi mobili a generare la gran parte delle revenues (52%) attestandosi a 142,7 miliardi di euro. anche in questo segmento, tuttavia, si è registrato un calo delle entrate dello 0,6%, con i ricavi dati che non sono riusciti a compensare il declino della voce.

La base utenti mobili, a quota 800 milioni, è cresciuta di 24 milioni di unità e la penetrazione si attesta ormai al 127% della popolazione.

 

“Il continuo aumento nell’uso dei social network e delle applicazioni OTT conferma il bisogno di nuovi modelli di collaborazione”, ha affermato il presidente del comitato esecutivo di Etno Luigi Gambardella, sottolineando altresì la necessità di politiche di settore che siano flessibili e permettano agli operatori di adeguarsi alle realtà in rapida evoluzione e di far emergere nuovi modelli di business.

“ETNO – ha aggiunto Gambardella – ritiene che sia urgente approntare un dibattito a livello europeo per trovare possibili soluzioni politiche a questi problemi. La sostenibilità del settore delle telecomunicazioni, così come quella di altri settori, quali l’editoria e il broadcasting, sono temi che devono essere affrontati per garantire un solido sviluppo di tutto il settore digitale”.

 

Secondo Didier Pouillot di IDATE, il traffico dati sta aumentando mediamente del 60% l’anno e anche del 100% se si considera solo il traffico mobile, trainato dai video.

“Le telco – ha spiegato – devono pertanto continuare a investire pesantemente poiché le esigenze dei consumatori si evolvono rapidamente e la capacità delle reti fisse e mobili deve essere migliorata costantemente per supportare volumi di traffico in continua crescita”.

 

“Senza gli investimenti delle telco nessuno avrebbe potuto beneficiare della più importante rivoluzione degli ultimi 20 anni”, ha aggiunto il direttore Etno Daniel Pataki che ha sollecitato la necessità di nuovi business model e canali di reddito per sostenere gli investimenti, realizzare il pieno potenziale del settore e raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda europea.

 

Quest’anno, secondo le stime di IDATE, i ricavi del settore scenderanno di un ulteriore 0,4% e del 3% per i membri Etno.