Fibra ottica: ecco le nuove tecnologie per minimizzare i costi e l’impatto sociale e ambientale degli scavi

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Da Sirti tecnologie di scavo innovative per ovviare alle problematiche connesse alla posa dei cavi, cioè l’individuazione delle infrastrutture già presenti nel sottosuolo e i problemi direttamente legati all’esecuzione degli scavi.

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Sirti

La diffusione della banda larga e ultralarga è uno dei punti cardine inseriti dal legislatore all’interno dell’Agenda Digitale. Del resto la sempre maggiore diffusione di internet rende indispensabile lo sviluppo di nuove reti in fibra, al momento in Italia sono infatti almeno 3.000 le località che soffrono di un ‘digital divide‘, sono cioè prive delle infrastrutture necessarie per godere dei benefici della banda larga.

 

In questo contesto il tema dell’ampliamento e della modernizzazione delle infrastrutture di rete è di grande attualità. L’apertura di nuovi cantieri impone, infatti, l’adozione di tecnologie di scavo in grado di minimizzare l’impatto ambientale e i disagi per la collettività. In tal senso il Governo promuove l’utilizzo di tecniche alternative allo “scavo tradizionale”, come la minitrincea, che garantiscono riduzione del tempo/spazio di occupazione del suolo pubblico da diversi giorni a poche ore, minor disturbo alla viabilità, minor effrazione del manto stradale e maggior sicurezza per il cittadino grazie all’eliminazione dei pericoli legati a scavi aperti.

 

Con oltre migliaia di km di rete già installata su tutto il territorio nazionale Sirti, società italiana leader nell’ingegneria e nell’impiantistica di rete, è certamente il player che in Italia ha dato il contributo maggiore allo sviluppo di tecnologie di scavo innovative, finalizzate ad ovviare  alle problematiche connesse alla posa dei cavi.

 

“Quando si parla di diffusione della banda larga – spiega Edoardo Cottino, Chief Technology Officer di Sirti – si sottovaluta spesso l’impatto e i disagi che la realizzazione delle reti di telecomunicazioni sotterranee comportano, in particolare quando si opera in aree urbane o su strade trafficate. Le problematiche connesse alla posa dei cavi sono essenzialmente di due tipi: da un lato ci sono i problemi connessi all’individuazione delle infrastrutture già presenti nel sottosuolo, dall’altro quelli direttamente legati all’esecuzione degli scavi”.

 

Per quanto riguarda il primo aspetto, l’individuazione dei sottoservizi presenti nel sottosuolo è fondamentale per evitare di provocare, al momento degli scavi, la rottura di cavi telefonici e cavi energia, tubi per l’adduzione di gas o acqua. Ricostruire l’architettura dei sottoservizi non è però affatto semplice, le mappe cartacee in possesso dei comuni sono infatti spesso difficili da recuperare e talvolta non sono totalmente attendibili. Per ovviare a questo problema è possibile effettuare un’analisi del sottosuolo attraverso l’utilizzo del Georadar, detto anche GPR (Ground Penetrating Radar). Questo strumento emette segnali a radiofrequenza nel sottosuolo registrando quelli riflessi dagli oggetti interrati, caratterizzati da proprietà elettromagnetiche diverse da quelle del terreno che li circonda.

 

Sirti ha migliorato e sviluppato questa tecnologia, realizzando una soluzione proprietaria di indagine del sottosuolo che, lavorando in real time e in tre dimensioni, permette un’ottimizzazione dell’indagine georadar. Il sistema sviluppato e realizzato da Sirti, S-GPR3D Real Time (Sirti Ground Penetrating Radar in 3 dimensioni), è assolutamente innovativo in quanto restituisce risultati in tempo reale, facilmente comprensibili anche da personale senza particolari skill tecnici, ed effettua una scansione 3D dell’area di interesse con un solo passaggio. Il sistema è inoltre dotato di un dispositivo GPS e, grazie all’integrazione con le mappe di Google, ogni elemento individuato è georeferenziato. I dati acquisiti possono quindi essere esportati su file cad o mappe, decisamente più semplici da conservare in archivio rispetto alle vecchie mappe dei sottoservizi. Negli ultimi due anni sono stati analizzati in Italia oltre 200 km mediante l’utilizzo della tecnica Georadar brevettata da Sirti che, da giugno 2010, è stata anche inserita dall’International Telecommunication Union (ITU) tra le tecniche raccomandate per la “Fast mapping of underground networks”.

 

Sul fronte dell’esecuzione materiale dei lavori, invece, da tempo accanto alle tradizionali tecnologie di scavo si sono imposte tecniche meno invasive chiamate “minitrincee”. Grazie all’utilizzo di queste tecniche, è possibile tracciare piccoli solchi (larghi solo 5/7cm e profondi 30/40cm) che vengono aperti e chiusi rapidamente, senza bisogno di asfaltare nuovamente l’intera carreggiata come avveniva in passato.

 

Anche in quest’ambito Sirti ha sviluppato una soluzione che consente di ridurre sensibilmente i tempi di realizzazione delle opere, riducendone l’impatto sociale e ambientale. La tecnica in questione, chiamata One Day Dig, si fonda sul concetto di minitrincea e si basa su un processo articolato in tre fasi distinte. La prima fase prevede la realizzazione di una minitrincea di soli 5 cm di larghezza e 30/40 cm di profondità. Lo scavo viene effettuato mediante una lama fresatrice protetta da un carter che contiene il materiale di scavo. In contemporanea avviene l’aspirazione dei detriti, effettuata tramite una cisterna aspirante direttamente collegata al carter della fresatrice. L’aspirazione dei materiali di risulta consente di eliminare polveri e detriti, eliminando al contempo i rischi connessi alla presenza di materiale di scavo sul fondo stradale. La seconda fase prevede la posa dell’infrastruttura, solitamente tubi in politene con diametri da 12 a 50 mm, che può essere eseguita a mano o in modo automatico. La terza ed ultima fase del processo consiste nel riempimento della minitrincea. E’ questa una fase fondamentale del processo, avviene infatti attraverso l’utilizzo di una speciale macchina miscelatrice che versa nel solco la speciale malta, studiata appositamente in collaborazione con Mapei, che indurisce in brevissimo tempo ripristinando la condizione originale del manto stradale. La malta Mapei è in grado di asciugarsi totalmente nel giro di due ore, permettendo così la riapertura del traffico veicolare non lasciando alcun segno dell’intervento eseguito e garantendo totale impermeabilità e assoluta tenuta e resistenza tanto all’usura del tempo quanto alle temperature più estreme.

 

Velocità, assenza di interventi manutentivi ordinari, basso impatto sociale e ambientale, risparmio economico e massima sicurezza, questi i vantaggi offerti dal One Day Dig che, in poco tempo, ha incontrato il favore dei clienti ed è già stata utilizzata per la posa di centinaia di chilometri di cavi.

 

“Promuovere lo sviluppo della banda larga è uno degli obiettivi primari dell’Agenda Digitale definita dal legislatore – conclude Cottino – nell’attuare questo proposito è però fondamentale vigilare affinché siano utilizzate tecnologie in grado di minimizzare l’impatto sociale ed ambientale derivante dai lavori. Grazie a tecnologie come il Georadar e tecniche come la minitrincea è infatti possibile ridurre di circa il 50% il costo dei lavori, aumentando la velocità di esecuzione degli stessi e, di conseguenza, creando minori disagi ai cittadini”. 

 

Per ottenere questo obiettivo, è però fondamentale sensibilizzare le amministrazioni comunali promuovendo la conoscenza di queste tecniche, in grado di garantire reali vantaggi alla collettività. Sarebbe un ulteriore, e importante, passo avanti nel percorso di modernizzazione del Paese tracciato dall’Agenda Digitale.