Assintel: affonda l’IT italiano. Cloud computing e tablet unici settori in controtendenza

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Internet vale il 3% del PIL italiano, ma secondo il presidente Assintel Giorgio Rapari, manca un adeguamento infrastrutturale e politico alle nuove dinamiche dettate dal web.

Italia


Information Technology

Il settore italiano dell’Information Technology è in recessione e quest’anno si chiuderà con un tasso di decrescita del 3,2%, un dato nettamente peggiore rispetto alla media Ue (-0,9%) e distante anni luce dal +4,1% della Germania. Unici settori in controtendenza, il cloud computing (+57,8%) e i tablet (+52,1%). È quanto emerge dal rapporto Assintel 2012, che fa il punto sullo stato del mercato del Software e Servizi IT.

Una fotografia in chiaro scuro, che vede un Paese molto attivo sul versante della consumerizzazione delle tecnologie che “diventano una moda, e da lì si diffondono per osmosi a livello sociale e imprenditoriale”, ma anche frustrato dalla mancanza di un adeguamento infrastrutturale e politico alle nuove dinamiche dettate dal web che oggi – ha sottolineato il presidente Assintel Giorgio Rapari“vale il 3% del PIL italiano”.

 

Dall’indagine, effettuata da Nextvalue e presentata oggi nel corso di un convegno a Roma, emerge che dal 2008 ad oggi si sono persi quasi 3 miliardi di euro e che il risultato complessivo del mercato IT nel 2012 sarà pari a 19.006 milioni di euro. Nello specifico, l’Hardware segna un -9,4% a causa del crollo dei Netbook (-59,2%) e dei PC Desktop (-33,6%), ma anche i Sevizi tornano in rosso, con un calo del 3,8%. La Formazione prosegue nel suo trend negativo e registra un ulteriore calo del 4,2%.

 

Ma i settori che registrano le performance più negative sono quelli colpiti dalla Spending Review, con le pubbliche amministrazioni che hanno tagliato i fondi per l’IT del 10,8% e gli enti locali dell’8%.

Male anche Industria (-5,1%) e Commercio (-4,5%), mentre le piccole imprese e micro imprese – le cui spese sono state falcidiate dalla crisi che ne ha messo in forse la stessa esistenza – lasciano sul terreno, rispettivamente, l’11,4% e il 16,4%.

 

L’andamento della spesa risulta positivo solo nei mercati verticali: Consumer (+1,8%), TLC / Media (+1,3%) e Assicurazioni (+1,2%). In lievissima crescita il Software (+0,8%) con picchi particolarmente positivi per la Business intelligence di nuova generazione (+3,7%) e il Process & Content Management (+4,1%).

 

A commento di questi dati decisamente poco entusiasmanti, il presidente Rapari ha parlato di economia ‘in guerra’: “C’e’ chi sta in trincea con gli elmetti lottando quotidianamente per difendersi; e poi ci sono i capitani coraggiosi, con lo sguardo oltre l’orizzonte, che prefigurano l’evoluzione del mercato verso un’economia del digitale”.

E a proposito di economia digitale, Rapari ha sottolineato che “Il Decreto per lo Sviluppo Digitale muove alcuni passi coraggiosi, altri più conservativi: la sfida sarà legata alle norme di attuazione, al coordinamento fra i vari attori istituzionali, alla ripresa degli investimenti nella Pubblica Amministrazione e infine alla reale disponibilità di incentivi per chi innova”. (a.t.)

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