Rai: impazzano i tweet dopo circolare del DG Lorenza Lei che vieta ai dipendenti ‘dichiarazioni improprie’ sui social network

di Raffaella Natale |

Reale tentativo di riportare la comunicazione nei ranghi o solo una manovra malriuscita di condizionare la libertà di pensiero?

Italia


Lorenza Lei

Non si placa la polemica intorno ai nomi indicati dal premier Mario Monti per i vertici Rai, che oggi si alimenta con le critiche alla scelta del direttore generale Lorenza Lei, che dovrebbe essere sostituita da Luigi Gubitosi, di vietare ai dipendenti della Tv pubblica di rilasciare commenti sui social network.
In una comunicazione interna, diramata dalla direzione generale della Rai e firmata da Lorenza Lei, si legge che “Negli ultimi tempi si è verificato un numero sempre crescente di casi in cui sono state rilasciate, con diverse modalità, da parte di dipendenti e collaboratori dell’Azienda, dichiarazioni improprie agli organi di informazione”.
“Alla luce dell’evoluzione tecnologica e produttiva dei mezzi e sistemi di comunicazione – prosegue il testo -, quanto stabilito con riferimento alle dichiarazioni agli organi di informazione, deve intendersi riferito anche alle dichiarazioni rilasciate su siti internet, blog, social network e similari”.

Si specifica poi che in Rai i rapporti con gli altri media “sono riservati esclusivamente alle aree funzionali e alle responsabilità aziendali a ciò deputate“. Per questo “singoli esponenti aziendali o collaboratori” hanno il divieto di fornire informazioni se non autorizzati. Alla fine la Direzione generale “ribadisce che non verranno tollerati comportamenti in contrasto con la richiamata normativa aziendale”.

Lorenza Lei, forse poco avvezza ai social media, non sapeva che avrebbe scatenato il dibattito proprio su quei nuovi mezzi di comunicazione che vorrebbe bandire?

La comunicazione interna arriva proprio nel giorno in cui il DG ha avuto un incontro ‘irrituale’ con Monti. Secondo alcune indiscrezioni, la Lei voleva conoscere direttamente per bocca del premier le ragioni della sua sostituzione, che non immaginava sarebbe avvenuta forte di un bilancio in utile dopo anni di ‘profondo rosso’, e magari cercare di capire cosa le riserverà il futuro in azienda.

Intanto, dopo la notizia della comunicazione interna, sui social network è partita la ‘crociata’.

Su Twitter, Beppe Giulietti parla di un “ultimo editto a Viale Mazzini“. Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, incalza: “Sul web la Rai è all’anno zero. Riesce a occuparsene solo per affermare l’ovvio. E’ ovvio che il dipendente è tenuto a obblighi di lealtà nei confronti dell’azienda, qualunque sia il mezzo utilizzato. Altrettanto ovviamente non tollereremo limitazioni della libertà di espressione”.
“Non si era mai assistito ad un bavaglio in rete imposto con una circolare – commenta il senatore Pancho Pardi, capogruppo Idv in commissione di Vigilanza Rai -. Mi auguro che la Lei smentisca al più presto e che sui social la sua minaccia sortisca l’effetto contrario. Nessuno può mettere il bavaglio all’ultimo scampolo di libertà che, al momento, è rimasto”.

Sempre su Twitter l’ex consigliere Rai Nino Rizzo Nervo si rivolge a Giancarlo Leone, uno dei più assidui utilizzatori del social network: “Adesso come farete? Vietare Tweet e Fb a chi lavora nella comunicazione è indice di ignoranza”.
“Tv. Shhhhh! @andreavianel ci sei? ci vede nessuno?”, è il tweet ironico di Leone, che cita il conduttore di Agorà Andrea Vianello, che replica: “#nonriescoaparlare”.
Anche se questa mattina Leone cerca di rientrare nei ranghi e scrive : “Twitter è luogo di scambio di informazioni e di confronto di opinioni. La comunicazione interna Rai non è contro. Ecco perché continuo”.
E poi ancora: “Per tutti questi motivo ritengo che la comunicazione interna firmata dal DG Rai non abbia alcun intento censorio”.

Leone cerca di porre l’accento su un aspetto importante, la necessità che la comunicazione di informazioni strettamente aziendali e strategiche avvenga con i mezzi e nelle sedi deputate.
Sicuramente questo è un aspetto non trascurabile, anche se nessuno potrebbe vietare a un dipendete di crearsi un account con nome di fantasia e postare in tutta libertà.
Se, invece, il DG della Rai pensava di poter evitare che i dipendenti commentassero nomine, avvicendamenti, critiche alla gestione o altro, beh allora s’è sbagliata. Tutti, purché non si cada nella calunnia, dovrebbero essere liberi di esprimere il proprio pensiero. 

Quali fossero le reali intenzioni del DG non appaiono chiare, visto che si limita semplicemente a parlare di “dichiarazioni improprie”.
Ma non è che in Rai di comincia in verità a temere il crescente potere dei social media, dimostratosi in tutta sua efficacia proprio in occasione dell’ultima campagna sulle nomine Agcom?

Riguardo alle nomine Rai, intanto, Pier Luigi Bersani ha ribadito: “Penso che i partiti non debbano nominare. Il Pd non nominerà“. Questo a prescindere dal profilo delle nomine fatte dal governo. “Le nomine Rai sono di profilo assolutamente credibile“, dice il segretario del Pd.
Mentre dal  Pdl arriva la prima critica ufficiale alla decisione di Monti. “I nomi che il presidente Monti ha fatto per la Rai sono ottimi, non abbiamo nulla da obiettare sul piano dei curricula di ciascuno – ha dichiarato Angelino Alfano -. Ci chiediamo solo perché sia stata sostituta Lorenza Lei che aveva ottenuto ottimi risultati aziendali. E una azienda si misura per i risultati”.