Frequenze. Pier Silvio Berlusconi: ‘Senza Rai e Mediaset l’asta sarà al ribasso’

di Raffaella Natale |

Fedele Confalonieri: ‘Come fai a escludere le due aziende che hanno più interesse a partecipare e a fare rilanci?’.

Italia


Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

“Senza Rai e Mediaset l’asta per le frequenze televisive sarà al ribasso”. E’ questa l’opinione del vicepresidente esecutivo di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi.

“Come fai a escludere le due aziende che hanno più interesse a partecipare e a fare rilanci?” ha quindi aggiunto il presidente dell’azienda televisiva, Fedele Confalonieri, che aprendo i lavori dell’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare i conti 2011, ha detto che la partecipazione di Mediaset all’asta dipende “dalla disciplina che farà l’Agcom“.

 

Mediaset ha intanto smentito la notizia secondo cui la società avrebbe presentato ricorso al TAR Lazio relativamente “all’emendamento sulle frequenze Tv approvato in questi giorni dalla Commissione Finanze della Camera”. Si è trattato di un “equivoco”, ha chiarito il gruppo in una nota, spiegando che il ricorso era stato in realtà depositato al Tar il 13 marzo 2012 e si riferisce al provvedimento ministeriale del 20 gennaio che aveva disposto la sospensione del ‘beauty contest’.

 

Commentando il meccanismo della gara, il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, stamani ha spiegato che a nessuno sarà preclusa la possibilità di partecipare.

“I vincoli presenti nell’emendamento del governo sono gli stessi previsti dal beauty contest. Non abbiamo avuto mai l’intenzione di modificarli e li abbiamo chiariti sempre con la Commissione. C’è stata una esplicitazione, i vincoli sono stati confermati in termini di numero di multiplex per operatore”, ha spiegato il Ministro, precisando che “questa chiarificazione nel testo non impedisce a nessuno di partecipare alla gara”.

 

Tornando sulla sospensione del beauty contest, Fedele Confalonieri ha quindi aggiunto che sulla vicenda “c’è stata demagogia, far pagare alle ricche televisioni le frequenze anziché diminuire i redditi dei cittadini con nuove tasse. Siamo proprio sicuri che l’asta produrrà introiti significativi per lo Stato?”.

Secondo Mediobanca la stima dovrebbe aggirarsi intorno 1-1,2 miliardi di euro. Una valutazione che però i vertici del gruppo non hanno voluto commentare.

 

Confalonieri è convinto che ci saranno ancora questioni: “Possiamo fin da ora prevedere che neanche l’asta metterà fine alle polemiche sui regali, a meno che a Mediaset venga ingiustamente impedito di partecipare. Siate sicuri che andremo comunque avanti per difendere i nostri diritti”.

“La politica, anche nel mondo dei tecnici, continua ad essere l’agone dove si scontrano gli interessi e le spinte lobbistiche più o meno trasparenti”, ha poi incalzato Confalonieri. “La polemica sulle gratuità delle frequenze è strumentale: è iniziata alla fine dell’estate mentre era alle battute finali la procedura per il beauty contest ed è esplosa dopo che Sky ha annunciato il ritiro dalla gara“, ha spiegato.

 

Il numero uno di Mediaset continua a difendere il sistema di assegnazione gratuita tramite la procedura del beauty contest, affermando che “è la formula utilizzata in gran parte degli altri paesi europei: era una procedura legale e condivisa dall’Europa”.

L’azienda, ha detto poi, “le sue frequenze le ha pagate tutte, anche quella DVB-H, oggi all’onore delle cronache come ennesimo regalo” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Tornando all’assemblea degli azionisti, Confalonieri ha sottolineato che Mediaset non è “di per sé, neanche lontanamente, un’azienda in crisi”. La crisi che viviamo non dipende da scelte nostre – ha spiegato –, è il capitalismo europeo in crisi; la crisi soffoca le imprese e deprime i consumi, tutte cose che sono ancora più difficili da gestire in un’azienda come la nostra che vive in gran parte di consumi e quindi di ricavi pubblicitari”. Il mercato televisivo “vede crescere sia il numero dei telespettatori sia il tempo medio passato davanti alla tv. La frammentazione, che esiste, la stiamo governando con successo”.

 

“Se l’economia avesse un segno più”, ha sottolineato il top manager “in questa straordinaria stagione di fioritura di nuovi media e di solidità di quelli più tradizionali, avremmo certamente grandi soddisfazioni nei nostri bilanci. Ma la recessione paralizza i mercati. Il nostro problema non è di tipo difensivo. Se i ricavi scendono, ridurre i costi, in sé, significa poco. E’ un riflesso di sopravvivenza: se non si fa, saltano i conti. Il nostro problema, direi anzi la nostra soluzione, è ridisegnare una Mediaset adatta a muoversi in un mondo diverso da quello che ci ha visto nascere e prosperare. Stiamo facendo sacrifici, continueremo a farli anche per il 2012, alla fine Mediaset sarà molto più leggera e notevolmente più efficiente”.

 

Tra gli altri annunci fatti dal presidente, c’è anche quello che il Tg4 sta andando meglio con la direzione di Giovanni Toti, gli ascolti sono cresciuti. Secondo i primi dati, nella settimana successiva al cambio della guardia gli ascolti sono saliti di 360mila spettatori, pari all’1,5% di share, rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente. “Più informazione, più aderenza alla richiesta del pubblico di serietà, di compostezza televisiva – ha commentato Confalonieri – è la linea editoriale che si sta pienamente sviluppando in queste settimane, e il cambio al Tg4, premiato dalla crescita di pubblico, va in questa direzione”.

 

 

Riguardo all’andamento della raccolta pubblicitaria nel primo trimestre dell’anno, il presidente di Publitalia e amministratore delegato di Mediaset, Giuliano Adreani, ha indicato: “Più o meno siamo riusciti a tenere l’andamento di gennaio, che non era così male”, sapendo che le stime Nielsen per Mediaset in gennaio citavano un calo su base annua del 10%. “Nel secondo trimestre le cose stanno andando progressivamente meglio e crediamo a un forte recupero nella seconda parte dell’anno“.

Adreani ha anche fatto sapere che ci sarebbero trattative in corso con un paio di grosse web company con cui si spera di chiudere prima dell’estate.

“In questo momento – ha aggiunto – siamo molto aiutati dalla spinta del digitale e di internet”. In caso di intesa, ha spiegato, “ognuno farebbe il suo mestiere. Noi siamo piccoli, piccoli, loro dei giganti, ma noi siamo primi nella raccolta pubblicitaria in Spagna e Italia”.

 

Oltre all’approvazione del bilancio, l’assemblea ha deliberato, tra l’altro, in merito alla nomina del Cda e all’autorizzazione per l’acquisto e alienazione di azioni proprie.

Presenti 664 azionisti. Dalla lettura del libro dei soci non sono emerse variazioni rilevanti nella compagine azionaria e risulta che International Value Advisers Llc detiene il 2,129%, Blackrock Inc. il 2,030%, Mackenzie Financial Corporation il 3,440% e Silvio Berlusconi il 41,107%.