Tlc e crisi: frenano gli investimenti delle telco. Per gli analisti improbabile un recupero prima del 2013

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Dopo una crescita del 10% nel 2011, quest’anno anche gli analisti più ottimisti non si spingono oltre una previsione di crescita del 3-4% e la maggior parte attende un forte calo degli investimenti nelle reti mobili.

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Gli operatori telefonici mondiali si apprestano a tagliare le spese sulle reti quest’anno. In Europa, l’incombente recessione spinge le telco alla cautela, perché difficilmente i consumatori faranno incetta di smartphone, mentre in Cina e negli Usa si assisterà a un rallentamento del ritmo degli investimenti nelle reti mobili.

Gli investimenti nelle reti di telecomunicazioni tendono infatti a seguire i cicli economici, con gli operatori frenano che le spese quando i clienti diventano più attenti ai consumi.

Alcuni player minori, come Juniper Networks e Acme Packet hanno già emesso dei profit warning nelle scorse settimane, legati al rallentamento delle spese degli operatori Usa, ma anche un big player come Nokia Siemens Network non naviga in acque tranquille e ha annunciato licenziamenti e ristrutturazioni.

 

Il rallentamento dell’economia, iniziato nella seconda metà dello scorso anno, ha già iniziato a pesare sulle azioni dei fornitori di infrastrutture.

“Anche se non si assisterà a tagli drastici come nel 2009, quest’anno ci aspettiamo una crescita piuttosto debole mentre continuerà la pressione sui prezzi”, ha dichiarato a Reuters Cedric Pointier di Natixis Asset Management che detiene nei suoi fondi azioni di Alcatel-Lucent, Nokia ed Ericsson.

“In tempi di crisi economica, gli operatori di telecomunicazioni scelgono tra la crescita e la protezione dei flussi di cassa e di solito si limitano ad adeguare le spese in conto capitale per mantenere il flusso di cassa”, ha aggiunto Pointier.

 

Negli anni scorsi, tuttavia, la domanda di nuove infrastrutture è cresciuta di pari passo con la domanda di connettività mobile, trainata dall’impressionante popolarità di smartphone e tablet.

Gli operatori, soprattutto quelli americani, hanno investito pesantemente per tenere il passo della domanda: lo scorso anno la spesa nelle reti mobili è cresciuta complessivamente di circa il 10%.

Quest’anno, invece, anche gli analisti più ottimisti non si spingono oltre una previsione di crescita del 3-4% e la maggior parte attende un forte calo degli investimenti nelle reti mobili.

 

La Banca d’investimento Nomura prevede che le spese in conto capitale degli operatori si ridurranno dell’1% per le reti mobili e del 5% per quelle fisse.

Un marcato rallentamento rispetto all’anno scorso, quando gli operatori, hanno aumentato la loro spesa in conto capitale del 7% per le reti mobili e del 4% per quelle fisse.

 

Gli analisti di Credit Suisse prevedono che gli investimenti nelle reti wireless cresceranno solo dell’1% nel 2012, a seguito di una crescita del 10% nel 2011.

“Anche se conserviamo la nostra opinione riguardo un elevato utilizzo della capacità delle reti mobili, che trainerà la crescita dei ricavi a lungo termine, ogni potenziale recupero è improbabile prima del 2013”, sottolinea Credit Suisse.

 

Alcuni osservatori evidenziano quindi che il rallentamento, specialmente in Cina, potrebbe scatenare un’altra battaglia dei prezzi a livello globale, danneggiando i margini dei maggiori player del settore.

Le imprese cinesi attive nel settore delle infrastrutture tlc continueranno infatti a perseguire politiche dei prezzi aggressive per compensare il rallentamento sul loro mercato nazionale, come è accaduto tra il 2007 e il 2009, quando Alcatel-Lucent e NSN erano distratti dalle loro complicate fusioni e le cinesi Huawei e ZTE hanno iniziato a tagliare i prezzi per guadagnare terreno nei mercati esteri.

A soffrire di più saranno Nokia Siemens Networks ed Ericsson, che subiranno l’avanzata dei vendor cinesi in Europa, dove gli operatori sono alle prese quasi ovunque con l’ammodernamento delle reti mobili in vista del passaggio al 4G.

 

Gli investitori, comunque, ne sapranno di più tra qualche settimana quando i principali operatori e fornitori di infrastrutture daranno le previsioni per il 2012.