Kindle Fire: Amazon ‘infiamma’ il mercato intanto nel terzo trimestre spende 450 mila dollari in lobbying

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Da un documento ufficiale dell’azienda, risulta che Amazon sta facendo pressioni sul governo USA per questioni fiscali.

Sudafrica


Jeff Bezos

Amazon sta vendendo oltre un milione di eReader e Kindle Fire a settimana. Lo ha annunciato la società in una nota, spiegando che questi dati sono relativi agli ultimi 21 giorni.

Il Kindle Fire, nonostante le critiche, sta andando alla grande e da 11 settimane è il bestseller sul sito dell’azienda americana (Leggi Articolo Key4biz).

“Ne abbiamo venduto milioni e ne stiamo producendo milioni per rispondere a una domanda sempre più crescente”, ha detto in una nota il responsabile del business Kindle Dave Limp.

Aggiungendo che da tre settimane, è in forte ascesa la richiesta del tablet, annunciato come l’anti-iPad.

Tuttavia, come fa regolarmente, Amazon non ha fornito le cifre esatte riguardanti le vendite.

 

Il Kindle Fire seduce il pubblico grazie a un prezzo veramente basso. Parliamo di 199 dollari, 300 dollari in meno rispetto all’iPad, e sta riuscendo ad affermarsi su un mercato fino ad ora dominato da Apple.

Per sottrarre mercato all’azienda di Cupertino, Amazon ha puntato su un device low-cost, col rischio di grosse perdite che però spera di compensare con le vendite di contenuti (libri, video, musica) sul proprio store.

 

Da un documento ufficiale della società, si apprende inoltre che nel terzo trimestre la compagnia di Seattle ha speso 450 mila dollari per fare lobbying sul governo USA per questioni riguardanti le tasse applicate alle vendite online, la protezione dei dati e la privacy.

Il gruppo sta, infatti, facendo pressioni sul governo riguardo al Main Street Fairness Act, in particolare per la parte che riguarda la possibilità di introdurre una tassa sulle vendite anche delle web company che non sono fisicamente presenti in uno Stato.

I consumatori sono generalmente tenuti a pagare le imposte sugli articoli acquistati online anche fuori dallo Stato dove ha sede la società, ma raramente lo fanno e si ritiene che le somme non riscosse ammontino a diversi miliardi.

 

Una proposta di legge questa che ha mobilitato diverse aziende, che si sono appellate a una decisione della Corte Suprema del 1992 che asserisce appunto che sono obbligate a pagare tasse sulle vendite solo nello Stato dove hanno sede i loro uffici o store.

 

Amazon sta facendo lobbying anche sulle questioni riguardanti l’approvazione delle norme sulla net neutrality da parte della Federal Communications Commission lo scorso anno.

Queste regole impediscono alle società telefoniche e del cavo di poter interferire sul traffico internet delle loro reti a banda larga.

Stando al documento depositato il 20 ottobre scorso, nel terzo trimestre Amazon ha concentrato i propri sforzi sul Congresso, la FCC e la Federal Reserve.