No Disconnect Strategy: i nuovi strumenti di comunicazione per garantire la libertà di espressione

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Smartphone e social network permettono di bypassare censura e restrizioni dei regimi autoritari. Per la sua strategia a difesa dei diritti fondamentali, la Ue chiama come consulente l’ex ministro tedesco della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg.

Unione Europea


Neelie Kroes e Karl zu Guttenberg

“La Primavera Araba è stata un campanello d’allarme. Sul desidero globale di democrazia e sul ruolo positivo che le tecnologie possono svolgere”. Lo ha affermato il Commissario Ue all’Agenda Digitale, Neelie Kroes nel corso della Conferenza sulla ‘No Disconnect Strategy‘, ieri a Bruxelles, ricordando che il diritto di comunicare liberamente rientra nei diritti fondamentali dell’uomo.

 

Le nuove tecnologie, come gli smartphone e i social network, consentono a chiunque di improvvisarsi reporter, mettendo in luce in molti casi efferatezze che un tempo sarebbero invece passate sotto silenzio. Come è successo in Egitto e in Siria, dove coloro che manifestavano contro i regimi sono riusciti a bypassare i media governativi e a far sentire la loro voce a tutto il mondo.

Proprio per evitare che i governi repressivi possano essere tentati di ‘disconnettere’ le proteste, la Ue ha lanciato la strategia ‘no disconnect’, a supporto del ruolo dell’ICT nell’assicurazione dei diritti fondamentali.

 

Nell’ambito di questa strategia, Karl-Theodor zu Guttenberg, ex ministro tedesco della Difesa, dell’Economia e della Tecnologia è stato invitato dalla Kroes a fornire consulenza su come fornire sostegno agli utenti Internet, ai blogger e ai cyber-attivisti che vivono sotto regimi autoritari.

 

“Usate correttamente, le tecnologie aiutano gli attivisti a diffondere la democrazia, senza essere spiati dalle autorità”, ha affermato la Kroes, sottolineando che l’approccio europeo deve tenere conto di quattro componenti principali.

Primo: “dobbiamo sviluppare e distribuire strumenti che aiutino gli attivisti a bypassare le restrizioni alla loro libertà di comunicare evitando la sorveglianza indiscriminata”.

Secondo: “bisogna educare gli attivisti sulle opportunità e i rischi dell’uso delle tecnologie dell’informazione”.

Terzo: “fare in modo di avere il polso di quello che succede ‘sul campo’ così da rispondere dove ve ne sia il bisogno senza dover fare affidamento solo all’intelligenze esterna”.

Quarto: “aumentare la cooperazione tra tutti gli attori in questo campo, per far leva sui nostri punti di forza senza raddoppiare il lavoro”.

 

La strategia ‘No disconnect’ prevede altresì una serie di importanti azioni tra le quali: la distribuzione di ‘kit di sopravvivenza internet’ agli attivisti, ossia dei ‘pacchetti’ che includano software e hardware facili da usare che aiutino le persone a evitare la censura e la sorveglianza dei regimi; un’azione di ‘stimolo’ all’industria europea affinché cessi la vendita di strumenti repressivi ai regimi autoritari e un supporto di hosting per far sì che contenuti proibiti – come video o blog – possano raggiungere comunque il loro pubblico.

 

“Si tratta – ha concluso la Kroes – di un compito estremamente difficile, più facile a dirsi che a farsi”.