Editoria: sparisce il cartaceo? France Soir passa al digitale mentre la Francia assiste silenziosa alla lenta agonia delle maggiori testate

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La Tribune e Le Monde affogate dai debiti. Internet ha davvero ucciso la carta stampata?

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La stampa francese, come quella del mondo, sta attraverso una grossa crisi, in gioco è la sopravvivenza di testate storiche.

Abbandono del cartaceo per France Soir, lenta agonia de La Tribune, gravi conflitti all’intero di Le Monde, dolorosi cambiamenti al Parisien, passaggio di mano in vista per Groupe Hersant.

 

Il progetto di France Soir, quotidiano nato nel 1944, di lasciare definitivamente la carta a vantaggio di internet e la possibile alleanza di Groupe Hersant Media (GHM) con Rossel, sono gli ultimi eventi in ordine di tempo di una crisi silenziosa, determinata dal calo delle vendite e da entrate pubblicitarie ormai insufficienti.

 

La stampa è stata colpita in pieno dalle conseguenze della recessione iniziata nel 2008. Secondo le testate, nel 2009 la pubblicità è crollata dal 10% al 30% mentre le vendite perdevano il 7%.

Una leggera ripresa delle vendite a partire dalla metà del 2010, grazie ad accadimenti mondiali di forte interesse, non è servita a risollevare un settore considerato come sottocapitalizzato, nonostante dallo scorso anno sia fortemente sostenuto da finanziamenti pubblici (Il totale degli aiuti di Stato alla stampa francese supera il miliardo di euro).  

 

I piani sociali si moltiplicano: licenziamenti al gruppo Amaury (Le Parisien) sebbene sia stato avviato un piano di investimento di 30 milioni di euro; riduzioni drastiche a Le Monde (almeno 170 posti su 235 nella migliore delle ipotesi).

Economie anche per La Tribune, la cui tesoreria si avvicina allo zero, e Paris Normandie (Hersant Médias) rischia l’asfissia finanziaria.

 

France Soir e La Tribune hanno fatto appello alla clausola di salvaguardia che gli consente di congelare temporaneamente i loro debiti per tornare in attivo. Fino ad allora solo Libération vi aveva fatto ricorso con successo.

 

France Soir, dopo diversi decenni di trionfo, negli anni 80 ha cominciato a sentire gli effetti della crisi con un crollo inesorabile delle vendite. La testata è, quindi, passata di mano in mano per essere rilanciata nel 2010 grazie al denaro di un miliardario russo che in meno di due anni ha investito nel giornale 100 milioni di euro.

In regime di salvaguardia fino a dicembre, France Soir annuncerà venerdì la fine dell’edizione cartacea. Fino a oggi non era mai avvenuto nella stampa quotidiana francese.

La scure pende sulla testa di più dei due terzi dei dipendenti (120 persone).

 

Per quanto riguarda La Tribune, più di 40 milioni di euro di tesoreria sono stati inghiottiti negli ultimi tre anni. Allo stesso tempo, secondo fonti sindacali, i dipendenti sono passati da 145 (di cui 117 giornalisti) nel 2008 a 114 (82 giornalisti) all’inizio del 2011.

La negoziazione di un piano sociale con altri 17 licenziamenti è a un punto morto, con sindacati e direzione che si rimpallano le responsabilità.

Gli unici che al momento riescono a tenere testa sono i magazine che stanno puntando sui supplementi patinati per tenere alte le vendite. Ma ancora per quanto?