Dividendo digitale: come investire le risorse dell’asta? Le proposte degli operatori in risposta al ‘piano Romani’ sulla newco

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Ossama Bessada (Wind), Marco Patuano (Telecom Italia) e Corrado Sciolla (BT Italia) fanno le loro controproposte.

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Dopo la chiusura dell’asta del dividendo digitale – che ha portato nelle casse dello Stato poco meno di 4 miliardi di euro – si intensifica il dibattito su come andranno utilizzate le risorse eccedenti i 2,4 miliardi, destinati sin dal principio al miglioramento dei saldi di finanza pubblica.

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani vorrebbe che un quinto del surplus fosse reinvestito nella società mista per l’NGN (Leggi articolo Key4biz) ma gli operatori non sono di questo parere, e stanno avanzando le proprie proposte.

 

Per l’amministratore delegato di Wind, Ossama Bessada, le risorse extra dell’asta per le frequenze dovrebbero essere destinate al miglioramento dei servizi e delle infrastrutture nonché a spingere la domanda anche attraverso benefici fiscali agli operatori.

“Bisogna fornire un buon servizio e migliori infrastrutture. Abbiamo bisogno di frequenze pulite e disponibili. Ora dopo l’asta non siamo in posizione di poter spendere di più”, ha affermato Bessada intervenendo a un convegno a Capri sull tlc.

Per Bessada, il Governo farebbe bene a garantire una chiara roadmap sulla banda larga fissa, perché – ha affermato – “il problema non sono i soldi ma il quadro regolatorio”.

 

Secondo l’ad di Telecom, Marco Patuano, quindi, le risorse extra della gara per le frequenze, circa 770 milioni, andrebbero destinate a colmare il digital divide e a spingere la domanda, visto che una società delle rete già esiste e si chiama Infratel.

Creare una nuova entità “senza guardare alla domanda è un esercizio che può portare a meno risultato che partendo dalla domanda”, ha detto Patuano che ha ribadito altresì la necessità di distribuire “la rete e l’ultrarete nei distretti industriali”.

“La fibra – ha aggiunto – deve essere al servizio dell’LTE, quindi fibra per le antenne laddove si trovino nelle aree a fallimento di mercato. Così – ha concluso – sono soldi ben spesi. Sul resto qualche dubbio mi resta, più di uno”.

 

Anche l’amministratore delegato di BT Italia Corrado Sciolla ha ribadito la necessità di investire per garantire la connettività nelle aree industriali: garantire connessioni ultraveloci alle imprese è infatti fondamentale per erogare servizi quali cloud e videoconferenza.

Per questo, ha affermato Sciolla, bisogna utilizzare il surplus dell’asta LTE “per a coprire i distretti industriali in un’ottica di abbattimento del digital divide”.