Dividendo digitale: 75 mln già disponibili per le tlc, mentre proseguono i rilanci

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Venerdì, nel corso di tredici diverse tornate, sono stati effettuati 10 rilanci sia per i blocchi in banda 800 (quella più pregiata) sia in quella 2600, portando un incremento totale di 223 milioni di euro rispetto alle offerte iniziali.

Italia


Paolo Romani

Mentre l’asta per l’acquisizione delle frequenze 4G è entrata oggi nella quarta giornata di rilanci, le istituzioni cominciano a fare il punto sugli introiti che spetteranno al settore delle tlc. Per il ministro Paolo Romani, è destinato a tornare al settore un ‘gruzzolo’ di almeno 75 milioni di euro.

A oggi, infatti, la gara ha superato di 150 milioni il montante previsto dal Governo, pari a 2,4 miliardi. “Di questi 150 milioni – ha detto Romani – il 50% è destinato al settore della comunicazione”.

Venerdì, nel corso di tredici diverse tornate, sono stati effettuati 10 rilanci sia per i blocchi in banda 800 (quella più pregiata) sia in quella 2600, portando un incremento totale di 223 milioni di euro rispetto alle offerte iniziali, ovvero circa 20 milioni di euro in più rispetto alla giornata di giovedì. L’importo totale di incasso è salito, al momento, a 2,52 miliardi di euro. L’obiettivo del Governo, auspicato dal ministro Romani, è quello di arrivare a quota 3,1 miliardi.

L’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, venerdì ha affermato che la società spenderà non meno di 1 miliardo di euro per le frequenze di quarta generazione, mentre l’Ad di Vodafone, Paolo Bertoluzzo, ha sottolineato le opportunità ma anche i rischi del dispendio economico legato all’asta.

Le frequenze per le quali gli operatori si apprestano a mettere mano al portafogli saranno, infatti, disponibili solo nel 2013. Gli investimenti preventivati in queste ore, dunque, aprono prospettive interessanti per lo sviluppo del business della banda larga mobile, ma rappresentano anche “una tassa a cui nessun operatore tlc può pensare di sottrarsi”.

Un esborso che, in sostanza, potrebbe finire per sottrarre fondi “per nuovi sviluppi” in un mercato, quello italiano, che evidenzia una contrazione del fatturato pari al 2-3%, superiore a quella di altri paesi Ue.