Diritto d’autore: Italia divisa su nuove Disposizioni Agcom. La mancanza di regole fa gli interessi degli Over-the-Top USA?

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Dibattito sempre più acceso tra favorevoli e contrari a norme che potrebbero essere troppo rigide. Ma Calabrò placa gli animi: ‘Qualcuno si è scagliato contro i mulini a vento’.

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Corrado Calabrò

Un’occasione per confrontarsi e per trovare delle soluzioni comuni. E per individuare delle strategie con cui proteggere il diritto d’autore nell’era di internet facendo leva anche sulla legislazione Ue. A proporla a Roma, nella sede della rappresentanza italiana del Parlamento Europeo, è stato il convegno “La cultura corre sul web. Un’iniziativa che si è inserita sullo sfondo della delibera Agcom contro la pirateria che prevede, in caso di segnalazione di una violazione del copyright, la rimozione dei contenuti per via amministrativa e l’eventuale oscuramento del sito, senza passare per il sistema giudiziario. Delibera che dovrebbe essere approvata il 6 luglio. (Leggi Articolo Key4biz)

 

A partecipare al convegno sono stati esponenti del mondo della politica, della cultura e dell’editoria tra i quali l’europarlamentare del Pd Luigi Berlinguer, il giurista Stefano Rodotà, il senatore del Pd Vincenzo Vita, componente della commissione di Vigilanza Rai e vicepresidente della commissione Cultura di Palazzo Madama.

Il convegno basato su due tavole rotonde, ‘Il Copyright nell’era digitale e ‘Come allargare la torta, è stato organizzata dal gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Obiettivo dell’iniziativa: individuare forme di tutela del lavoro intellettuale favorendo un più largo accesso ai contenuti della Rete.

 

Finché si affrontano questi problemi – ha spiegato Luigi Berlinguer – nella contrapposizione tra chi reclama legittimamente il rispetto del proprio lavoro e chi reclama un largo accesso alla rete, non si risolve nulla. Di fatto, ci sono due beni in conflitto. Ma dobbiamo trovare una soluzione: il punto d’accordo è rappresentato dal fatto che l’accesso alla rete il più ampio possibile è nell’interesse di entrambi, di chi vuole sapere e di chi vuole consumare”.

Eppure gli scenari, rispetto al passato, sono notevolmente cambiati. E il vecchio diritto d’autore non appare più in grado di dare risposte certe.

“Il vecchio modello del diritto d’autore, fondato sulla produzione prevalentemente cartacea – ha detto Berlinguer – è stato superato dal web”.

 

In questo contesto, la sfida di fronte alla quale si trovano i giuristi e gli uomini d’ingegno per Berlinguer “è quella di abbassare i prezzi e introdurre in questo modo la legalità con una ragionevolezza che la rende praticabile. Bisogna superare le barriere nazionali che ostacolano la circolazione dei beni”. Per l’europarlamentare del Pd la soluzione è “allargare legalmente le eccezioni a una visione stretta del diritto d’autore e trovare una forma di pagamento che sia sostenibile”.

 

Sulla stessa linea dell’ex ministro dell’Istruzione, il giurista Stefano Rodotà per il quale “è sbagliato pensare che si possa chiudere questa partita con una direttiva o peggio ancora con leggi o delibere repressive. L’esperienza di questi anni ci ha mostrato una dinamica che nessuno aveva previsto. Siamo in una fase molto aperta: almeno per il web – ha spiegato Rodotà – la conoscenza richiede la massima condivisione. Oramai non è più possibile ritenere che il vecchio diritto d’autore possa offrire delle norme valide ancora oggi”.

 

Al convegno sono intervenuti Nicola D’Angelo, commissario Agcom (al centro della polemica sorta dopo la sostituzione come relatore sull’argomento in seno al procedimento AgCom) l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, parlamentare del Pd, il prof. Vincenzo Zeno Zencovich (a nome di Gaetano Blandini, direttore generale Siae),.

 

L’europarlamentare Silvia Costa (PD/S&D) intervenendo al convegno ha sottolineato che “La situazione di forte ritardo che l’Europa vive in merito al diritto di proprietà intellettuale è il combinato di regole frammentate, di resistenze di categoria, della diffusa pirateria professionista, della timidezza dei governi nell’assumere misure anche impopolari. In questo contesto si è diffusa intanto l’abitudine degli europei a scaricare gratuitamente, tra ingenuità e interesse“.

Negli Stati Uniti il consumo annuo pro capite di musica acquistata online è di 8 dollari, in Giappone di 7, in Europa di 2.

“Mancanza di offerta o scarico illegale?”, s’è chiesta la Costa, commentando “Non si capisce perché un viaggio o un libro si acquista online dietro pagamento mentre così non avviene per la musica o i film”.

“Forse l’intangibile è economicamente irrilevante? Ne va di mezzo il valore sociale della cultura”. 

 

“C’è qualcuno che ci guadagna e non paga dazio – ha aggiunto l’europarlamentare -. I grandi provider Over-the-Top, tutti americani, attraggono clienti con contenuti spesso illegali. Sugli utili, non pagano tasse in Europa. Con contenuti e utenti europei generano ricchezza in USA. E’ ora di finirla. Quanto ha fruttato a questi imprenditori americani il ritardo europeo nel darsi un assetto? E i vari movimenti e partiti dei pirati alla fine rischiano di fare il gioco di questi interessi”.

 

“Le nuove norme che evidentemente l’Europa si deve dare – ha concluso l’eurodeputata – riveleranno la loro efficacia se sapranno assicurare ai creativi maggiori profitti, alle opera maggior circolazione, agli utenti maggiore scelta a minori costi, come risultato di modelli di mercato innovativi. A mio parere, ciò non si potrà ottenere se non si attiveranno contemporaneamente diversi elementi: regolatori, incentivanti, sanzionatori. In condizioni normali, le soluzioni dovrebbero venire dal mercato. La società dovrebbe sviluppare con una normale dinamica di domanda ed offerta nuovi servizi, licenze collettive, accessi flat rate, abbonamenti. Sono interessanti, naturalmente, le esperienze già in corso che vedono accordi innovativi tra imprese culturali e service provider soprattutto nel campo della musica. Ma questo processo resta limitato e tarda a concretizzarsi in senso generale, con la duplice conseguenza di una sleale concorrenza e di una riduzione della torta e cioè dell’ampliamento del mercato”.

 

Il confronto sulle nuove disposizioni contro la pirateria è molto animato, anche alla luce dell’ormai imminente entrata in vigore delle nuove norme dell’Agcom.

Il presidente della FIMI, Enzo Mazza, stamani ha ricordato che “Il Dipartimento al Commercio USA, nel suo rapporto sui Paesi ad alto tasso di pirateria, ha incoraggiato l’Italia ad assicurare che l’Agcom adotti e implementi con urgenza le regole per creare un efficace meccanismo contro la pirateria internet”. (Leggi Articolo Key4biz)

Provvedimenti, quelli dell’Autorità, che non trovano tutti d’accordo e, se c’è chi considera ormai necessari interventi rigidi per tutelare il copyright, c’è anche chi parla di ‘attacco alla rete libera’.

 

Molte le proteste, tra queste quella di Anonymous che martedì ha attaccato il sito dell’Agcom.

L’associazione 100autori ha sottolineato con preoccupazione “l’esistenza di manovre che puntano a confondere la libertà d’accesso alla rete con l’esigenza di tutelare il diritto d’autore, pilastro fondamentale della libertà d’espressione, a tutto vantaggio di quei soggetti (Telecom e provider) che, veri complici dei pirati della rete, lucrano su cinema, televisione e documentario, nascondendo i loro profitti miliardari dietro la bandiera della difesa della libera circolazione delle opere”.

E ha ribadito “con fermezza“: “L’impegno a difesa del diritto d’autore, perché esso venga tutelato e remunerato proporzionalmente come in ogni altro Paese del mondo; il pieno sostegno ad ogni strumento che impedisca la pirateria e la diffusione illegale delle opere; l’impegno a combattere la pirateria attraverso forme di offerta legale sul modello di i-Tunes, con tariffe eque, capaci di garantire la fruizione delle opere nel rispetto di una più agevole e protetta circolazione”. “Il diritto d’autore – prosegue la nota – è l’unica garanzia di libertà per chi racconta storie con un film, una fiction, un documentario. Impediamo a chi lucra sulle nostre opere di continuare ad arricchirsi senza restituire almeno una parte di questi profitti al cinema e alla televisione”.

Il presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, è intervenuto con una lettera inviata a La Stampa per rispondere a un editoriale pubblicato sulla testata torinese a firma di J. C. de Martin in cui si ricostruivano le vicende relative a una riunione in Agcom dello scorso 24 giugno.

 “Il resoconto riportato da De Martin – ha replicato Calabrò – non rispecchia il reale andamento della riunione. In quella sede abbiamo preso buona nota delle osservazioni esposte, che saranno tenute nel debito conto così come le altre che sono pervenute e perverranno da tutte le parti coinvolte nell’amplissima consultazione promossa dall’Autorità. Se non ho dato esplicite risposte nel corso della riunione è perché non anticipo mai decisioni che devono essere assunte collegialmente. Quanto ai contenuti dell’articolato, che sarà messo in consultazione pubblica il 6 luglio, sarebbe preferibile, io credo, attendere di conoscerne prima il testo. Si vedrà che molte ombre sono fugate e che qualcuno si è scagliato contro i mulini a vento”.

Frattanto, in Parlamento, i senatori Vincenzo Vita e Luigi Vimercati hanno richiesto un’audizione urgente presso la Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato del Presidente Calabrò.