‘1000 Comuni’. Paolo Bertoluzzo (Vodafone Italia): ‘Paese al pari dell’Europa su broadband e fibra’

di Flavio Fabbri |

Per il ministro Paolo Romani, ‘Solo con la diffusione di Internet in tutto il territorio sarà possibile ottenere uno sviluppo economico, culturale e sociale tale da stimolare una forte domanda di servizi innovativi’.

Italia


1000 Comuni

L’Italia sarà coperta dalla banda larga al ritmo di un comune al giorno. È quanto è stato confermato a Roma in occasione della presentazione del volume fotografico “1000 Comuni d’Italia in rete. I primi Cento‘, realizzato da Vodafone Italia e Ansa, relativo al progetto ‘1000 Comuni‘ lanciato dall’operatore telefonico a gennaio 2011. La diffusione della banda larga è un fattore chiave per il futuro del Paese e incide in modo crescente sullo sviluppo della società e delle imprese, permettendo l’accesso a servizi Internet evoluti come eCommerce, eGovernment, social network e Pubblica Amministrazione digitale.

 

Vodafone, che proprio oggi ha presentato i dati dell’esercizio 2011, con un incremento dei ricavi del 3,2% a 45,88 miliardi, vuole contribuire allo sviluppo delle aree in digital divide e ha deciso di investire oltre 1 miliardo di euro per estendere la propria copertura radio a larga banda (HSPA+ oggi e LTE tra 2-3 anni), fino ad arrivare a servire la quasi totalità della popolazione italiana. Spesso, quando si parla di Paese e di nazione, si utilizza il termine ‘sistema’, ma come ha scritto Cesare Pavese, ne ‘La luna e i falò‘: “Paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti“.

Un brano scritto nel 1949 e in bella mostra nella prima foto che si incontra sfogliando il libro voluto da Vodafone e Ansa, subito dopo le belle introduzioni di Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato dell’azienda di telefonia mobile, e di Luigi Contu, direttore dell’agenzia di stampa. Paese nel senso di comunità, di relazioni stabili, nuove e vecchie, di voglia di comunicare e interagire tra persone, proprio come una rete. Internet può garantire tutto questo e fare in modo che il poetico mondo di Pavese non scompaia mai. Un libro in cui si sono raccolti cento scatti fotografici per raccontare l’arrivo della banda larga e quindi di Internet mobile in altrettanti centri abitati, che mai prima erano stati raggiunti da tale tecnologia. La presentazione del volume è avvenuta nella Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato intitolata a Giovanni Spadolini, alla presenza delle autorità della Repubblica, di rappresentanti del Governo, delle istituzioni.

 

Un occasione anche per parlare di diffusione di Internet in Italia, di come gli italiani si rapportano al mezzo e dei piani governativi e delle imprese finalizzati a portare la fibra in tutto il Paese. Molto spesso si sente dire che l’Italia è indietro rispetto all’Europa, soprattutto in termini di digitalizzazione dei servizi e di infrastrutture di rete, ma Giovanni Barbieri, Direttore centrale dell’Istat, ci ha consentito di tirare un respiro di sollievo, pur in un contesto connotato da forti contraddizioni: “Siamo al 20° posto tra i Paesi europei per accesso a Internet e alla banda larga, ma i dati hanno registrato un sostanziale aumento dal 2009 e gli indicatori sull’utilizzo delle nuove tecnologie segnano tutti dei miglioramenti, con una maggiore diffusione del Personal computer (58%), di Internet (53%) e della banda larga (43%)“. La connessione delle famiglie italiane a Internet e alla banda larga è arrivata al 49%, contro una media europea del 61%. Certamente lontani, ma in risalita – assicura Barbieri – grazie al ruolo giocato dai cosiddetti ‘nativi digitali’. “La presenza di un figlio minore in casa è sicurezza di una maggiore predisposizione anche degli altri componenti della famiglia verso l’innovazione tecnologica, sia da un punto di vista culturale che tecnico“. La contraddizione, purtroppo, è ancora legata alla condizione sociale, per cui, se il capo famiglia è impiegato in fabbrica piuttosto che dirigente d’impresa le cose cambiano e di molto, riproponendo una vecchia quanto attuale divisione dell’Italia in classi, che non è mai andata giù ad una certa classe politica. Ideologie a parte, la differenza di reddito pesa ancora sulla penetrazione dei mezzi di comunicazione elettronica nel Paese, come pesa la posizione geografica dell’abitato e il numero di abitanti.

 

Il progetto 1000 Comuni di Vodafone nasce proprio da queste considerazioni e dalla volontà di impegnarsi nel portare la banda larga in 1000 Comuni entro il 2013. Senza un’infrastruttura moderna ed efficiente, ha ricordato Paolo Bertoluzzo, “Non sarà possibile stimolare la domanda di servizi innovativi come l’eCommerce e l’eGovernment, due settori che hanno bisogno di maggiore attenzione da parte del mondo dell’impresa e delle istituzioni“. “La velocità di connessione e l’ampiezza di banda sono le due criticità più rilevanti per lo sviluppo di Internet sul territorio e Vodafone ha deciso di investire concretamente in un progetto i cui risultati siano quantificabili giorno per giorno e diano la misura della portata della nostra visione aziendale“.

 

Mentre Bertoluzzo pronunciava queste parole, Vodafone annunciava l’arrivo della banda larga in Lombardia, nel comune di Zelbio, in provincia di Como, 138° paese coperto da banda larga mobile a fronte di 2724 richieste inoltrate alla Vodafone. A segnalare l’avanzata dei lavori c’è il sito web dedicato all’iniziativa (www.1000comuni.vodafone.it), che consente di seguire in tempo reale l’aggiornamento dei dati e alle amministrazioni comunali di mettersi in contatto con l’azienda telefonica. “Ci sono circa 1800 comuni in digital divide – ha spiegato l’AD Vodafone – il nostro obiettivo è ridurre a zero questa cifra entro il 2013, al massimo i primi mesi del 2014“. Si tratta di circa il 12% della popolazione italiana ad essere considerata in digital divide, più o meno 7,5 milioni di persone, che secondo i dati in possesso del ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, intervenuto all’incontro, preso saranno ridotti a non più di 5 milioni. “Il problema vero da affrontare è l’infrastrutturazione del Paese. Questa è la vera criticità, perché solo con la diffusione di Internet in tutto il territorio sarà possibile ottenere uno sviluppo economico, culturale e sociale tale da stimolare una forte domanda di servizi innovativi. La domanda non viene prima dell’offerta, ma è correlata ad essa“, ha sostenuto il ministro, che ha ribadito la centralità della banda larga mobile per una copertura più efficiente dei centri urbani e rurali, “Sono 15 milioni gli smartphone attivi sul nostro territorio, ciò significa che si vengono a sovrapporre due reti Internet, una tradizionale e l’altra mobile. Un doppio sforzo che ci vede impegnati quotidianamente nel raggiungimento di obiettivi condivisi, sia da parte delle aziende come Vodafone, sia da parte del Governo“.

 

Nessuna “area a fallimento di mercato“, ha dichiarato, quindi, perentorio Romani, perché la rete deve arrivare ovunque e sicuramente anche la domanda avrà modo di crescere al passo delle infrastrutture. Un po’ come è accaduto con le ferrovie e la rete autostradale. Internet sta arrivando come a sua tempo l’ha fatto la luce elettrica in centinaia di piccoli paesini, quei centri abitati secolari che, come ha raccontato Luigi Contu: “Sono la nostra storia, la nostra cultura. E’ per questo che l’Ansa ha accettato con entusiasmo la proposta di Vodafone di raccontare con gli scatti dei suoi fotografi l’Italia secolare che entra nel villaggio globale senza perdere, ne siamo convinti, la sua identità. Di passato ne abbiamo tanto, ciò di cui abbiamo bisogno ora è più futuro e il web, con tutte le sue opportunità, rappresenta la piattaforma su cui anche la storia avanza“.

 

Un richiamo al lavoro fin qui svolto dal Tavolo Romani e che deve portare avanti le trattativi su un altro importante elemento di crescita per il Paese che è la fibra. La Next Generation Network, o NGN, è un ulteriore passo da fare per accelerare la ripresa economica e per ridurre le distanze che comunque esistono tra l’Italia e gli altri grandi Paesi europei e del mondo. Lo ha ricordato anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, che nel suo saluto alla sala ha voluto sottolineare quanto ancora pesi sulla nostra competitività il divario tra Nord e Sud, “una distanza che troppo lentamente si cerca di colmare e che questo progetto di Vodafone potrebbe aiutare in maniera sensibile, portando la rete lì dove non c’è mai stata e con essa consentendo ai cittadini di connettersi ad Internet, ai suoi servizi, all’informazione e al sapere condiviso“.

 

A termine della presentazione del libro, che ha visto come moderatore degli interventi Barbara Corrao, giornalista de Il Messaggero, c’è stato anche il tempo per dare alcuni aggiornamenti sullo stato dei lavori al Tavolo Romani sull’NGN. Soprattutto sull’aspetto regolatorio e della neutralità delle reti di nuova generazione. “L’Europa sbaglia a descriverci come uno stato arretrato dal punto di vista della diffusione e dell’utilizzo di Internet – ha dichiarato il ministro – perché su 22 milione di linee ben 12,5 sono a larga banda, con una forte crescita della rete e dell’accesso mobile a Internet, ponendoci in questo ai primi posti al mondo“.

 

Crediamo che la diffusione dei servizi e degli strumenti più avanzati di collegamento ad Internet renderà indispensabile, per lo sviluppo della società e dell’economia, avere accesso a banda larga di qualità ovunque“, ha commentato Paolo Bertoluzzo, Amministratore Delegato di Vodafone Italia. “Continuiamo a partecipare attivamente al grande dibattito sul fronte della rete di nuova generazione in fibra – ha ribadito Bertoluzzo –  collaborando con Governo ed Autorità, sostenendo con forza che in questo Paese si sta facendo molto sulla NGN al pari di altre grandi realtà europee, e confermiamo la nostra disponibilità ad investire in una operazione di sistema. Allo stesso tempo abbiamo deciso di accelerare il nostro piano di investimenti e portare la banda larga dove ancora non c’e’, superando il divario digitale che era presente in molte regioni e provincie“. Parole che confermano il buon esito del piano Romani, evidenziando la centralità dell’unbundling, cioè la possibilità peri nuovi operatori di usufruire delle infrastrutture esistenti, come modello tecnologico ed economico, per lo sviluppo del mercato e il richiamo di investimenti nel nostro Paese da parte degli operatori telefonici. “I punti chiave per la crescita della rete in fibra italiana – ha detto l’AD Vodafone al termine del suo intervento – sono una piena libertà di fare offerta di servizi nel mercato di riferimento, la neutralità delle regole, oltre che della rete, e il ruolo decisivo dell’Agcom“. D’altronde, per rendere effettiva la migrazione dal rame alla fibra servono regole chiare e condivise, ha confermato Romani e l’Agcom ha una funzione rilevante in tal senso: “Con un quadro regolatorio chiaro, un piano di investimenti certo e la volontà di tutti è possibile arrivare ad un accordo ancora prima della data fissata dall’Europa nella strategia ‘2020’. I lavori per realizzazione di un infrastruttura in fibra a 100 MB, per una spesa prevista di circa 10 miliardi di euro, potrebbero terminare anche per il 2018, facendo dell’esperienza italiana un modello di efficienza valido per l’Europa e per il mondo“.