Dividendo digitale: le Regioni si muovono a sostegno delle Tv locali

di Raffaella Natale |

Intanto i 40 parlamentari del Pdl attendono l'incontro col Ministro Romani per discutere dei tagli all'emittenza locale.

Italia


Paolo Romani

Il passaggio al digitale terrestre sta vedendo in prima linea le Regioni che stanno dimostrando grande sensibilità per le problematiche che riguardano l’emittenza locale.

Per seguire direttamente le problematiche legate allo switch-off, la Regione Umbria ha insediato, nelle scorse settimane, un apposita commissione tecnica regionale sull’emittenza radiotelevisiva, di cui fa parte tra gli altri anche Aeranti-Corallo (rappresentata da Franco Allegretti), presieduta dall’Assessore alle infrastrutture Stefano Vinti. Tra gli argomenti affrontati nel corso della prima riunione, vi è anche quello relativo al sostegno finanziario delle tv locali per il passaggio alla nuova tecnologia diffusiva; a tale scopo, la Regione Umbria sta predisponendo un bando per l’emanazione del quale è in corso la procedura di verifica dell’effettiva disponibilità finanziaria. Lo stesso giorno, il presidente del Corecom Umbria, Mario Capanna, ha incontrato le emittenti televisive della Regione e ha assicurato piena disponibilità a sostenere le posizioni degli operatori televisivi, che hanno evidenziato molteplici criticità, sollecitandoli comunque “a trovare forme di cooperazione utili a realizzare economie e prodotti di più elevata qualità che possano valorizzare le eccellenze regionali.”

 

In Toscana, il Presidente della Regione Enrico Rossi, ha informato che la Giunta “ha intenzione di promuovere una politica di sostegno all’emittenza televisiva locale, così da scongiurare contraccolpi a un’industria che in Toscana occupa 500 persone”. Anche questa regione vuole promuovere la costituzione di un tavolo tecnico con le emittenti, al quale parteciperà anche Aeranti-Corallo, e intende adottare, tra l’altro, procedure semplificate per le autorizzazioni all’adeguamento degli impianti al digitale. Una bozza di legge regionale in tal senso è già stata depositata in Consiglio. Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, chiedendo un incontro con i tecnici del ministero e della Agcom per chiarire urgentemente quali frequenze libere, senza interferenze, potranno essere assegnate all’emittenza televisiva locale marchigiana. “La certezza su tali frequenze – ha rilevato Spacca – è la condizione essenziale per garantire una corretta, ordinata ed efficiente transizione al digitale terrestre”.

Nella propria nota, il presidente marchigiano ha confermato al Ministro Romani “la piena collaborazione istituzionale per affrontare, insieme, un’operazione delicata e complessa come lo switch-off. Allo stesso tempo – ha aggiunto il governatore – è nostra intenzione tutelare i cittadini-utenti e l’emittenza locale che rappresenta un patrimonio prezioso per la comunità marchigiana in termini di professionalità, competenze e occupazione“.

 

La Regione Abruzzo ha emanato negli scorsi giorni un bando, in regime de minimis, per il sostegno alle imprese televisive locali che si accingono alla transizione digitale. L’Assessore all’ambiente e energia della Regione, Mauro Di Dalmazio, ritiene che la delibera licenziata alcuni giorni fa dalla Giunta vada a “dare un sostegno significativo alle realtà televisive abruzzesi”. Lo stesso Assessore sostiene che il passaggio al digitale comporta un notevole miglioramento dal punto di vista ambientale, con la riduzione delle onde elettromagnetiche.

Inoltre, si potranno migliorare le condizioni tecnologiche e la qualità del servizio delle emittenti radicate nel territorio. Le risorse messe in campo sono significative, parliamo di 1 milione di euro. Insieme al Corecom s’è ritenuto essenziale predisporre tale misura per dare un supporto a tutto il sistema televisivo regionale, riducendo di molto anche l’inquinamento ambientale.

 

Il presidente del Corecom Abruzzo, Filippo Lucci, ha spiegato che il bando prevede un finanziamento dei progetti per il passaggio al digitale fino al 50% delle spese sostenute e tale scelta è stata fatta anche per “salvaguardare l’informazione locale, in un momento in cui diverse regioni hanno visto la chiusure di tante emittenti televisive locali, con la riduzione di posti di lavoro di giornalisti e tecnici.” La Regione Emilia Romagna sta valutando l’ipotesi dell’emanazione di un provvedimento per il riconoscimento di contributi a sostegno dell’emittenza locale per l’intervenuto passaggio al digitale. Infine, la Regione Puglia (il cui switch-off è previsto in due momenti diversi, dato che la provincia di Foggia dovrebbe passare al digitale quest’anno, mentre il resto delle province lo farà nella prima metà del 2012) si sta muovendo in termini di sostegno economico alle imprese e dovrebbe pubblicare nei prossimi giorni un bando di 10 milioni di euro (secondo il regime “de minimis”) che prevede agevolazioni agli investimenti delle i titolari di emittenti televisive locali per l’adeguamento e il potenziamento del sistema produttivo e organizzativo delle aziende.

Tale contributo verrà erogato nella misura massima del 35% per le medie imprese e del 45% per le piccole imprese. La Regione, come ha dichiarato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, “interverrà per sostenere il sistema dell’emittenza televisiva regionale sia per gli investimenti che per la tutela dell’occupazione“.

“Il settore – ha proseguito la Vicepresidente – richiede investimenti immediati, in mancanza dei quali soprattutto le piccole aziende corrono il rischio di uscire dal mercato. Il bando previsto dalla regione è finalizzato al sostegno alle trasformazioni tecnologiche, all’acquisto dei software necessarie e all’acquisizione dei servizi di consulenza. Il tutto nell’ottica di erogare i finanziamenti necessari alle aziende che saranno in regola con le leggi sul mercato del lavoro”.

 

Intanto 40 parlamentari del Pdl hanno chiesto un incontro urgente al ministro Romani per chiedere un intervento a sostegno delle tv locali. “Comprendiamo la necessità del Governo di evitare modifiche al ‘decreto omnibus’ per una rapida approvazione – ha spiegato Gabriella Carluccima gli emendamenti presentati per evitare i tagli al sostegno delle Tv locali saranno oggetto dell’incontro che abbiamo chiesto con urgenza al ministro Romani. Infatti l’ultimo taglio di 30 milioni mette le Tv locali, oltre 600 in tutta Italia, in una situazione molto grave. Sono a rischio 10.000 posti di lavoro”.Le misure di sostegno alle Tv locali – ha detto ancora il deputato – vennero individuate in una parte del canone Rai dall’art. 10 della L.422/93 che, commisurata al canone dell’epoca, ammontava a 376 miliardi di vecchie lire annue, e commisurata al canone attuale, dovrebbe ammontare a 270 milioni di euro annui. Queste misure non sono mai arrivate a regime, ma avevano raggiunto nel 2008 l’importo di 150 milioni di euro; con i tagli effettuati dalla finanziaria 2009 però, le cifre si sono sensibilmente ridotte e nel corso degli anni tali misure sono andate sempre diminuendo arrivando nel 2011 a soli 120 milioni di euro“.

“Se tali cifre non dovessero essere almeno riportate in linea con i 150 milioni – ha affermato Carlucci -, la stragrande maggioranza delle Tv locali dovrà definitivamente chiudere con la perdita di 5.000 posti di lavoro diretti e di ulteriori 5.000 dell’indotto. Si potrebbero poi aggiungere molti posti di lavoro delle PMI del Paese, che perderebbero il mezzo attraverso il quale farsi conoscere dai cittadini e stimolare il consumo dei loro prodotti. Inoltre il Paese perderebbe lo strumento prezioso con il quale garantire la tutela delle specialità culturali e identitarie delle regioni e dei territori“.

 

La conversione in legge del decreto omnibus, contenente, tra l’altro, le norme che fissano inaccettabili criteri che prevedono la predisposizione, in ogni area tecnica, di apposite graduatorie dei soggetti già operanti in tecnica analogica che ne facciamo richiesta, basate sui criteri di patrimonio al netto delle perdite; dipendenti a tempo indeterminato; ampiezza della copertura della popolazione; priorità cronologica di svolgimento dell’attività nell’area, anche con riferimento all’area di copertura) procede senza interruzioni. Dopo il passaggio, senza modificazioni, al Senato, il provvedimento è stato esaminato dalle Commissioni riunite V e VII della Camera, dove, peraltro, sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati. Il provvedimento passerà ora all’Aula di Montecitorio a partire dal prossimo 17 maggio ed è prevedibile che il testo non subirà ulteriori modificazioni, nel qual caso verrà approvato in via definitiva e diventerà legge.