Wi-Fi e realtà aumentata al servizio dell’arte: vantaggi per musei e appassionati

di Alessandra Talarico |

Per Nicola De Carne (Ad di Wi-Next), 'in ambito museale il Wi-Fi è una grande opportunità per l'offerta di servizi a valore aggiunto come ad esempio la sensoristica a densità variabile'.

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La realtà aumentata (AR) è un concetto relativamente nuovo e ancora in evoluzione in cui gli utenti possono interagire col loro ambiente attraverso l’aggiunta di livelli informativi virtuali e multimediali. Tali elementi possono essere aggiunti attraverso uno smartphone di ultima generazione dotato di GPS, un computer dotato di webcam o diversi dispositivi come occhiali con display e fotocamera, guanti VR e auricolari.

Alle attuali forme di realtà aumentata via webcam o smartphone si aggiungeranno presto nuovi sviluppi che stanno rapidamente emergendo – più potenza per i piccoli dispositivi mobili, display a maggiore risoluzione, fotocamere più piccole e a maggiore risoluzione e software di riconoscimento delle immagini più veloci – guidati da applicazioni commerciali, come l’eCommerce, il gaming e i pagamenti elettronici.

L’esperienza della realtà aumentata, inoltre, potrà avvalersi anche di tecnologie come la triangolazione Wi-Fi e l’RFID per sviluppare nuove opportunità in diversi contesti, sia outdoor che indoor.

Tra i diversi ambiti che potranno avvantaggiarsi delle diverse forme di realtà aumentata ci saranno i musei, sempre a caccia di nuovi strumenti per aggiungere elementi di attrazione ai loro contenuti e che sono sempre stati all’avanguardia nelle sperimentazioni delle tecnologie mobili.

Gli strumenti AR permettono agli utenti di utilizzare i loro smartphone come schermi tascabili attraverso cui gli spazi circostanti diventano il palcoscenico per un numero pressoché infinito di nuovi livelli sensoriali, un po’ come descritto nel film Minority Report, in cui Tom Cruise navigava col suo corpo attraverso dati tridimensionali.

Gli sviluppi delle applicazioni AR in ambito museale sono già facilmente immaginabili: un piccolo pezzo di ceramica sarà aumentato per diventare uno splendido vaso, lo scheletro di un dinosauro sarà stratificato con muscoli, tessuti e pelle. Si può immaginare il pubblico seduto sulle gradinate del Colosseo e anche i leoni ruggire.
Attualmente, le tecnologie sono ancora in fase sperimentale ma uno scorcio dell’esperienza da loro generata è possibile intravederlo nel progetto ARtours dello Stedelijk Museum di Amsterdam, finanziato dal Ministero della Cultura olandese.

In attesa della riapertura il museo ha avuto la possibilità di esplorare il potenziale delle nuove tecnologie e di trovare metodi innovativi per presentare la collezione di 90 mila opere d’arte moderna e contemporanea. La realtà aumentata è sembrata ai curatori il mezzo migliore per questo scopo, come dimostrano anche le esperienze del Powerhouse Museum di Sydney o della Street App del London Museum, che hanno dato vita a dei tour virtuali in cui gli utenti hanno potuto visionare i luoghi in cui sono stati realizzati fotografie e quadri storici e farsi un’idea del ‘prima’ e del ‘dopo’. Un’esperienza che porta con sè una serie di racconti affascinanti sui cambiamenti urbani e sociali avvenuti nel frattempo.

Il Netherlands Architecture Institute (NAi) ha aggiunto ulteriori stratificazioni a questo modello, permettendo agli utenti di puntare il loro telefonino sul paesaggio urbano per visualizzare non solo modelli architettonici precedenti, ma anche progetti pianificati e mai realizzati o sviluppi futuri, nell’ambito di tre progetti che si sono avvalsi della collaborazione delle università e delle accademie.
Sperimentato a Rotterdam, il sistema si è dimostrato un esempio perfetto di stratificazione multi-temporale, visti i molti cambiamenti avvenuti nella città dopo la seconda guerra mondiale.

Il primo passo del progetto è stato di avere una panoramica completa delle opportunità e dei limiti della tecnologia browser – i test sono stati condotti sull’iPhone 3GS e sul Motorola Milestone – e, quindi, di testare l’accuratezza e le prestazioni del GPS e degli oggetti 3D. Il progetto è stato quindi declinato in un concetto battezzato ‘ARtotheque’ sperimentato nell’ambito del festival musicale Lowlands, durante il quale i partecipanti hanno potuto ‘affittare’ un’opera d’arte  del museo Stedelijk in AR a un certo prezzo e per un certo periodo, un po’ come un libro in una biblioteca, e posizionarla all’interno dell’area del festival.
In termini di attenzione, visibilità e risposta di pubblico, il progetto ARtotheque è stato un successo. Un po’ meno in termini di risposta della rete 3G. Per permettere la buona riuscita dell’esperimento è stato infatti necessario mettere in piedi un hotspot Wi-Fi.

 

La tecnologia Wireless Fidelity, considerata a lungo, erroneamente, in contrapposizione al 3G, presenta infatti caratteristiche fondamentali per rispondere alle esigenze di connettività indoor e outdoor attraverso l’utilizzo di reti mesh autoconfiguranti: come ha spiegato a Key4biz Nicola De Carne, Ad di Wi-Next, “…in ambito museale il Wi-Fi è una grande opportunità  per l’offerta di servizi a valore aggiunto come ad esempio la sensoristica a densità variabile : utilizzando dei sensori collegabili direttamente alle reti Wi-Fi è infatti possibile controllare elementi fondamentali come la temperatura o il livello di umidità in base al layout dell’esposizione senza interventi sulle strutture architettoniche, così come è possibile, applicando dei tag RFID, avvicinarsi a un’opera d’arte e ottenere informazioni aggiuntive”.

In ambito outdoor, i possibili utilizzi del Wi-Fi sono molteplici: come ha spiegato ancora De Carne, in un contesto come quello italiano, dove le vie e le piazze sono zeppe di opere d’arte, basterebbe puntare il proprio smartphone verso una di queste per ottenere rapidamente tutte le informazioni di interesse.

E’ proprio in contesti come questi, insomma, che il Wi-Fi e le reti mesh dimostrano il loro valore di “struttura portante di servizi a valore aggiunto in un ecosistema di comunicazione che deve obbligatoriamente vedere integrate tecnologie wireless a corto, medio e lungo raggio ( Bluetooth, Zigbee, Wi-Fi e Broadband Mobile”.