PiTER 2011-2013: per l’estate il nuovo Piano Telematico della Regione Emilia-Romagna

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Novità rispetto al passato è il modello di sostenibilità economica e co-partecipazione agli investimenti tra pubblico e privato. Partendo dal buon esempio del Club degli Stakholder costruito da Lepida, il nuovo PiTER indica altre azioni innovative.

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Lepida S.p.A.

E’ in fase di avanzata elaborazione il nuovo Piano Telematico della Regione Emilia-Romagna (PiTER): è prevista infatti per la primavera la discussione in sede di Comitato Permanente di Indirizzo, cui seguirà l’esame e la deliberazione da parte dell’ Assemblea Legislativa.

Si può quindi prevedere il varo del nuovo Piano a ridosso dell’estate. Al voto sulla parte generale farà seguito la presentazione dei piani operativi, uno all’anno per i tre anni di durata del piano stesso. Solo in quel momento saranno precisate le disponibilità di bilancio e quindi l’effettiva realizzazione delle azioni “sul campo”. Le linee guida di PiTER 2011-13 presentano alcune novità rispetto al passato, sia per quanto riguarda le modalità di consultazione e discussione adottate, sia nei contenuti, individuati in base alle risorse potenzialmente disponibili. I pesanti tagli subiti dal bilancio regionale condizionano i progetti, ma non la progettualità: la crisi “aguzza l’ingegno” e stimola la ricerca di soluzioni innovative. Rispetto al tema delle strategie adottate nell’elaborazione del Piano, la scelta è stata quella di coinvolgere tutte le realtà locali, nell’intento di “non lasciare indietro nessuno”.

Così, sei focus group con gruppi omogenei di portatori di interesse sono serviti a raccogliere richieste, esigenze e proposte avanzate da fonti diverse, espressione di realtà istituzionali diverse e di diversa dimensione, in modo da ottenere un quadro completo dei bisogni e delle aspettative. Questo tipo di consultazione ha fatto emergere come priorità quella della “semplificazione” declinata in tutte le sue forme e verso tutti gli attori della società, dalla relazione tra le Pubbliche Amministrazioni a quella tra gli Enti e nei confronti delle imprese e dei cittadini. Insieme alla semplificazione, le esigenze più sentite sono quelle della trasparenza, della revisione in chiave qualitativa e innovativa dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni, attenzione per la gestione di risorse economiche e umane, così come per la “sostenibilità” delle azioni, attenzione al sostegno e supporto al mondo imprenditoriale attraverso servizi ad alto valore aggiunto e, infine, uso delle tecnologie nell’ambiente urbano per azioni di intelligenza diffusa, ad esempio per la mobilità, il risparmio energetico, la cultura.

 

Emerge in questo quadro l’importanza della progettazione di un sistema a rete omogeneo tra piccoli e grandi Comuni. E’ strategico arrivare ad un’autentica interoperabilità delle procedure  – e in questo senso è altrettanto strategico il lavoro che Lepida ha svolto e sta svolgendo – da realizzare in un approccio collaborativo e paritetico tra gli Enti, uniti nell’obiettivo di raggiungere una forte semplificazione. Lo sforzo di coordinarsi già nel recente passato ha avuto positivo esito con la realizzazione della piattaforma unica dei pagamenti PayER, gestita da Lepida e frutto di un’operazione di messa a sistema che ha coinvolto tutte le Amministrazioni in Regione.

Un altro aspetto importante del nuovo Piano Telematico e, che rappresenta anche una novità rispetto al passato è quello del modello di sostenibilità economica e co-partecipazione agli investimenti tra pubblico e privato. Partendo dal buon esempio del Club degli Stakholder costruito da Lepida, che consente alle imprese di sperimentare nuovi servizi e prototipi sulla rete, il nuovo PiTER indica altre azioni innovative, con impostazione analoga in quanto a relazione pubblico – privato, come ad esempio gli “open governement data”.

 

Si tratta in questo caso della possibilità di mettere a disposizione dati “grezzi” (l’esempio più semplice è quello delle mappe geografiche) raccolti, e finora utilizzati esclusivamente dagli Enti pubblici, che possono, invece, essere messi in circolo e rielaborati per realizzare servizi a valore aggiunto. L’idea è di realizzare un portale ad hoc per mettere a disposizione dati pubblici, riusabili per produrre servizi o soluzioni tecnologiche.

 

Le linee guida del nuovo PiTER sono state identificate in chiave di “diritti all’innovazione” riconosciuti al sistema regionale nel suo complesso e garantiti dal Piano Telematico stesso. Si parla così di cinque “diritti”: quelli di accesso alle reti tecnologiche, all’informazione e alla conoscenza, ai servizi alla persona e alle imprese, ai dati, nonché infine alla “intelligenza diffusa nel territorio urbano”. Il diritto all’accesso all’informazione e alla conoscenza replica in qualche misura il “modello Finlandia”, ossia lo Stato europeo che per primo lo ha sancito con legge nazionale. Per quanto riguarda l’ “intelligenza diffusa nel territorio urbano”, l’idea è di stimolare l’accesso ai servizi da parte dei cittadini, possessori di identità digitale (grazie al servizio FedERa messo in campo da Lepida) che consente non solo di colloquiare con la Pubblica Amministrazione, ma anche accedere a servizi innovativi, infomobilità, “città intelligenti”, internet delle cose. Innovare in tempo di crisi non è semplice, cosicché i progetti che sortiranno via via dal Piano dovranno essere realizzati sulla base di una nuova metodologia di valutazione. La valutazione “ex ante” che verrà adottata per il nuovo PiTER significa valutare in anticipo se le azioni messe in campo producano davvero servizi a valore aggiunto, realizzino risparmi concreti percepibili in tempi brevi e diano valore agli investimenti fatti. Il tema delle risorse finanziarie da mettere in campo è ancora aperto. L’unica certezza riguarda i fondi già confermati per far partire le azioni – gestite da Lepida, contro il divario digitale – internet e televisione – nelle zone dell’Appennino, cui sono destinati due milioni. Quello del divario digitale è tema con forti riflessi sociali, cui la Regione è assai sensibile. Non a caso all’azione sulla montagna è legato altresì l’intervento per connettere alla rete le scuole, specie quelle in zone disagiate, in cui sarà così possibile non solo disporre di connettività ma anche sperimentare forme nuove di didattica.