Italia Digitale. Renato Brunetta contro i sindacati: ‘Vedono nello sviluppo dell’Ict un attacco a posizioni di rendita’

di Raffaella Natale |

Al convegno di DigitPA di Roma focus su ‘Valori e opportunità per il mondo scientifico e le imprese ICT’.

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Renato Brunetta

La digitalizzazione dell’amministrazione pubblica al centro del convegno Italia Digitale, organizzato oggi a Roma da DigitPA con focus su ‘Valori e opportunità per il mondo scientifico e le imprese ICT’. Obiettivo della giornata è stato aprire un confronto sulla digitalizzazione della PA, elemento decisivo perché l’Italia, nel suo insieme, compia un salto di qualità nei diversi risvolti relativi all’efficacia e all’efficienza e, conseguentemente, alla competitività e all’innovazione su scala internazionale. Al di là della dimensione tecnologica, sono coinvolti nel cambiamento rilevanti aspetti culturali che riguardano la partecipazione convinta dei cittadini e delle imprese oggi già digitalmente attivi nel loro privato, all’attuale fase di trasformazione socio-economica nello scenario mondiale.

 

L’interesse degli organizzatori è stato quello di ottenere il coinvolgimento proattivo e sinergico del mondo scientifico e delle imprese ICT e l’identificazione – grazie anche al confronto internazionale – degli elementi da mettere in atto e da sviluppare secondo tempi e modalità certe, al fine di cogliere in modo ottimale le opportunità offerte dal processo di digitalizzazione dell’Italia. Fra queste, l’apertura di nuovi spazi di mercato per le imprese ICT, con prodotti e servizi allineati a livello internazionale grazie all’interazione con il mondo scientifico, il quale pure trova riscontro di valore per le proprie ricerche.

 

Per gli organizzatori dell’evento, il momento è particolarmente favorevole per due circostanze di contesto. La ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia che va interpretata anche come storia dei valori e degli interventi che hanno consentito lo sviluppo del  Paese. La digitalizzazione del Paese può essere a buon titolo letta come il più recente episodio di modernizzazione e di sviluppo dopo le fasi storiche delle ferrovie, delle autostrade e delle reti elettrica, telefonica e televisiva. Parallelamente, si conferma l’esigenza di governare un sistema a diversi livelli e meccanismi decisionali variamente articolati: l’integrazione europea e la realizzazione del federalismo, entrambi funzionali alla attuazione del principio di sussidiarietà, trovano nello strumento delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) una condizione tecnica di fattibilità, sia sul fronte della costruzione e fruizione della conoscenza, sia sul fronte dell’assunzione di decisioni.

 

Nel proprio intervento, il Ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, Renato Brunetta, ha dichiarato che nel processo di digitalizzazione della PA il mondo sindacale è sempre stato “assente o contrario”.

“Il mondo sindacale – ha sottolineato – vede nello sviluppo dell’Ict un attacco a posizioni di rendita. Il sindacato in tutto questo processo è stato assente se non contrario. Ho trovato un grande consenso dai dirigenti, dalla politica e dalla popolazione”.

 

Per quanto riguarda le ricette mediche online, il ministro ha assicurato che saranno tutte online entro la fine del 2011.

“Nei prossimi mesi dedicherò metà tempo al raggiungimento di questo traguardo – ha informato Brunetta – la ricetta cartacea oggi è luogo di lobbismo, di abusi e di rendite di posizione sulla pelle dei cittadini: le leggi ci sono, non è possibile che resistenze corporative o individuali di questo o quel burocrate frenino ancora un progetto che può garantire un risparmio tra il 10 e il 30% su una spesa complessiva di 17 miliardi”.

Per Brunetta, la ricetta digitale è un tassello chiave di quella eHealth che “oggi è al 60-70% dell’implementazione e che andrà definitivamente a regime entro l’anno prossimo. A essere ottimisti ci aiuta il successo dei certificati online, che dopo una gestione lunga 5 anni sono diventati realtà nel giro di 12 mesi a totale beneficio di 17 milioni di lavoratori dipendenti pubblici e privati, di 180 mila medici e di 4 milioni e 400mila imprese“.