Editoria: Aol acquista The Huffington Post per 315 mln di dollari e si lancia sul mercato dell’informazione online

di Raffaella Natale |

Nato come blog a favore dei Democratici, oggi The Huffington Post è uno dei più seguiti siti di informazione online del mondo. Secondo le previsioni nel 2011 produrrà 60 milioni di entrate.

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Arianna Huffington

A pochi giorni dal lancio ufficiale di The Daily, il quotidiano per iPad voluto da Rupert Murdoch, ecco che il mercato statunitense viene animato da una nuova notizia che riguarda il settore dei media.

Aol ha annunciato stamani l’acquisto di The Huffington Post per 315 milioni di dollari: il giornale americano online, fondato nel 2005 con un investimento da 1 milione di dollari, che oggi registra almeno 25 milioni di visitatori al mese. Stando al comunicato della società, 300 milioni di dollari saranno pagati in contanti, il resto in azioni.

 

La transazione, che ha già ricevuto il voto favorevole del consiglio d’amministrazione e degli azionisti delle due aziende, dovrà ora superare l’esame delle Autorità americane. In ogni caso, l’operazione dovrebbe essere finalizzata entro la fine del primo trimestre o l’inizio del secondo. Per Aol, si tratta del più grosso accordo dal 2009 quando si è separata da Time Warner.

 

Nell’ambito dell’intesa si è deciso che Arianna Huffington, co-fondatrice e capo redattore  del sito (ufficialmente schierata con i Democratici, ndr), sarà nominata presidente e manterrà le proprie responsabilità editoriali di Huffington Post Media Group che assorbirà The Huffington Post e i siti internet di Aol, tra cui Engadget, TechCrunch, Moviefone, MapQuest, Black Voices, PopEater, AOL Music, AOL Latino, AutoBlog, Patch e ancora StyleList.

 

Tim Armstrong, Ceo di AOL, ha commentato che “Questa acquisizione darà vita a una nuova società americana di media, che investe nel futuro digitale combinando contenuti e social network, offrendo nuove opportunità ai consumatori e agli inserzionisti”.

L’obiettivo è quello di sfruttare le nuove tendenze del mercato dei contenuti online per invertire il declino ormai decennale di Aol che nel 1990, all’epoca del boom delle dotcom, era il primo Isp ma che dopo la fusione con Time Warner, nel 2000, ha cominciato una terribile discesa.

 

Secondo il New York Times, l’operazione potrebbe permettere alla nuova unità di raggiungere 100 milioni di visitatori statunitensi al mese con positivi risvolti per la raccolta pubblicitaria. Per The Huffington, che è partito come un semplice blog dei Democratici per arrivare oggi a 25 milioni di utenti al mese, rappresenta la grande sfida di arrivare a un audience molto più vasta.

Nel 2010, The Huffington Post ha generato il primo profitto con 31 milioni di dollari di entrate e, secondo le previsioni, quest’anno ne produrrà 60 milioni.