Rete Lepida: al via la ristrutturazione degli impianti attraverso POP collocati in aree pubbliche

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Il progetto del valore di 12,2 mln di euro prevede l'ottimizzazione dei punti di accesso e mira ad sostanziale un risparmio dei costi per affitti ad altri soggetti.

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Lepida

La rete Lepida supera le precedenti differenziazioni dovute all’opera di realizzazione effettuata per stralci geografici, e diventa omogenea su tutto il territorio. La luce, pertanto, fluirà sia nelle fibre già posate e presenti nell’attuale rete Lepida geografica, sia in quelle che verranno aggiunte per dare completezza e armonia al progetto. Il tutto, grazie all’erogazione che avverrà attraverso POP tutti collocati in aree di proprietà delle pubbliche amministrazioni.

 

Un lavoro impegnativo, insomma, sia in termini economici che per le persone chiamate per curarne la realizzazione. Sotto il primo profilo, infatti, il progetto del valore di 12,2 milioni di euro, è stato oggetto di gara e l’appalto è stato assegnato alla società Ceit per la parte relativa ai lavori civili e ottici, e al raggruppamento di imprese Telecom Italia e Altran per l’evoluzione delle prestazioni della rete in ottica NGN e per l’attuazione della gestione.

Esaminando la questione sotto il profilo del lavoro da effettuare, attualmente diverse sono le persone dello staff interno di Lepida SpA impegnate e suddivise tra la parte infrastrutture e la parte esercizio, a coordinare e organizzare le squadre sul campo, oltre ad una cinquantina di persone esterne che si occupano delle strutture civili e ottiche, della progettazione puntuale e della successiva realizzazione concreta.

Si tratta di una autentica ‘ristrutturazione’ in ottica NGN, in grado di garantire prestazioni ottimali dei servizi erogati e scalabilità futura, sulla base di un disegno architetturale strutturato in tre ‘petali’ chiusi che fanno capo a tre ‘super POP’ collocati a Bologna (ex Manifattura e viale Aldo Moro) e a Ferrara (Università), la struttura perfettamente ridondata cui fanno capo le porzioni di rete disegnate a petalo sulle tre aree: Romagna, provincia di Ferrara, Emilia. Alla fine, la rete sarà di 2.600 chilometri di cui 900 di dorsale principale.

Ciò comporta la costruzione di nuove infrastrutture quali la posa di fibra per una sessantina di chilometri aggiuntivi. Va segnalato, inoltre, che verrà utilizzata la tecnica che consente di posare la fibra all’interno dei cavi praticando solo piccoli scavi minimizzando i disagi per il traffico in superficie.

Tra l’altro, nell’ottica dell’ottimizzazione dei punti di accesso e grazie a un lavoro di ‘taglia e cuci’, sono circa un migliaio i moduli di giunzione previsti. La linea assumerà un disegno efficace e omogeneo, con una forte riduzione dell’attuale numero di POP che saranno solo 41 contro gli attuali 120, tutti posizionati in aree di proprietà delle istituzioni, con un sensibile risparmio dei costi per affitti ad altri soggetti.
 

I POP della nuova rete Lepida unitaria sono progettati con ingegnerizzazione di tutti gli strumenti a corollario: dalla climatizzazione, ai sistemi di continuità elettrica tutti autonomi e gestiti da remoto, alle soluzioni per la sicurezza.
 

La sfida, dunque, è quella di riuscire a fare la completa migrazione. Ossia, il passaggio dalla rete attuale alla nuova senza creare disagi o disservizi per gli utilizzatori. (a.b.)