Viaggio nella fiction italiana nel libro del giornalista Marco Mele dedicato al grande successo televisivo di ‘Un Posto al Sole’

di di Alessia Laudati |

Il libro è stato presentato a Roma durante i giorni della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria.

Italia


Un posto al sole

Un Posto al Sole è l’unica fiction italiana che può vantarsi di festeggiare nel 2010 il quattordicesimo anno di età. Il giornalista de Il Sole-24ore Marco Mele, in “Un posto al sole. Il libro“, presentato a Roma durante i giorni della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, ricostruisce attraverso diversi approcci analitici trasversali l’universo della fiction sospesa tra melodramma e commedia.

 

La struttura del libro indaga attraverso le testimonianze di autori, tecnici, attori sceneggiatori e dialoghisti il mondo produttivo e creativo della fiction. Ma il libro non è destinato principalmente agli addetti ai lavori o agli esperti di produzione televisiva. C’è di più. Alle spalle di “Un Posto al Sole” esiste una forza propulsiva vivace e dinamica: il pubblico.

 

Fedelissimo e informato, viscerale nell’appassionarsi alle vicende, ha svolto un ruolo importante nella realizzazione delle interviste agli attori ed è a esso che il libro è principalmente dedicato. Marco Mele, parlando della particolare considerazione che ha mostrato nei confronti dei fan della serie dichiara: “le interviste le sono andate a fare con una rappresentanza del suo pubblico. Volevo fare il libro insieme a loro”. E prosegue descrivendoli come: “spettatori critici e anima di Un Posto al Sole”.

 

La ricetta che permette questa fidelizzazione costante sembra essere la forte identificazione legata alla peculiare tematizzazione sociale che si intreccia alle vicende quotidiane dei protagonisti. La mafia, l’adozione, l’omosessualità, la malattia. Tutto si consuma sullo sfondo della città di Napoli drammatica e popolana. Temi fragili veicolati attraverso gli avvenimenti che sviluppano la storia. In fondo questi protagonisti entrano tutte le sere nelle case degli italiani diventando gradualmente figure confidenziali alle quali ci si abitua come se fossero degli amici o dei parenti. Ecco che il pubblico digerisce con più facilità le loro tragedie, che sono anche le nostre. Il processo identitario si realizza quindi attraverso l’individuazione di una rete tradizionale, quella della famiglia, che ammortizza dolori e amplifica gioie. E c’è ancora un altro paradigma di collettività che abbraccia il microcosmo della serie. E’ il condominio, il vicinato, Palazzo Palladini. In questa maniera il gioco di specchi si rafforza attraverso due livelli stratificati e complementari, mentre “Un Posto al Sole” si guadagna un ruolo di primo piano nel panorama, non molto vasto, della fiction italiana.

 

 

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