Digitale terrestre: il punto sul dividendo digitale in Europa. Meccanismi e criteri di utilizzo e allocazione delle frequenze liberate

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Per la Ue, giusto destinare una parte del Dividendo Digitale ai servizi a banda larga su reti mobili.

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Frequenze

Mentre si avvia a completamento la transizione alla Tv digitale terrestre, in tutti i Paesi europei le attenzioni degli operatori e dei regolatori si concentrano sempre più sulla complessa questione del cosiddetto Dividendo Digitale, ovvero delle frequenze liberate con lo spegnimento del segnale analogico e dei relativi meccanismi e criteri di utilizzo e allocazione.

 

DGTVi sottolinea che la disponibilità di tali risorse permetterà da una parte l’ampliamento dell’offerta TDT (Dividendo Digitale “interno”) e dall’altra consentirà il lancio di servizi diversi dal broadcasting TV (“esterno”). A questo proposito, in sede europea si è espresso l’orientamento di destinare una parte del Dividendo Digitale, quello della sotto-banda 800 MHz (canali 61-69), ai servizi a banda larga su reti mobili, con l’obiettivo di supportare la forte crescita del traffico dati su tali reti e stimolare la diffusione del broadband-Internet anche nelle aree rurali. Si tratta questo di un processo complesso e delicato, che implica in genere la necessità di liberare tale sotto-banda spostando una parte delle trasmissioni TV verso altre frequenze, mantenendo un coordinamento efficace con gli altri Paesi e creando sistemi di protezione per limitare le interferenze.

 

Lo scorso maggio, la Germania è diventata il primo Paese in Europa ad aver completato la procedura di assegnazione del Dividendo Digitale. Nel febbraio 2009, pochi mesi dopo lo switch-off del segnale analogico terrestre, il Governo aveva adottato il piano strategico per lo sviluppo della banda larga, stabilendo l’utilizzo della banda 800 MHz per i servizi mobile broadband con conseguente spostamento ai canali 21-50 delle trasmissioni TDT. L’asta, svoltasi tra il 12 aprile e il 20 maggio 2010, ha riguardato complessivamente una capacità di 360 MHz su 4 bande, compresa quella 800 MHz. In totale, l’asta ha generato una raccolta pari a 4.384 milioni di euro, di cui 3.576 milioni per la sola banda 800 MHz. I vincitori sono i quattro operatori di telefonia mobile attivi sul mercato tedesco, vale a dire T-Mobile, KPN/E-Plus, Vodafone e Telefónica O2, che utilizzeranno tale capacità per fornire servizi di accesso broadband, specie per le aree rurali, con tecnologia HSPA e LTE. L’intero procedimento di assegnazione ha però sollevato la reazione dei broadcaster che hanno predisposto un’azione legale lamentando da una parte l’insufficiente copertura dei costi sostenuti per la liberazione dello spettro e dall’altra la debolezza dei sistemi tecnici adottati per prevenire le interferenze.

 

In Spagna, dove la transizione alla TDT è stata completata su scala nazionale lo scorso 3 aprile, si sta per entrare in una fase decisiva per quanto riguarda l’assegnazione del Dividendo Digitale.

Quattro giorni prima dello switch-off, un Real Decreto emanato dal Governo ha stabilito di utilizzare la banda 800 MHz per i servizi mobile broadband, implicando la necessità per i broadcaster della TDT di liberare tale spazio per muoversi su frequenze più basse. In Spagna, si tratta di una operazione particolarmente complicata poiché su tale banda è oggi irradiata la gran parte dei canali della TDT. Le decisioni finali dovrebbero essere prese nei prossimi mesi, per chiudere l’assegnazione del Dividendo Digitale entro il 2011. In ogni caso, il Governo ha assicurato che i fondi recuperati saranno tali da coprire i costi sostenuti sia dai broadcaster (che per un certo periodo dovranno trasmettere in simulcast su due frequenze diverse) sia dagli utenti per le eventuali operazioni di adattamento delle antenne. Ad oggi, non è chiaro ancora con quale meccanismo verranno assegnate le licenze di telefonia mobile, se tramite asta o bando.

Completata la migrazione dalle attuali frequenze, l’offerta TDT potrà ulteriormente ampliarsi: ciascuno dei broadcaster privati nazionali (Antena3, Telecinco, Sogecable, La Sexta, Net TV e Veo TV) avrà infatti a disposizione un intero multiplex, mentre l’operatore pubblico RTVE ne avrà due. Si tratterà di 8 Mux nazionali (più 2 regionali) in totale, contro gli attuali 5+1.

 

Anche in Francia il lungo iter di discussione sul Dividendo Digitale, avviato nel 2007, sta per entrare nella fase finale.

Passaggio fondamentale è stata l’emanazione da parte del Governo, nel dicembre 2008, dello Schéma national d’arrêt de la diffusion analogique et de basculement vers le numérique.

 

In base allo schema governativo, una parte delle frequenze liberate dallo switch-off (novembre 2011), in particolare la fascia 800 MHz, verrà allocata per servizi mobile broadband. A partire dal giorno successivo lo switch-off, i compiti di gestione di tale spettro passeranno dall’Autorità sull’audiovisivo (CSA) a quella delle Telecomunicazioni ARCEP. Lo stesso schema ha anche previsto, a regime, un totale di 11 Multiplex TDT con copertura pari al 95% della popolazione, cui si aggiungono 2 Multiplex per la TV in mobilità. Secondo quanto riferito da CSA, il ritardo con cui è stata presa la decisione di sottrarre alla TV la banda 800 MHz ha costretto l’Autorità ad un complesso lavoro di “ricostruzione” del piano frequenze, su basi diverse da quelle previste dopo la Conferenza di Ginevra del 2006.

Poiché diviene necessario reperire risorse addizionali, secondo CSA l’obiettivo di 11+2 Mux TDT risulta critico e potrebbe essere raggiunto probabilmente solo nel 2013-15. Nel frattempo l’Autorità per le Tlc ARCEP ha già concluso due consultazioni pubbliche per recepire le posizioni dei soggetti interessati sulle diverse opzioni per l’assegnazione del Dividendo Digitale. Il processo di attribuzione dovrebbe avvenire, secondo ARCEP, nell’estate 2011 al più tardi.

 

Il Regno Unito è stato uno dei primi Paesi in Europa ad avviare un iter per l’assegnazione del Dividendo Digitale, già dal 2003. Il processo si è tuttavia allungato rispetto ai tempi previsti e la banda 800 MHz verrà probabilmente assegnata tramite asta, insieme alla banda 2.600 MHz, nei primi mesi del 2012. L’allocazione sarà anticipata da una consultazione sui criteri e le modalità di tale operazione, che dovrebbe svolgersi ad inizio 2011. Il Piano iniziale, stabilito nel 2003 dal Governo e dalle successive consultazioni condotte dall’Autorità Ofcom nell’ambito del c.d. Digital Dividend Review, ha ipotizzato un Dividendo Digitale – al completamento dello switch-off del 2012 – di complessivi 112 MHz (i canali 63-68, 31-35, 37 e 39-40), ovvero il 30% circa del totale delle frequenze liberate (il restante 70% è pre-allocato al broadcasting radio-TV).

Prendendo atto della necessità di un più efficace coordinamento con altri Paesi europei, che nel frattempo avevano stabilito di liberare l’intera banda 800 MHz (i canali 61-69), Ofcom ha perciò deciso di allineare il Regno Unito al resto dell’Europa. Rispetto al piano iniziale, dunque, il Regno Unito ha scelto di liberare anche i canali 61-62 (prima riservati a trasmissioni TDT, che verranno trasferite verso altre frequenze) e il canale 69. Secondo l’Autorità,l’impatto di tale operazione – che coinvolgerà circa la metà dei trasmettitori TDT in UK – risulterà comunque contenuto, quantificabile in circa 90-200 milioni di sterline. (r.n.)