Question Time: il governo si impegna a favorire lo sviluppo della Web Tv nel rispetto dei regolamenti Agcom

di Raffaella Natale |

Antonio Di Pietro replica: ‘A Internet non può essere estesa la disciplina degli impianti radiotelevisivi’.

Italia


Elio Vito

“Il ministero dello Sviluppo economico si impegna a favorire la crescita di web tv e web radio nel rispetto dei regolamenti varati dall’Agcom lo scorso 25 ottobre e in fase di pubblicazione’.

Lo ha detto il Ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito rispondendo ad una interrogazione dell’Italia dei Valori presentata da Antonio Di Pietro sulla disciplina attuativa del decreto Romani sui servizi media audiovisivi.

 

“La rete – ha sottolineato Di Pietro – deve rimanere libera perché più libera è la rete e più c’è democrazia. Chiediamo quindi che sia assunto un impegno concreto. Oggi come oggi la rete è una realtà che esiste e permette ad ognuno di noi di parlare con chiunque. Mi chiedo per esempio, se trasmetto un video su YouTube devo sottostare alla disciplina o no? E YouTube esercita un controllo”?

 

Il ministro Vito ha riferito che “l’Autorità fa sapere di aver approvato lo scorso 25 novembre i regolamenti definitivi che saranno a breve pubblicati. L’Agcom ha riferito di essersi attenuta ai principi stabiliti dalla direttiva”. In particolare, il Ministero ha riferito che “I contributi amministrativi per la prestazione dei servizi sono stati ridotti di un sesto passando da 3mila euro per le tv e 1500 per la radio, rispettivamente a 500 e 250 euro. Non sono previsti canoni annuali. Il Ministero – ha aggiunto – si impegna a tenere in considerazione le tematiche rappresentate nell’interrogazione”.

 

Vito ha ricordato che ‘l’Agcom ha messo a punto la normativa seguendo con attenzione i principi delle direttive europee e stabilendo che la disciplina riguarda i soggetti che hanno una responsabilità editoriale e fanno concorrenza alla tv’.

 

Ha poi precisato che ‘le norme sono circoscritte ai soggetti con fatturato annuo superiore ai 100 mila euro’ e che con il regime del silenzio-assenso i soggetti che svolgono un’attività lineare, cioè con palinsesto, ‘si intendono autorizzati entro 30 giorni dalla domanda’, mentre per i soggetti che svolgono attività non lineare, ‘la segnalazione certificata è sufficiente per l’inizio attività“. Infine i soggetti interessati hanno un anno di tempo dall’entrata in vigore del regolamento per presentare domanda e nel frattempo possono regolarmente proseguire l’attività e i contributi sono stati ridotti di un sesto rispetto alle cifre iniziali.

 

Di Pietro ha giudicato “lacunosa la risposta” ed è del parere che a “Internet non possa essere estesa la disciplina degli impianti radiotelevisivi, reputando altresì ingiustificato l’oscuramento dei siti senza un apposito provvedimento dell’autorità giudiziaria”.

‘Prendiamo atto che l’Agcom ha limitato i danni, ma sempre danni sono. Abbiamo espresso la nostra contrarietà al decreto Romani – ha ricordato Di Pietro – perché equipara il web ai canali tv tradizionali. Le normative europee vietano vincoli autorizzativi per il web”.

“L’Autorità dopo aver tentato di varare una normativa capestro, ha limitato i danni, ma siamo preoccupati perché resta l’equiparazione tra web e tv e si intacca il diritto costituzionale del libero accesso al web”.

 

Riferendosi alla bozza di regolamento per la tutela del diritto d’autore sul web, all’attenzione dell’Agcom, Di Pietro ha espresso, inoltre, la contrarietà dell’Idv “all’obbligo di comunicare all’Autorità’ i dati sul traffico, all’oscuramento dei siti senza passare attraverso l’autorità giudiziaria e al blocco delle porte IP utilizzate per lo scambio di file coperti da copyright”