Libri: nuova spaccatura tra istituzioni e industria sul versante dei prezzi. Marco Paolillo (AIE): ‘difenderemo il Ddl Levi’

di Antonietta Bruno |

La disciplina approvata dalla Commissione Cultura del Senato e dalla Camera dei Deputati riduce il contributo previsto per l'acquisto dei libri scolastici da 630 a 250 milioni di euro.

Italia


Bambini e lettura

Continuano le polemiche circa l’approvazione all’unanimità, da parte della Commissione Cultura del Senato, e dopo il varo della Camera dei Deputati, della decisione di dimezzare il contributo previsto per l’acquisto dei libri di testo, da 630 milioni di euro a 250 milioni.

 

Un taglio considerevole che ha registrato sin da subito forti polemiche e malumori. Tra questi, quello della Federazione Italiana Editori presieduta da Marco Paolillo che ha parlato di grave danno al settore. “Il mondo dell’editoria libraria non si riconosce nel nuovo testo licenziato dal Senato” ha scritto in una nota stampa il presidente AIE, affermando che le modifiche sono il “netto contrasto con lo spirito del ddl Levi”.

Ovvero, sulla proposta che disciplina il sostegno al settore, e sulla cui approvazione in tempi brevi, nei giorni scorsi si era appellato ai componenti della VII Commissione Cultura del Senato, anche il presidente dell’Associazione Librai Italiani (ALI) Paolo Pisanti, ritenendola “la migliore sintesi per arrivare a una normativa efficace di sostegno al settore, nonchè per adeguare il mercato italiano a quello europeo; favorire le scelte dei consumatori e promuovere la diffusione della lettura e della cultura”. “Il ddl in questione – aveva detto altresì Pisanti – ponendo un argine all’attuale mercato, selvaggio e privo di regole, è in grado di frenare la deriva del sistema attuale, salvando centinaia di librerie indipendenti”.
 

Tutto questo però non è successo e a scendere in campo rappresentando le istanze dei diretti interessati, è proprio, è Marco Paolillo che nella sua lettera ai giornalisti ha aggiunto: “Si tratta di modifiche dannose per le librerie e gli editori, soprattutto i più piccoli, e dimostrano la totale non conoscenza del mercato da parte di chi ha caldeggiato e fatto approvare gli emendamenti. L’unica aggiunta condivisibile e in tal senso l’AIE aveva confermato il suo accordo – ha proseguito Polillo- è l’indicazione del limite del 33% agli sconti sulle promozioni. Tutto il resto, compresa la decisione di affidare al Ministero per i Beni e le Attività culturali la determinazione dei periodi di promozione, invece di migliorare la situazione attuale, la peggiora decisamente sottraendo addirittura agli editori la decisione su quando promuovere i propri libri. Sono modifiche che danneggiano tutti, editori e librai: per cercare di limitare le promozioni si introducono di fatto i saldi nel mondo dei libri. E il risultato immediato è che nel prossimo mese di dicembre ognuno potrà fare quello che vuole”.
“L’esclusione dell’editoria scolastica dalla legge completa l’elenco di indicazioni senza senso per il nostro settore – conclude il presidente degli editori – siamo sconcertati e faremo di tutto perché il disegno di legge torni al testo originario con la sola variante del tetto agli sconti nelle promozioni”.