Editoria. Plauso della Fieg per il varo del provvedimento Bonaiuti. Malinconico: ‘Il governo prosegua ora sulla strada imboccata’

di Antonietta Bruno |

Non più assistenzialismo ma 'premi' per un settore che cambia. Tra le nuove disposizioni previste riduzioni fino al 20% dei contributi nel caso in cui l'impresa non utilizzi un numero minimo di giornalisti dotati di regolare contratto di lavoro.

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L’approvazione in via definitiva del regolamento che semplifica e riordina la disciplina e le procedure di erogazione dei contributi diretti e indiretti all’editoria da parte del Consiglio dei Ministri, piace alla Fieg e, in modo particolare, al presidente della Federazione italiana editori e giornali Carlo Malinconico, che in una nota stampa sottolinea che si è finalmente imboccata la strada giusta.

“Il regolamento di semplificazione e riordino della disciplina di erogazione dei contributi all’editoria approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri – scrive Malinconico – costituisce un primo importante passo nella direzione, da un lato, di tutelare i giornali con autentica vocazione editoriale e dall’altro, di evitare ogni utilizzo strumentale dei contributi da parte di soggetti privi di genuini intenti editoriali”.
 

Un primo passo in avanti in favore degli editori italiani, innanzitutto perché “il nuovo regolamento – quello predisposto dal sottosegretario Paolo Bonaiuti per capirci – pone a base della contribuzione diretta una serie di parametri che caratterizzano le iniziative assistite come realtà editoriali serie e concrete. Mi riferisco ai criteri del numero delle copie distribuite e non solo tirate e al numero dei giornalisti impiegati.”

Per la Fieg, dunque, si va nella giusta direzione ma e vede ulteriormente essere perseguita dal governo, “seguendo con ancora maggior rigore i criteri” che sono alla base del nuovo regolamento. “Tutto ciò – si legge nel comunicato stampa diramato dalla federazione – potrà avvenire proprio perché si è ormai delegificata la materia del conferimento dei contributi diretti e quindi detti criteri sono ormai nella disponibilità del governo. Potranno essere quindi ulteriormente innalzati i criteri che dimostrano la serietà dell’intervento editoriale e potranno essere presi in considerazione parametri che escludano forme di concorrenza sleale nell’ambito dello stesso settore editoriale da parte di chi percepisce i contributi. Al maggior rigore dovrebbe però anche corrispondere maggiore certezza sul diritto al contributo, con un ripensamento sul cosiddetto ‘diritto soggettivo’  la cui cancellazione crea non pochi problemi alla continuità operativa delle testate interessate”.

“La situazione prospettica di risorse pubbliche calanti impone – conclude Malinconico – di utilizzare in modo sempre più virtuoso le risorse stesse in modo da premiare iniziative meritevoli e non destinate a fenomeni di cancellazione reciproca.”

Ma quali sono queste iniziative meritevoli che il governo intende premiare ? E quali gli obiettivi da raggiungere?

 

Secondo la nuova disposizione, l’esecutivo italiano tende a premiare i giornali che arrivano effettivamente nelle edicole, eliminando dal calcolo le copie vendute in blocco e quelle attraverso lo strillonaggio.

Riguardo la tutela dell’occupazione nel settore giornalistico, lo stesso documento prevede che le cooperative editrici potranno percepire i contributi solo nel caso in cui siano composte in prevalenza da giornalisti e la maggioranza dei soci sia titolare di un rapporto di lavoro subordinato. Sono altresì previste riduzioni fino al 20% dei contributi nel caso in cui l’impresa non utilizzi un numero minimo di giornalisti dotati di regolare contratto di lavoro.

Circa l’erogazione dei contributi invece, le copie effettivamente distribuite sostituiranno la tiratura quale parametro del calcolo, mentre distribuzione complessiva e vendita dovranno essere necessariamente certificate da una società di revisione.