Cinema: le sfide del passaggio al digitale e le azioni necessarie per la sopravvivenza delle piccole sale

di Alessandra Talarico |

Italia


Cinema digitale

Il Consiglio dell’Unione europea ha invitato Stati membri e Commissione a stabilire meccanismi di finanziamento per aiutare i piccoli cinema ad affrontare le spese per la digitalizzazione. In gioco gli obiettivi Ue di promozione e accesso alle opere, di promozione della diversità culturale e linguistica, nonché di coesione sociale.

 

Le tecnologie digitali offrono nuove e importanti opportunità per la distribuzione di film, nonché per i cinema d’arte e d’essai e per quelli situati in zone scarsamente popolate, e contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi fissati dalla Ue in termini di promozione e accesso alle opere europee, di promozione della diversità culturale e linguistica, nonché di coesione sociale.

Il passaggio ai nuovi sistemi apre, tuttavia, anche importanti questioni, relative alla sopravvivenza delle piccole sale La digitalizzazione dei cinema richiede, infatti, ingenti investimenti che dovranno essere sostenuti prevalentemente dai gestori, dal momento che i grandi distributori possono invece risparmiare grazie al minor costo delle copie digitali.

Per correggere questi squilibri, il mercato ha immaginato dei meccanismi di finanziamento, prevedendo un finanziamento privato per la digitalizzazione, come Virtual Print Fee (VPF), un modello basato sul coinvolgimento di terze parti nella condivisione di costi e benefici.

 

Questi meccanismi, tuttavia, non sempre sono adeguati a risolvere i problemi dei piccoli cinema o dei cinema d’essai. E così, il passaggio al digitale, che pure apre prospettive senza precedenti per il cinema europeo, potrebbe finire per nuocere alla diversità culturale, impedendo alla popolazione di avere accesso a parti notevoli della produzione audiovisiva.

 

Per gestire al meglio questo passaggio, il Consiglio dell’Unione europea, sulla base del documento di lavoro della Commissione del 2 luglio 2010 sulle sfide per il patrimonio cinematografico europeo nell’era digitale e della Comunicazione sulla ‘Strategia digitale per l’Europa’, in particolare la frase indicante “il sostegno alla digitalizzazione delle sale è necessario per preservare la diversità culturale”, ha invitato gli Stati membri a prendere in considerazione la necessità di sostenere la digitalizzazione dei cinema tenendo conto degli “obiettivi di interesse generale”, nonché a prevedere – nel rispetto delle regole sulla concorrenza – di mettere in atto sistemi di sostegno finanziario alla digitalizzazione, accompagnati da finanziamenti privati.

Gli aiuti, ha sottolineato il consiglio, tenendo conto delle diverse esigenze nazionali, potranno assumere diverse forme: a) un aiuto per i cinema che non possono affrontare i costi del passaggio al digitale, per dotarli delle adeguate strumentazioni digitali e per permettere loro di restare competitivi in rapporto ai cinema che possono affrontare da soli gli investimenti necessari, per esempio grazie ai sistemi VPF; b) un aiuto per i cinema situati in zone meno popolate, dove l’offerta culturale è limitata; c) un aiuto per i cinema che contribuiscono alla promozione di opere europee; d) un aiuto alle cineteche e alle sale consacrate al patrimonio cinematografico; e) misure per incoraggiare meccanismi di solidarietà tra distributori ed espositori; f) misure per incoraggiare i piccoli cinema a raggrupparsi e condividere i costi per gli strumenti digitali necessari.

Agli Stati membri il Consiglio ha quindi suggerito di “riflettere sulla possibilità di subordinare gli aiuti di Stato alla produzione di un Master digitale, per aumentare l’offerta globale di opere europee digitalizzate” e di “studiare il modo per utilizzare i fondi strutturali della Ue per finanziare progetti di digitalizzazione e iniziative nel campo della formazione”.

 

Alla Commissione, oltre che ai governi, arriva quindi l’invito a “riflettere più approfonditamente sul modo di ottenere i risultati necessari e appropriati in termini di qualità di proiezione e diffusione dei film” e questo nel rispetto del principio di neutralità tecnologia.

Dal momento poi, che le tecnologie avanzano a ritmo sostenuto e si rinnovano costantemente, esecutivo e Stati membri dovranno tenere conto del fatto che “le questioni relative al finanziamento delle proiezioni digitali non si porranno solamente durante l’attuale periodo di passaggio al digitale”, nonché assicurarsi che la messa in atto dei meccanismi di finanziamento, sia pubblici che privati, “non limitino la libertà di scelta dei gestori per quel che riguarda i film che intendono proiettare”.

 

Gli esecutivi, sia quello europeo che quelli nazionali, dovranno quindi “incoraggiare programmi di riciclaggio e di formazione alle tecnologie digitali, rivolti a proprietari di cinema e distributori e relativi alle nuove tecniche di proiezione e ai nuovi modelli commerciali legati al digitale” e studiare le possibilità per “facilitare l’accesso al credito”, in particolare attraverso la BEI dove possibile, di tutti gli attori della catena di valore.

 

Riguardo invece la salvaguardia del patrimonio cinematografico europeo nell’era digitale, il Conglio ha invitato la Commissione a continuare a esaminare come garantire una sicurezza giuridica sufficiente per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale per le istituzioni incaricate di preservare il patrimonio, al fine di facilitarle nella conduzione delle loro missioni di interesse pubblico. Altresì la Commissione dovrà continuare a sostenere la ricerca nel campo della conservazione a lungo termine del materiale digitale e dell’accessibilità a questo materiale in un contesto multilinguistico, soprattutto per quanto riguarda la sopravvivenza dei supporti digitali. La Commissione è stata chiamata quindi, nel contesto dei lavori in corso sulle opere orfane, a esaminare le questioni che si pongono nel settore audiovisivo e, di concerto con gli Stati membri, a promuovere l’applicazione degli standard europei in materia di interoperabilità delle banche dati cinematografiche nonché, se necessario, a stabilire standard comun i circa il deposito di fila digitali alle istituzioni patrimoniali cinematografiche.

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