Editoria: convocato per venerdì prossimo il Comitato per la libertà di stampa e per il diritto all’informazione

di Antonietta Bruno |

La Federazione nazionale stampa italiana è preoccupata per le recenti dichiarazioni del premier Berlusconi che ha ribadito l'intenzione di chiudere tutte quelle testate che pubblicano intercettazioni.

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E’ previsto per venerdì prossimo l’incontro con il Comitato per la libertà e per il diritto all’informazione indetto dalla Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) nel tentativo di evitare che cali il velo sulla drammatica situazione che la stampa italiana sta vivendo negli ultimi tempi.

Al centro della riunione del Sindacato unitario dei giornalisti italiani che ribadisce le preoccupazioni circa i tentativi di soffocare la libera informazione, tagli all’editoria e allo spettacolo, anche la necessità di fare le dovute riflessioni – o studiare le dovute contromosse qualora fosse possibile – circa le “recenti e preoccupanti esternazioni del presidente del Consiglio sulle intercettazioni e sul bavaglio ai media”.

Evidentemente le forti mobilitazioni dell’opinione pubblica, sfociate nelle imponenti manifestazioni del 3 ottobre 2009 a Piazza del Popolo e del primo luglio di quest’anno a Piazza Navona – si legge nella lettera di convocazione della Fnsi – hanno bisogno di una robusta ripresa. Ma l’attenzione e l’impegno che dovremo profondere dovranno essere rivolti anche alla drammatica situazione che stanno vivendo molte testate di quotidiani e pubblicazioni cooperative, di partito e di idee che in questi mesi hanno visto chiudere, ridurre o sospendere in toto la stampa a causa del taglio ai finanziamenti pubblici e alle agevolazioni sulle tariffe postali. Una politica di drastici ed irragionevoli tagli alla spesa pubblica che colpisce pesantemente anche il mondo dello spettacolo”.

In verità, qualcosa in queste ultime settimane si è fatto, la Commissione Cultura della Camera, ad esempio, ha optato per il ripristino dei 70 milioni di euro sottratti al sistema dell’editoria e questo, anche grazie all’allarme lanciato dalla Fnsi, oltre che da sindacati e associazioni di categoria che ha fatto sì che l’opinione pubblica venisse a conoscenza di quello che è stato definito “l’allarme rosso scattato per l’editoria e il pluralismo dell’informazione, o ancora, la rivisitazione del decreto ‘blocca tariffe’ – che fino al 31 dicembre 2012 interrompeva a Poste italiane SpA il rimborso da parte del Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio sulle tariffe postali agevolate per le spedizioni – da parte dei ministri allo Sviluppo economico Paolo Romani e dell’Economia Giulio Tremonti – grazie al precedente nuovo accordo tariffario siglato da Fieg-Uisp-Anes-File-Finsc e Poste Italiane, e che in sostanza prevede l’aumento al 38% fino al primo settembre 2011, e successivamente scatti di un ulteriore rincaro del 17.

Tutto questo però, non basta per salvare il settore che entro la fine del 2010, potrebbe perdere ulteriore terreno con la paventata chiusura di circa un centinaio di testate e la conseguente perdita di oltre 4 mila posti di lavoro.

La Fnsi a tutto questo non ci sta, specie, come dicevamo, dopo le parole del premier Silvio Berlusconi che ancora di recente – in riferimento al caso Ruby – ha ribadito che “vanno chiuse tutte quelle testate che pubblicano le intercettazioni”. Su questo non demorde il presidente del Consiglio, dunque, e ciò non può non fare riflettere federazioni e sindacati di categoria che continuano a chiedere al Governo una nuova legge di riforma che salvaguardi la libertà di stampa, privilegi il lavoro dei giornalisti e combatta il precariato e tutte quelle forme abusive di lavoro autonomo.