Editoria: nuova vita per Le Monde. Alla cordata parigina Bergè-Niel-Pigasse il 60% del capitale

di Antonietta Bruno |

A margine dell'accordo il gruppo Lagardere cede il 17,27% delle quote in suo possesso così come annunciano di fare il gruppo italiano 'La Stampa' e quello francese 'Le Nouvel Observateur'.

Francia


Le Monde

L’assemblea degli azionisti ha deciso di salvare Le Monde e nell’ultimo giorno utile prima che tutto passasse nelle mani della giustizia francese per rimettere in discussione l’intera procedura di salvaguardia della storica testata giornalistica, dà il via libera alla cordata Pierre Bergè, Xavier Niel e Matthieu Pigasse. Il trio di investitori che sin dall’inizio è risultato essere il più accreditato a salvare il giornale –  prossimo alla bancarotta finanziaria dopo 60 anni di gloriosa carriera – rispetto ai concorrenti, ovvero, il gruppo ‘Le Revenu multimedia‘ proprietario dell’omonimo mensile finanziario che aveva presentato un’offerta condizionata da clausole restrittive sulla governance, e quello della cordata franco-spagnola guidata dal gruppo Sfa, editore del settimanale Nouvel Observateur in partnership con la spagnola Prisa e l’operatore TLC France Telecom che concorreva alla rilevazione del 34% della divisione di Le Monde Interactif con un investimento di 50-60 milioni di euro.

 

Ora la ‘rinascita’ con l’entrata in campo dei tre imprenditori che si sono impegnati ad assicurare la sopravvivenza di tutti i titoli del gruppo transalpino. Il trio ‘BNP’ che con questa mossa conquista circa il 60% del capitale sociale e contribuisce al rilancio delle testate con 110 milioni di euro.

Nell’operazione finanziaria, tuttavia, non è rientrata l’indipendenza della redazione, che resta nelle mani di una minoranza di azionisti storici, costituita dal ‘Pole Independance’ e da ‘Le Monde Partenaires et Associes‘.

Soci di vecchia data tra i quali lo spagnolo Prisa. Lo stesso che, già detentore di una quota del 15% del capitale sociale – oggi si trova ad avere il 5% – dopo avere manifestato non poche contrarietà all’acquisto per poi cambiare idea e prendere addirittura contatti con l’istituto bancario Calyon per tentare un’offerta, ha continuato a dissentire anche durante gli ultimi decisimi giorni prima del raggiungimento dell’attuale accordo.

 

Il gruppo Prisa, infatti, appena una settimana fa era nuovamente sceso in campo dichiarando di volere diventare azionista di ‘Le Monde Libre’ e per questo rivendicando diritti ritenuti “esorbitanti” dalla redazione. Un’ennesima mossa fallita alla quale ha dovuto presto rinunciare, insomma, così come ha dovuto rinunciare alla nomina del direttore del giornale, una funzione editoriale sulla quale solo SRM, la società dei redattori e azionista di riferimento, può pronunciarsi.

 

Al di là di questi contrattempi che hanno comunque ritardato il lavoro delle sette assemblee generali resesi necessarie prima della conclusione dell’accordo, altre operazioni arrivano dal gruppo Lagardere che cederà il suo 17,27% per 3,8 milioni di euro, mentre resterà azionista del 33% del sito internet Le Monde.fr. Nella stessa circostanza, anche il gruppo italiano ‘La Stampa‘ e il gruppo francese ‘Le Nouvel Observateur’ hanno espresso il desiderio di cedere le loro partecipazioni nel gruppo Le Monde.