Wi-Fi Libero: proposte e progetti in vista dell’abolizione del decreto Pisanu

di Alessandra Talarico |

L'Istituto italiano per la privacy ha presentato una proposta di legge, mentre la Provincia di Roma porta avanti il progetto 'Provincia Wi-Fi', cui sono registrati già oltre 40 mila utenti.

Italia


Nicola Zingaretti

Anche l’Istituto italiano per la privacy ha voluto dare il proprio contributo al dibattito sul Wi-Fi libero, imperniato sull’abolizione dell’art 7 del decreto Pisanu, quello cioè che obbliga i gestori di qualsiasi esercizio, pubblico o privato (internet point, bar, biblioteche, università), nel quale sia possibile collegarsi a internet a chiedere la  licenza al questore, a identificare gli utenti attraverso un documento d’identità e a conservare in un apposito archivio i vari log relativi ai clienti/utenti.

 

Secondo Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, “Non si tratta di abrogare l’articolo 7 del Decreto Pisanu, ma di migliorarlo, semplificando e garantendo la cybersecurity”. La proposta dell’Istituto verte sulla sostituzione della licenza che i gestori devono chiedere al questore con una denuncia a effetto immediato e sulla cancellazione dell’onere di documentazione cartacea e di acquisizione dei dati anagrafici degli utilizzatori, ponendo in capo ai gestori l’bbligo di proteggere le reti Wi-Fi da accessi abusivi e da intrusioni illecite.

 

“Con la nostra proposta di legge, pensiamo ad un sistema più snello e meno burocratico”, ha aggiunto Bolognini, sottolineando che la semplice cancellazione delle “cautele temporanee”  previste dal Decreto Pisanu non risolverebbe affatto la questione.

Secondo Bolognini, inoltre, “un approccio realmente risolutivo dovrà passare necessariamente da riforme delle direttive europee e-privacy, data-retention ed e-signature e da accordi internazionali sull’identità digitale”, ma è altrettanto necessario “adottare norme nazionali ragionevoli”.

“E’ vero, infine, che ci sono Paesi impegnati nella lotta contro il terrorismo e altri crimini online che lasciano accessi pubblici wireless totalmente liberi, ma è altrettanto vero che in molti di questi Paesi la navigazione on line degli utenti è setacciata e monitorata nei contenuti per ragioni di sicurezza dai governi. Questo non avviene, ed è bene che non avvenga, in Italia, dove la privacy dei cittadini che si connettono resta ben protetta”, ha concluso Bolognini.

 

Anche Assoprovider, l’Associazione Italiana dei Provider indipendenti, ha accolto con favore i tentativi di rivedere una legge dalla formulazione ormai ‘anacronistica’, auspicando “…che finalmente vengano rimossi ulteriori ostacoli anacronistici e illogici – quali ad esempio il vincolo sulla nazionalità dell’operatore della carta SIM utilizzata per l’autenticazione – e che contestualmente vengano aggiunte nuove modalità di autenticazione dell’utente, moderne, semplici ed accessibili a chiunque grazie alle tecnologie ICT oggi disponibili”.

L’Associazione ha ricordato che, dopo un lungo confronto con le Istituzioni, qualche anno fa ha ottenuto che in Italia fosse autorizzato l’uso del Wi-Fi outdoor per connettersi ad Internet e che, per prima, ha proposto e ottenuto dal Ministero degli Interni l’autenticazione degli accessi wifi mediante un semplice SMS.
“Queste innovazioni – ha sottolineato Assoprovider – hanno portato notevoli benefici in termini di semplificazione delle norme del decreto Pisanu, dimostrando che a volte le leggi possono convivere con la tecnologia a beneficio sia del legislatore che del cittadino, imprenditore o utente che sia”.
 

La settimana scorsa, il ministro dell’Innovazione, Renato Brunetta, ha confermato la disponibilità del ministro dell’Interno, Roberto Maroni a valutare l’abrogazione del decreto Pisanu, varato all’indomani degli attentati del 2005 a Londra e Madrid, quando il nostro Paese, come tanti altri assunse una serie di misure di contrasto al terrorismo. Il decreto, quindi, avrebbe dovuto avere una durata limitata nel tempo, ma è stato prorogato diverse volte: l’ultima proroga scadrà il 31 dicembre prossimo.

 

Nelle scorse settimane, Paolo Gentiloni (PD), Luca Barbareschi (FLI), Linda Lanzillotta (API) e Roberto Rao (Udc) hanno quindi presentato una proposta di legge volta a superare le limitazioni imposte dal decreto Pisanu che, secondo i proponenti, oltre a non avere eguali in nessun altro paese occidentale, non ha prodotto gli effetti sperati in termini di lotta al terrorismo e ha posto dei limiti severi, in termini di adempimenti burocratici, per l’accesso senza fili alla rete internet.

 

Contro i “lacci e lacciuoli che impediscono l’accesso a milioni di italiani ad internet attraverso il Wi-Fi” e ostacolano “la digitalizzazione del Paese e l’innovazione nelle telecomunicazioni”, si è espresso nei giorni scorsi anche il capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta.
 

‘Il futuro del Paese rischia di rimanere al palo se da un lato il governo galleggia nella completa indifferenza agli investimenti nelle reti di nuova generazione e alla banda larga, e dall’altro non si interviene per cancellare l’incredibile norma della legge Pisanu che, caso unico al mondo, limita fortemente l’accesso dai luoghi pubblici ad internet senza fili’, ha sottolineato Meta, secondo cui “…non  c’e’ altro tempo da perdere”.

 

Alcune amministrazioni pubbliche, intanto, hanno varato dei progetti in grado di bypassare le limitazioni del decreto Pisanu: la provincia di Roma, ad esempio, ha inaugurato in due anni 400 hot spot per l’accesso Wi-Fi, cui si sono registrati oltre 40 mila utenti.

“Per navigare gratuitamente a Roma e provincia basta registrarsi una sola volta e si può accedere ad internet sia in un bar di Prati, sia nella piazza di Bracciano”, ha affermato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, sottolineando come il progetto Provincia Wi-Fi “…si stia rivelando lungimirante anche per eliminare tutte le restrizioni imposte sull’uso di internet nei luoghi pubblici dalla legge Pisanu”.

Il progetto Provincia WI-FI consiste nell’installazione in piazze, biblioteche e luoghi di ritrovo del territorio provinciale di hot spot per l’accesso gratuito ad Internet ed è aperto al contributo dei privati – esercizi commerciali e associazioni no profit – che possono installare gli access point nei loro locali e, nel rispetto delle norme di legge previste per l’accesso alla Rete, offrire un servizio ai loro clienti o associati.
Martedì – ha anticipato Zingaretti – sarà inaugurato un nuovo hot spot a Ponte Milvio e “…verranno presentati tutti i risultati del nostro impegno per rendere sempre più accessibile la rete”.