Privacy. Francesco Pizzetti: ‘Il web come il mare e l’aria ha bisogno di regole internazionali’

di Antonietta Bruno |

Il Garante privacy italiano interviene al seminario del Cairo sottolineando la necessità di tenere in massima considerazione aspetti quali la sicurezza e lo scambio corretto di informazioni.

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Francesco Pizzetti

“Internet è una grande via di comunicazione e in quanto tale ha bisogno di regole. Regole internazionali, ovviamente”. Una grande via di comunicazione come il mare e l’aria, che deve necessariamente tenere conto di due aspetti fondamentali: sicurezza e scambio corretto di informazioni. E’ questo il pensiero pronunciato dal Garante privacy italiano Francesco Pizzetti, intervenuto ad un seminario sulla protezione dei dati personali e i social network ospitato presso l’università del Cairo.

 

“Mentre in Europa il problema è quello di dare regole per rendere l’utilizzo sicuro di internet, in altri paesi la rete rappresenta un grande strumento di libertà e di scambio di informazioni. Per questi due diversi fattori, è importante che ci siano regole chiare e certe. C’è bisogno – aggiunge – che i diversi paesi superino l’idea che è il mercato a doversi adeguare alle regole delle singole realtà”. Un po’, appunto, come accade in mare o in aria  dove “a nessuno  verrebbe in mente di consentire l’uso di uno spazio aereo senza norme internazionali”.
 

Un esempio semplice ma di certo emblematico quello prospettato da Pizzetti ai giornalisti, che ha anche ricordato in un certo qual modo, l’adesione dell’Authority italiana al Global Privacy Enforcement Network (GPEN) ossia, alla rete internazionale volta a rafforzare la cooperazione in materia di privacy. Un accordo mondiale tra le Autorità di diversi Paesi, che nasce dalle raccomandazioni dell’Ocse secondo le quali, già nel 2007 si invitavano le autorità a promuovere una sorta di cooperazione nell’applicazione della normativa sulla protezione dei dati degli utenti del web.

 

L’appello è stato immediatamente recepito da numerosi paesi e alla prima tappa del progetto partito il 21 settembre scorso e inaugurata con il lancio del sito internet www.privacyenforcement.net, hanno già aderito le Autorità di protezione dati di Canada, Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Israele, Irlanda, Olanda e la Federal Trade Commission statunitense.