eHealth: arriva anche in Italia il fascicolo sanitario elettronico. Il Consiglio dei ministri approva il Ddl di Ferruccio Fazio

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge proposto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio ‘Sperimentazione clinica e altre disposizioni in materia sanitaria’.

Il provvedimento prevede varie disposizioni in materia di sperimentazione clinica e innovazione in sanità, dispositivi medici, ricerca scientifica, riforma degli ordini, cure termali, sicurezza delle cure, farmacie e registri sanitari. Il ddl si occupa anche di sanità elettronica: in particolare all’art. 14 introduce il fascicolo sanitario elettronico (FSE).

Il fascicolo sanitario elettronico fino ad oggi non era disciplinato a livello nazionale da norme di carattere primario o secondario. Nel ddl è definito come “l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito, che ne autorizza l’accesso ai vari professionisti“.

La regolamentazione specifica dovrà essere predisposta nei sei mesi successivi all’approvazione della legge. In questo modo finalmente il FSE potrà diventare operativo, secondo un quadro comune tra tutte le regioni, per garantirne l’interoperabilità su tutto il territorio nazionale.

Sebbene l’idea del fascicolo sia nata intorno al 2003 nei Paesi anglosassoni, sotto il nome di longitudinal EHR (Electronic healthcare record), sono pochi i Paesi che ad oggi siano riusciti a implementarlo, almeno parzialmente. In Italia diverse regioni hanno già realizzato l’infrastruttura necessaria, prime fra tutte la Lombardia e l’Emilia-Romagna, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana, ma anche le regioni dell’Italia centrale, meridionale ed insulare sono ormai pronte, grazie al programma ‘Medici in Rete‘ previsto dal piano eGov 2012 finanziato dal Dipartimento digitalizzazione ed innovazione tecnologica del ministero della Pubblica amministrazione ed Innovazione.

Da sottolineare anche che il mancato consenso del cittadino alla costituzione del proprio FSE non pregiudica il diritto all’erogazione della prestazione sanitaria e che le finalità di ricerca scientifica, programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria devono essere perseguite senza l’utilizzo dei dati identificativi degli assistiti, secondo livelli di accesso, modalità e logiche di organizzazione ed elaborazione conformi ai principi di proporzionalità, necessità e indispensabilità nel trattamento dei dati personali, così come stabilito dal Garante della privacy e come la SIT, tramite il suo gruppo di ricerca ‘Sicurezza e privacy’, ha sempre condiviso e sostenuto, nell’ottica di uno sviluppo armonico e sostenibile, come ci piace definirla, di una sanità elettronica a misura di medico e di cittadino, rispettosa della dignità e delle libertà fondamentali dell’individuo e del suo diritto alla tutela della salute.

La Società Italiana di Telemedicina e sanità elettronica apprezza pertanto grandemente questo passo decisivo verso lo sviluppo della cosiddetta sanità elettronica nel nostro Paese e si rende disponibile verso le istituzioni per favorire la diffusione del fascicolo sanitario a tutti i cittadini, attraverso un dibattito costruttivo sui diversi problemi ancora aperti, anche utilizzando i propri esperti e consulenti ed i propri collegamenti a livello europeo ed internazionale.

Per gli addetti ai lavori questo passaggio deve essere considerato solo un primo passo e che proseguire e ampliare il dibattito sia fondamentale per cercare di risolvere i tanti problemi aperti, primo fra tutti, quello dell’individuazione delle risorse necessarie affinché il FSE diventi uno strumento utile sia ai bisogni del cittadino che a quelli degli operatori sanitari nell’erogazione dell’assistenza, sia a quelli del servizio sanitario nazionale e regionale a fini di governance e di ricerca scientifica che, necessariamente, dovrà essere estesa anche agli altri enti istituzionalmente preposti come ad esempio Università, ISS, CNR, IRCCS e AgeNaS.

 

La SIT potrà contribuire a definire i rapporti tra il fascicolo e le varie forme di medicina telematica oggi possibili (basate anche sulle apparecchiature domiciliari e internet) stimolando un ruolo attivo del cittadino stesso e dei suoi familiari, sopratutto per le persone anziane e con malattie croniche, sia per interagire con gli operatori che per gestire le pratiche burocratiche ed amministrative.