Fibra ottica. FTTH costoso e tutt’altro che a ‘prova di futuro’. Analisti avvertono gli operatori: ‘Concentratevi sul wireless’

di Alessandra Talarico |

Mentre in tutto il mondo si combatte contro reticenze e lungaggini burocratiche per accelerare la realizzazione di reti in fibra ottica, uno studio di Analysys Mason ribalta questa prospettiva e avverte: operatori, datevi al wireless e al VDSL.

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Saranno i dispositivi e i servizi wireless a catalizzare l’attenzione e le spese dei consumatori nei prossimi anni: ne sono convinti gli analisti di Analysys Mason che, nel rapporto ‘FTTx roll-out and capex in developed economies: forecasts 2010-2015’, mettono in guardia gli operatori telefonici, invitandoli a riconsiderare i piani volti allo sviluppo delle costose reti in fibra ottica.

 

Queste ultime sono state spesso indicate come le sole infrastrutture a ‘prova di futuro’, ma il successo dei dispositivi mobili di ultima generazione – area in cui si concentra la gran parte delle innovazioni viste negli ultimi anni nel settore delle tlc – rende le cose molto difficili per gli operatori di rete fissa, alla luce della forte contrazione delle spese destinate a questo segmento dai consumatori dei mercati maturi.

“Molti operatori hanno iniziato a offrire connettività a banda ultralarga in molti Paesi Ue e Usa, ma l’adozione resta su livelli decisamente molto bassi”, hanno spiegato gli analisti, sottolineando come il futuro “sembra aver deviato verso una direzione diversa” dalle tecnologie FTTH.

 

Queste ultime, insomma, non aiuteranno gli operatori fissi a incrementare le vendite, a meno che vendor e fornitori di servizi non diano nuovo impulso all’innovazione di dispositivi e prodotti basati sulla fibra ottica.

 

Il futuro, insomma, non può essere dedicato solo ad aumentare la larghezza di banda delle reti fisse, soprattutto in un contesto economico in cui molti governi devono pensare a ridurre il loro livello di indebitamento, e molti potrebbero anche limitare o ripensare i loro piani di sviluppo della fibra ottica a lungo termine.

 

“Forti investimenti nell’accesso a banda larga di nuova generazione potrebbero essere infatti percepiti come politicamente scomodi o addirittura inappropriati in mercati in cui vengono drasticamente tagliati i budget destinati all’educazione, alla salute o al welfare”, sostengono gli analisti, che raccomandano agli operatori di continuare a sperimentare le tecnologie FTTH, concentrando però gli investimenti su altre meno costose basate sul rame, come il VDSL.

“Le condizioni variano da mercato a mercato, ma in generale il business case per andare molto più al di la dei semplici test semplicemente non c’è e alcuni stanno già iniziando a ridurre” il livello di spesa.

 

Secondo gli analisti, la domanda di larghezza di banda è convergente alla crescita dei servizi di streaming video: il segmento ha conosciuto negli ultimi anni una crescita straordinaria grazie a siti come YouTube e forse il VDSL non basterà a soddisfare questa domanda a un certo punto nel futuro. “Ma crediamo che ci vorrà ancora del tempo prima che questo punto venga raggiunto”.