NGN. Calabrò: ‘Unità o si rischia lo spezzatino’. Sulle reti mobili, sbloccare frequenze dividendo digitale prima del 2015

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò

La rete NGN italiana uno “spezzatino” scoordinato? Molto probabilmente sì, se le cose andranno avanti così, con due piani autonomi e diverse iniziative regionali e provinciali non collegate in una strategia organica.

Lo ha affermato stamani nel corso di un’audizione alla Camera il presidente Agcom Corrado Calabrò, sottolineando come per accelerare il passo sulla rete di nuova generazione sia necessaria una iniziativa “complessiva”, un progetto per una ‘fiber nation’ come quello portato avanti in Francia, “con una cabina di regia ben salda, che eviti costose duplicazioni delle infrastrutture civili e faccia fare all’Italia il salto di qualità di cui ha bisogno”.

 

Manca ancora, ha sottolineato ancora Calabrò, non tanto l’idea di quello che si possa e si voglia fare – sulla necessità della NGN sono d’accordo istituzioni, regolatori, ex monopolista e operatori alternativi – quanto di “quello che concretamente ci si impegna a fare”.

 

Le proposte progettuali fin qui avanzate dall’industria, insomma, sono valide e apprezzabili, ma “non basta” perché andando avanti in maniera sconnessa “…si rischia di essere troppo lenti e di fare uno spezzatino non coordinato”.

 

L’Autorità, da canto suo, si impegna a svolgere il proprio ruolo col massimo impegno, con la disposizione di regole in grado di garantire l’accesso alla fibra “in condizioni di piena concorrenza”, di riconoscere “con fini incentivanti un premio di rischio per il capitale investito” e tali da “favorire gli investimenti condivisi e garantire la neutralità tecnologica e la parità di condizioni nell’utilizzazione delle infrastrutture comuni”.

 

Ribadendo poi quanto già affermato in occasione della presentazione della relazione annuale, Calabrò ha sottolineato la necessità urgente di “trovare le frequenze per la banda larga mobile”, che in molti Paesi europei sono reperite dal cosiddetto ‘dividendo digitale’, ossia la banda lasciata libera dal passaggio alla Tv digitale.

Se non si metteranno a disposizione degli operatori mobili nuove risorse frequenziali, “…milioni di cittadini sono destinati ad essere vittima di disservizi e rallentamenti del traffico dati”, generati dalla saturazione delle reti causata dall’uso sempre più massiccio dei dispositivi mobili per connettersi a internet.

 

“Con questo trend, il problema diventa incalzante e tocca da vicino tutti gli utenti”. Per risolverlo, ha quindi spiegato il presidente Agcom, sono necessari “…incentivi alla liberazione dello spettro, se si vuole procedere alla liberazione delle frequenze e bandire le aste in anticipo rispetto al 2015. Si tratta di un passo doveroso per un Paese che vuole davvero pensare digitale”.

 

Riguardo invece il beauty contest per l’assegnazione delle frequenze per la Tv digitale, dopo il via libera all’ingresso di Sky Italia nel mercato e quindi alla possibilità di partecipare alla gara per l’assegnazione dei multiplex, Calabrò ha ricordato che la tempistica viene indetta dal Ministero, mentre all’Agcom spetta il compito di “fare le regole”.

Prima però, bisogna esaminare il testo del provvedimento emanato ieri dalla Commissione e valutarne i riflessi sul regolamento della gara.

“Dobbiamo valutarlo collegialmente”, ha concluso Calabrò, evitando valutazioni personali su un “problema delicato”.

 

Mentre si attendono gli esiti della nuova riunione di domani del tavolo di confronto tra operatori, governo e parti sociali sul tema dell’NGN e dei tagli occupazionali Telecom Italia ha intanto dato il via a un progetto con la Provincia di Trento per la creazione di una newco, partecipata dalla stessa società, dalla Provincia e aperta a tutti quelli che vorranno prenderne parte e che realizzerà le infrastrutture passive, che verranno date in affitto o in leasing a chi vorrà utilizzarle. Simili progetti sono in discussione anche in Lombardia, Basilicata e Sardegna.

L’obiettivo di Telecom Italia è di portare la banda larga a 20 Mbps al 100% della popolazione trentina nel 2016.