Ict: la storia raccontata in Rfid, ma c’è bisogno di più MobTag

di di Giuliana Guazzaroni |

Italia


Giuliana Guazzaroni

È a Eufemia che a ogni solstizio e a ogni equinozio ci si reca non solo per vendere e comprare, ma anche per raccontare, durante la notte, ognuno la propria storia:

 

seduti sui sacchi o sui barili o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come ‘lupo’, ‘sorella’, ‘tesoro nascosto’, ‘battaglia’, ‘scabbia’, ‘amanti’- gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio (Italo Calvino, Le città invisibili. Oscar Mondadori, Milano, 1996, pagg. 36-7)

 

Ed è a The Oxford Road che gli oggetti donati e messi in vendita raccontano le storie di chi li ha posseduti e vi ha lasciato un segno, codificato nell’oggetto. Le storie narrano i significati emozionali che un oggetto ha rappresentato. Donando l’oggetto, il proprietario sceglie di donarne anche un lato emozionale, un ricordo, un segno. E sceglie di scambiare la sua memoria, il suo ricordo, sceglie di andare oltre ciò che è suo per darlo a un altro. Sceglie di mescolare la sua memoria alla mia, le sue emozioni con quelle del passante che decide di ricomprare l’oggetto e la sua storia. Come a Eufemia, i ricordi, le emozioni si confondono e non si conosce più quale era la mia memoria e quale era la tua, ne risulta un ricordo unico, accresciuto e potenziato dai racconti scambiati.

 

Il progetto si chiama ‘RememberMe‘ ed era parte del Future Everything Festival che si è tenuto dal 12 al 15 maggio 2010 a Manchester. Le persone che hanno donato oggetti, hanno anche registrato brevi racconti associati all’oggetto. I passanti possono leggere le storie abbinate alle cose esposte utilizzando un lettore RFID (Identificazione a radio frequenza), un lettore QR-Code (Codice a Risposta Rapida) o il Bluetooth del proprio dispositivo mobile.

 

Il progetto è nato dalla collaborazione tra Oxfam e Tales of Things and Electronic Memory. Quest’ultima è un’organizzazione di persone provenienti da Edinburgh College of Art, Brunel University, University College London, University of Dundee e University of Salford, con l’intento di incoraggiare a registrare la propria memoria e a scambiarla.

 

Per quanto riguarda i dispositivi tecnologici per scannerizzare i racconti e renderli fruibili, bisogna dire che in genere non sono già disponibili sui propri telefoni cellulari. È necessario prelevare l’occorrente online, a seconda del proprio modello di smartphone. Spesso sono coloro che offrono esperienze di questo tipo a mettere a disposizione dei lettori per facilitare le operazioni di lettura da parte dei passanti.

 

Il desiderio è che per il futuro il settore dell’Internet delle cose sia più a portata di mano. Sarebbe, infatti, necessaria una maggiore diffusione di MobTag, come una maggiore semplicità di generazione di tag e di lettura in mobilità.

 

 

 

 

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